Sulla base degli
studi
epidemiologici,
risultano
particolarmente
suscettibili agli
effetti del
particolato i
soggetti anziani e
quelli con malattie
cardiocircolatorie e
polmonari.
Anche i neonati e i
bambini risultano
essere popolazioni
potenzialmente
suscettibili.
In particolare i
bambini sembrano a
maggior rischio per
alcuni effetti
respiratori quali lo
scatenamento di
crisi di asma
bronchiale e
l'insorgenza di
sintomi respiratori
(come tosse e
catarro).
L'esposizione nei
bambini infatti è
influenzata dalle
loro attività e dal
luogo dove queste
attività vengono
svolte. In confronto
agli adulti, stanno
molto di più
all'aperto
praticando giochi e
sport. I bambini e i
ragazzi hanno in
particolare un'alta
frequenza
respiratoria, in
relazione ai loro
livelli di consumo
di ossigeno. La loro
relativa grande
superficie corporea
per unità di peso e
il loro elevato
livello di attività
determinano una
grande spesa
energetica per la
maggiore termogenesi
di quella richiesta
per un adulto.
La media della
frequenza
respiratoria di
bambini in età 3-12
anni è
approssimativamente
doppia rispetto a
quella di un adulto
(425 rispetto a 232
l/kg/die).
Confrontando le
frequenze
respiratorie in
questi due gruppi
per un periodo di
un'ora, un bambino
che gioca può
respirare un volume
d'aria 4,5 volte
maggiore di quello
di un adulto
sedentario.