L'inalazione e la deposizione delle
polveri nell'apparato respiratorio
Nel caso
specifico delle polveri, la proporzione
di quelle presenti in sospensione (1)
nell'aria che vengono inalate dipendono
dalla velocità e direzione di
spostamento dell'aria vicino
all'individuo, dalla sua frequenza
respiratoria e dal tipo di respirazione
(nasale od orale).
Le particelle inalate, si possono
depositare in qualche tratto
dell'apparato respiratorio, oppure
essere espirate.
Se le particelle depositate sono liquide
o solubili possono essere assorbite dai
tessuti in qualsiasi punto dove si
depositano e provocare dei danni intorno
a tale punto, se sono corrosive o
radioattive o in grado di avviare
qualsiasi azione locale.
Le particelle insolubili possono essere
trasportate, in base alle loro
dimensioni, verso altre parti del tratto
respiratorio o del corpo, dove possono
essere assorbite o provocare danni
biologico.
L'aria inquinata causa malattie?
Non vi
sono più dubbi sul fatto che
l'inquinamento atmosferico rappresenti
un rischio per la salute umana, pur se,
ancor'oggi, per molte delle sostanze
nocive facenti parte della miscela
complessa che costituisce l'inquinamento
atmosferico gli effetti non sono del
tutto noti.
L'inquinamento atmosferico non agisce
soltanto sull'apparato respiratorio;
infatti batteri, virus e allergeni come
i pollini, o le sostanze contenute nel
fumo di tabacco possono causare anche
altri disturbi a livello più generale
così come le sostanze inquinanti
presenti nell'aria.
Ad esempio, gli idrocarburi volatili e
il monossido di carbonio penetrano nei
polmoni e raggiungono il cervello ed
altri organi tramite il sangue, così
come le particelle di metalli di
dimensioni piccolissime raggiungono il
sangue e si possono depositare nelle
ossa, nei denti e nei reni. Già piccole
quantità di piombo hanno effetti sulle
facoltà cerebrali dei bambini. Il
particolato infine provoca effetti anche
sul sistema cardiocircolatorio.
Le vie respiratorie possiedono una serie
di "meccanismi di difesa" contro le
sostanze estranee che penetrano in esse.
Le vie aeree superiori sono rivestite da
una mucosa, costituita soprattutto da
cellule cigliate (munite cioè di
piccolissimi peluzzi) e di cellule
caliciformi (che secernono muco).
Le ciglia delle cellule si muovono a
onda, in modo coordinato; cosi'
trasportano la sottile patina di muco e
le sostanze estranee che vi restano
attaccate verso la cavità orale, dove
vengono inghiottite.
Inoltre fra le cellule della mucosa vi
sono le terminazioni di finissime fibre
nervose le quali possono essere irritate
dalle sostanze nocive presenti
nell'aria, e possono determinare una
contrazione della muscolatura dei
bronchi, un aumento della secrezione di
muco e provocare la tosse.
Negli alveoli, cioè le parti più
profonde dei polmoni, la funzione di
ripulitura non è più svolta da queste
cellule, ma da altre cellule chiamate
macrofagi (o cellule spazzine) che
mangiano e smaltiscono i batteri
penetrati nell'organismo, nonché i resti
di cellule distrutte.
Le sostanze nocive che penetrano nelle
vie aeree possono, sia a seguito di
esposizioni acute (cioè di breve durata)
che di esposizioni croniche, danneggiare
in vario modo tutti questi meccanismi di
difesa.
Gli effetti sulla salute delle
particelle sospese
Esiste
un livello di esposizione a particelle
in sospensione al di sotto del quale non
ci sono effetti avversi sulla salute
della popolazione?
Gli studi epidemiologici hanno
evidenziato una relazione lineare fra
l'esposizione a particelle ed effetti
sulla salute.
Vale a dire, che quanto più e' alta la
concentrazione di particelle nell'aria
tanto maggiore è l'effetto sulla salute
della popolazione.
Allo stato attuale delle conoscenze,
secondo l'Organizzazione Mondiale della
Sanità non e' possibile fissare una
soglia di esposizione al di sotto della
quale certamente non si verificano nella
popolazione degli effetti avversi sulla
salute. Per questo motivo, l'OMS non
fornisce un valore guida di riferimento
per le particelle, ma indica delle
"funzioni di rischio" per i diversi
effetti sulla salute.
Tali funzioni quantificano l'eccesso di
effetto avverso per la salute che ci si
deve aspettare per ogni incremento
unitario delle concentrazioni di PM10 o
di PM2,5.
Recenti studi indicano inoltre che
l'esposizione acuta a particelle in
sospensione contenenti metalli (come le
particelle derivanti dai combustibili
fossili usati come carburanti) possono
causare un vasto spettro di risposte
infiammatorie nelle vie respiratorie e
nel sistema cardiovascolare
(danneggiamento cellulare e aumento
della permeabilità cellulare),
verosimilmente in relazione alle loro
componenti metalliche.
Nelle persone sensibili (come gli
asmatici e le persone con malattie
polmonari e cardiache preesistenti), c'è
ragione di temere un peggioramento della
meccanica respiratoria (diminuzione
della funzione polmonare) ed uno
scatenamento di sintomi (es.tosse o un
attacco di asma), nonché un'alterazione
dei meccanismi di regolazione del cuore
e della coagulazione del sangue.
Nell'ultimo decennio, numerosi studi
epidemiologici hanno evidenziato
un'associazione tra i livelli di
inquinanti atmosferici a cui la
popolazione è normalmente esposta nelle
città ed una serie di effetti negativi
sulla salute.
Tali studi sono stati condotti in
numerosi Paesi del mondo, con criteri
rigorosamente scientifici ed hanno
fornito risultati riproducibili.
Nella maggior parte di questi studi
l'inquinamento atmosferico e' stato
determinato dalla presenza nell'aria
delle particelle in sospensione, di
ossidi di azoto (NOx), di anidride
solforosa (SO2) e di monossido di
carbonio (CO).
Tuttavia, nell'insieme degli studi, le
particelle in sospensione (e soprattutto
le frazioni di più piccole dimensioni
come il PM10 e il PM2,5) sono risultate
l'indicatore di qualità dell'aria più
consistentemente associato con una serie
di effetti avversi sulla salute.
Gli
studi hanno evidenziato un eccesso
misurabile di esiti clinici
dell'inquinamento da particelle.
Tali effetti sono sia di tipo acuto,
ossia si manifestano nella popolazione
nei giorni in cui la concentrazione
degli inquinanti è più elevata
(aggravamento di sintomi respiratori e
cardiaci in soggetti predisposti,
infezioni respiratorie acute, crisi di
asma bronchiale, disturbi circolatori e
ischemici), sia di tipo cronico, ossia
si presentano per effetto di
un'esposizione di lungo periodo (sintomi
respiratori cronici quale tosse e
catarro, diminuzione della capacità
polmonare, bronchite cronica, ecc.).
Inoltre studi condotti negli Stati Uniti
ed in molti Paesi europei hanno
evidenziato un'associazione fra i
livelli di inquinanti atmosferici e il
numero giornaliero di morti o di
ricoveri in ospedale per cause
respiratorie e cardiovascolari.
La tabella riassume le conseguenze sulla
salute dell'inquinamento atmosferico, a
breve e a lungo termine, stimati per un
aumento di 10 µg/m3 della concentrazione
di PM10; questi dati sono basati sulla
letteratura epidemiologica attualmente
disponibile.
Impatto sanitario
dell'inquinamento atmosferico
Incremento percentuale nella frequenza
dei fenomeni sanitari in una città
all'aumentare di 10 µg/m3 di PM10 (Da
Linee guida sulla qualità dell'aria OMS
2000)
Note: (1) polveri in sospensione
(PTS) comprende quelle particelle di
polvere nell'atmosfera che hanno
solitamente una dimensione tra i 2,5 e
30 micron e che restano in sospensione
nell'aria.