I raggi solari possono essere classati in 3 gruppi principali: radiazione
ultravioletta, radiazione visibile e radiazione ad infrarossi. Queste sono tutte delle radiazioni
elettromagnetiche ed appartengono alla categoria delle radiazioni non ionisanti (RNI). I raggi
ultravioletti sono una radiazione elettromagnetica di una lunghezza d'onda tra 100-400 nm
(nanometri=miliardesimo di metro) e sono la radiazione più energica non ionisante.
RAGGI INFRAROSSI:
tra 800 – 1400 nm (invisibili, percettibili), 44% dei raggi solari sono dei raggi infrarossi. Questi sono risentiti sotto forma di calore.
RADIAZIONE
VISIBILE (LUCE):
tra 400 e 800 nm (visibile, impercettibile), 52% dei raggi solari sono delle radiazioni visibili. Questi ci permettono di distinguere le forme e i colori.
RAGGI
ULTRAVIOLETTI (UV):
tra
100 e 400 nm (invisibili, impercettibili), 4% dei raggi solari sono dei raggi ultravioletti. Essi possono danneggiare le cellule e provocare in breve tempo scottature alla cute e danni
agli occhi, senza produrre sensazioni di calore sul corpo. Col tempo, troppi bagni di sole fanno invecchiare precocemente la pelle, ma gli amanti della tintarella si espongono a insidie ben più gravi, in quanto i raggi UV accrescono il rischio di
sviluppare un cancro alla pelle (melanoma) o la cataratta. A volte, gli effetti di un’ustione si fanno sentire dopo una ventina di anni.
Si distinguono tre tipi di raggi
ultravioletti, in funzione della loro
lunghezza d'onda:
-
gli UVA, che
costituiscono il 95% dei raggi che
raggiungono la superficie terrestre;
-
gli UVB, che
rappresentano il rimanente 5%, e sono molto più nocivi. Essi causano infatti un'ustione con una velocità 1000 volte superiore agli UVA e inducono inoltre molti tipi di cancro della pelle; e
-
gli UVC, che sono assorbiti al 99% dall’ossigeno della stratosfera e dalle molecole di ozono.
L'intensità degli UV misurati al suolo dipendono da differenti fattori:
-
la
nuvolosità:
attenzione, anche a cielo coperto, gli UV raggiungono la superficie della terra!
-
l'ora:
in Svizzera, le radiazioni raggiungono la massima intensità tra le 11 e le 15.
-
il
riverbero:
gli UV sono fortemente riflessi dalla neve e minimamente dalla sabbia e
dall'acqua.
-
quota e
latitudine:
più il percorso degli UV attraverso l'atmosfera é corto, più la loro intensità forte (ai poli, l'intensità é 1'000 volte
meno importante che all'equatore). Questo spiega il fatto che, l'intensità é massima durante il
solstizio d'estate.
-
gli
aerosol
(minuscole particelle in sospensione nell’aria): p. es. inquinanti atmosferici che diffondono i raggi UV e ne riducono l’intensità.
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concentrazione di ozono nella stratosfera: se lo strato di ozono diminuisce dell’1%, l’intensità degli UVB al suolo aumenta del 2% nella stratosfera: .
Le misurazioni effettuate sulla Jungfraujoch (3576 m/sm) hanno dimostrato che, dal 1981 l’intensità delle radiazioni è aumentata dell’1% a causa dell'assottigliamento dello strato d'ozono nella stratosfera
L’indice UV è un sistema facile per misurare l’intensità della radiazione ultravioletta sulla terra.
Più l'indice UV è elevato, più la radiazione è forte e nociva.
Ci si scotta più velocemente quando l'indice UV é elevato che quando è debole.
L'indice UV permette di estimare meglio il pericolo delle radiazioni solari e di adottare le misure appropriate per proteggersi.
L'indice UV esprime un valore attuale oppure una previsione. Come per la meteorologia, l'indice UV é stabilito in anticipo. Questo valore ci informa sull'intensità massimale delle radiazioni UV previste tra le 11 e le 15.
Gli effetti variano a seconda dello spettro della radiazione e della durata dell’esposizione.
Abbronzatura: gli UVA determinano un’abbronzatura immediata, mentre gli UVB un’abbronzatura progressiva e duratura.
Formazione della vitamina D: determinata dagli UVB.
Eritema (scottatura): la dilatazione dei vasi capillari nella pelle aumenta il flusso sanguigno e provoca l’arrossamento della pelle (soprattutto per effetto degli UVB e meno degli UVA). L’eritema corrisponde a una lieve scottatura.
Rottura delle catene del DNA: il nostro patrimonio genetico (catene del DNA) viene distrutto. Esiste sì un meccanismo di riparazione, ma non è in grado di riparare tutti i danni, e quando la pelle ha esaurito il suo potenziale di riparazione può insorgere un cancro cutaneo.
Lesioni oculari: gli UV possono produrre danni acuti agli occhi, come infiammazioni della cornea (fotocheratite) e della congiuntiva (fotocongiuntivite), nota anche come «cecità da neve». A lungo termine, il cristallino dell’occhio può diventare opaco (cataratta).
Disturbi del sistema immunitario: l’esposizione ai raggi ultravioletti aumenta il rischio di infezioni virali (morbillo, herpes, varicella), batteriche (tubercolosi, lebbra) e parassitarie (malaria). Il calo delle difese immunitarie dovuto all’AIDS è aggravato.
Invecchiamento precoce della pelle: la pelle perde gradualmente elasticità, diventa secca e si riempie di rughe profonde. Questo effetto è soprattutto una conseguenza dei raggi UVA.
Crancro della pelle: può essere generato da un’esposizione intensiva e frequente ai raggi UV.
La gravità di questi effetti varia a seconda della lunghezza d’onda delle radiazioni. Per esempio, le scottature sono dovute maggiormente all’azione degli UVB che a quella degli UVA. Ad eccezione dell'abbronzatura rapida e dell’invecchiamento precoce, gli altri effetti dei raggi UV sulla salute si manifestano tutti più o meno allo stesso modo di una scottatura. Proprio perché é facilmente individuabile, la scottatura (arrossamento della pelle) è un buon indicatore biologico per misurare gli effetti degli UV.
Tuttavia, un’esposizione frequente ai raggi UV può produrre danni a lungo termine come l’invecchiamento precoce, il cancro della pelle o la cataratta, senza che si sia mai verificata una scottatura. Infatti, la pelle e gli occhi registrano ogni radiazione ricevuta.
Le radiazioni UV non si vedono e non si sentono. L’esposizione al sole richiede quindi grande prudenza! Infatti, una dose di raggi UV, lì per lì impercettibile, è sufficiente per provocare una scottatura. Ecco come ripararsi adeguatamente:
Per ridurre il rischio di cataratta, gli occhiali da sole devo essere muniti di un filtro totale contro le radiazioni ultraviolette (100% di protezione anti UV fino a 400 nanometri)! Attenzione: in montagna e in prossimità della neve si raccomanda di portare gli occhiali da sole anche con un indice UV di 1-2.
Un copricapo a larga tesa è indispensabile per riparare il viso e soprattutto gli occhi.
Al sole, è meglio indossare una maglietta di cotone a maniche lunghe e pantaloni lunghi.
L’ombra è la migliore protezione dal sole, soprattutto nelle ore centrali della giornata (tra le 11 e le 15). Attenzione: anche all’ombra ci si può scottare senza le dovute precauzioni, per questo si consiglia di rimanere all'interno a partire d'un indice UV di 8.
Le parti del corpo non coperte vanno spalmate di crema protettiva, badando a:
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utilizzare una crema con fattore di protezione elevato (almeno 15) e un filtro anti UVA e UVB;
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applicare la crema in quantità abbondanti;
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ripetere l’applicazione dopo il bagno (asciugandosi con il telo da spiaggia si rimuove la crema dal corpo).
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