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L'inquinamento atmosferico |
La terra è completamente circondata da
uno strato gassoso, denominato atmosfera, che è unico, fra tutti i
pianeti del sistema solare, per le sue caratteristiche fisiche e
chimiche che hanno reso possibile la vita. Circa il 99% della
quantità di gas dell’atmosfera si trova entro un altezza di 30 Km
dalla superficie terrestre, la sua densità è più elevata in
prossimità del suolo e diminuisce molto rapidamente con l’altezza.
L’aria è composta
prevalentemente da Azoto e Ossigeno, rispettivamente il 78% e
il 21% circa ed in misura molto piccola da Anidride Carbonica,
Idrogeno, Kripton, Neon, Ozono, vapore acqueo. L’aria è
indispensabile alla vita di tutti gli esseri viventi. Purtroppo
è utilizzata anche come mezzo di dispersione e smaltimento dei
rifiuti gassosi prodotti dalle attività umane.
La legge 615 del
1966 definisce l’inquinamento atmosferico
come lo stato della qualità dell’aria conseguente alla immissione
nella stessa di sostanze di qualsiasi natura (inquinanti) in misura
e condizioni tali da alterarne la salubrità e da costituire
pregiudizio diretto o indiretto per la salute dei cittadini, da
compromettere le attivita ricreative, e gli altri usi dell’
ambiente, da alterare le risorse biologiche, gli ecosistemi ed i
beni pubblici e privati.
In base ai
fenomeni che lo determinano possiamo suddividere la sua origine in:
naturale e antropica.
Nel definire la
composizione dell’aria pura ci si trova in difficoltà. In generale
si assume come tale la composizione dell’aria secca raccolta vicino
al livello del mare, ma è possibile verificare che tale
composizione viene spesso alterata anche dagli stessi fenomeni
naturali, e non solo da quelli di una certa entità come: le
attività vulcaniche, combustione e incendi di boschi, pulviscolo
dovuto all’azione erosiva del vento, ma anche dal semplice
metabolismo e decomposizione animale e vegetale.
A questi “inquinamenti”
naturali poi si aggiungono gli inquinamenti da sostanze risultanti
da attività umane (origine antropica) che, se fossero
uniformemente distribuiti, non porterebbero a particolari modifiche
della composizione dell’aria. Ma il problema dell’inquinamento di
origine antropica, per la maggior parte delle sostanze, deriva
proprio dal fatto di essere attualmente concentrato in piccole aree
(soprattutto urbane) e di non essere in grado di diffondersi
nell’intera atmosfera per la presenza di barriere
geomorfologiche o create dall’uomo, che ne limitano la diffusione
laterale. Si assiste quindi ad un vero e proprio accumulo accentuato
in alcuni giorni anche da particolari condizioni meteorologiche.
Vi sono
fenomeni di contaminazione che riguardano l’intero pianeta (Inquinamento
a grande scala), fra questi i più conosciuti sono quelli noti
come: BUCHI D’OZONO, EFFETTO SERRA E PIOGGE ACIDE.
Buchi
d’ozono:
grazie alla proprietà di assorbire le radiazioni ultraviolette,
l’ ozono è di fondamentale importanza per la vita sul nostro pianeta,
la maggiore concentrazione pari al 90% della quantità globale, si
rinviene nella regione atmosferica denominata stratosfera, quella
compresa tra i 12 e i 50 km di distanza dalla superficie della
terra. Il rimanente 10% è localizzato nelle troposfera, la porzione
atmosferica nella quale noi viviamo. Negli ultimi anni si è
osservato che la concentrazione dell’ozono stratosferico va
diminuendo ed aumenta di conseguenza, l’esposizione dei viventi alla
radiazione ultravioletta nociva. L’ozono stratosferico è
distrutto da sostanze provenienti, a loro volta, dalla
decomposizione di clorofluorocarburi o CFC (commercialmente noti col
nome di Freon), prodotti liquidi o gassosi impiegati largamente
come agenti propellenti nei prodotti spray (contenenti vernici,
cosmetici, insetticidi), come agenti rigonfianti nella preparazione
di materie plastiche espanse (usate come imbottiture per sedili,
poltrone, o come pannelli isolanti termici), nonché come solventi
industriali.
Una riduzione
dell’ ozono stratosferico, tramite un aumento delle radiazioni
ultraviolette
che raggiungerebbero la superficie terrestre sembra
potrebbe portare ad una maggiore incidenza di: melanomi,
scottature, danni al sistema immunitario, squilibri nel metabolismo,
cataratte, malattie infettive associate alla fotosensività. (Con
le leggi n. 549/93 e 179/97 sono state prese “misure per la tutela
dell’ozono stratosferico e dell’ambiente” favorendo la cessazione
dell’impiego delle sostanze lesive dell’ozono stratosferico e
dell’ambiente e disciplinando le fasi di raccolta , riciclo e
smaltimento di tali sostanze );
Effetto serra:
per effetto serra si intende il processo
fisico mediante il quale alcuni gas presenti in atmosfera ( in
particolare anidride carbonica ) lasciano che l’ energia proveniente
dal sole giunga alla superficie terrestre, assorbendo invece la
radiazione infrarossa riemessa dalla terra.
L’incremento della
quantità di CO2 è dovuto principalmente ai processi di combustione
delle centrali termiche e a quelli che avvengono nei motori degli
autoveicoli; a ciò deve aggiungersi la costante diminuzione del
patrimonio boschivo, con conseguente calo dell’ azione
clorofilliana.
I costituenti l’
atmosfera che assorbono le radiazioni infrarosse le riemettono poi
in tutte le direzioni contribuendo così al riscaldamento dell’
atmosfera e della superficie terrestre con conseguenti variazioni
climatiche.
Gli scienziati concordano nel ritenere che sulla Terra faccia sempre
più caldo, e che nell’ arco di pochi decenni si verificheranno
mutamenti di temperatura che normalmente sarebbero distribuiti su
migliaia di anni.
Piogge
acide:
l’acidità delle precipitazioni atmosferiche è determinata da
crescente aumento della concentrazione di ossidi di zolfo e di azoto
presenti nell’ atmosfera,
derivati
dall’aumento del consumo di combustibili fossili, che si aggiungono
a quelli naturalmente presenti nell’aria, provenienti dalla
ossidazione di materiale biologico e da eruzioni vulcaniche.
All’atto della formazione o durante la loro caduta , le gocce di
pioggia entrano in contatto con queste sostanze, determinando la
formazione di soluzioni diluite di acido solforico e nitrico.
Avviene così un’alterazione delle precipitazioni a livello di PH,
con il notevole rischio di innescare una serie di scompensi nei
delicati equilibri che regolano i processi biotici e abiotici sul
nostro pianeta (come ad esempio l’acidificazione dei mari e dei
laghi e la degradazione del patrimonio monumentale);
Altri fenomeni di
contaminazione ugualmente pericolosi per la salute pubblica,ma con
effetti negativi a livello locale prendono il nome di
inquinamento a piccola scala, esso può
avere origine: dalle industrie, dal
traffico veicolare, dalle centrali termiche per riscaldamento:
le
industrie:
l’inquinamento atmosferico di origine industriale non è
generalizzabile ed strettamente connesso alla tecnologia produttiva
dei singoli insediamenti; il parametro fondamentale per la
valutazione del contributo inquinante di una lavorazione industriale
è il fattore di emissione, il quale rappresenta la media del tasso
di rilascio in atmosfera di un dato inquinante a seguito di una
determinata attività, come la combustione o una data produzione
industriale;
il traffico
veicolare:
gli autoveicoli determinano inquinamento ambientale sia di tipo
chimico (emissioni di sostanze tossiche) che fisico (rumore).
L’inquinamento chimico è imputabile essenzialmente alla combustione
delle benzine e dei gasoli, nonché dal movimento dei pneumatici
sull’ asfalto;
le centrali
termiche per riscaldamento:
l’inquinamento delle centrali termiche per riscaldamento è
qualitativamente simile a quello prodotto dagli scarichi degli
autoveicoli. Il fattore di generazione comune è la combustione di
prodotti organici di origine fossile.
Incenerimento dei
rifiuti:
l’incenerimento procedimento proposto per lo
smaltimento dei rifiuti ha suscitato e tutt’ora provoca
preoccupazioni e perplessità in quanto le indagini condotte su molti
inceneritori hanno confermato che oltre agli inquinanti
tradizionali, intesi come normali prodotti della combustione ,
si ottengono altri prodotti di notevole tossicità che possono
avere una notevole influenza sull’ambiente. L’attenzione sotto
l’aspetto igienico sanitario è concentrata tra le specie organiche
ad elevato peso molecolare (composti organo clorurati) contenenti
alogeni quali i pesticidi, i policlorodifenili (PCB) e
trifenili (PCT) le policlorodibenzodiossine (PCDD) e
policlorofenossifenoli (PCPP). Una particolare attenzione è
stata dedicata alle famiglie delle clorodiossine e dei
clorodibenzofurani per l’elevato grado di tossicità di
gran parte dei loro termini e per il pericolo che essi
rappresentano in funzione della loro non
biodegradabilità e dalla capacità di accumulo negli organismi
viventi con funzione carcinogenica e teratogenica.
Le emissioni
nell’atmosfera non sono costanti durante l’anno. Variano con le
stagioni. Nel periodo invernale, mentre le emissioni
industriali rimangono sostanzialmente costanti, si ha un aumento
del traffico veicolare, a cui si aggiunge l’inquinamento
derivante dagli impianti di riscaldamento.
L’andamento
dell’inquinamento atmosferico in una certa località dipende,
a parità di tipo, intensità e distanza delle sorgenti di emissione,
dalla evoluzione delle condizioni meteorologiche locali,
poiché queste influiscono: sulla concentrazione al suolo
es. le precipitazioni contribuiscono a ripulire l’atmosfera),
sulla trasformazione chimica (es. l’umidità dell’aria
partecipa alle reazioni chimiche con formazione di piogge acide, o
la radiazione solare fornisce l’energia necessaria ad alcune
reazioni chimiche e fitochimiche), sul loro trasporto(es. le
sostanze emesse in un cero luogo possono essere trasportate e/o
disperse dal vento e ricadere altrove). Quindi pur rimanendo
invariata la quantità di inquinanti emessi
i fattori meteorologici influenzano in maniera sensibile le
concentrazioni misurate.
Alcuni esempi di
fenomeni positivi si hanno in giorni con vento e/o pioggia
durante i quali si ha un forte calo di concentrazioni per
quasi tutti gli inquinanti. Esempi di fenomeni negativi si
hanno con L’inversione termica e lo smog
fotochimico.
INVERSIONE TERMICA:
E’ un fenomeno dato dalla coincidenza di scarsi venti al suolo e
riscaldamento dell’aria solo in quota.
Infatti esiste una naturale tendenza dell’aria a raffreddarsi con
l’aumentare dell’altitudine . Questa situazione determina dei moti
convettivi che causano una circolazione e un ricambio dell’aria.
Nei casi di inversione termica questa situazione è interrotta.
Con l’aumentare dell’altezza l’aria ad un certo punto per
condizioni climatiche particolari invece di continuare il suo
naturale raffreddamento inizia a riscaldarsi. In queste
condizioni si crea una specie di barriera naturale in
quota che impedisce la dispersione verso l’alto degli
inquinanti e ne determina l’aumento della concentrazione al suolo.
Ciò porta in molte città, al superamento
dei valori limite di legge.
INQUINAMENTO FOTOCHIMICO - SMOG FOTOCHIMICO:
il termine di smog è stato originariamente usato per
descrivere una spiacevole combinazione di fumo e nebbia (smoke and
fog) contenenti SO2 (smog di Londra). Questo tipo di smog è chiamato
smog riducente o solforoso. Lo smog di Los Angeles, di
Denver e altre località è caratterizzato da alte concentrazioni di
ossidanti è chiamato per questo smog ossidante o fotochimico.
E’ originato da reazioni fotochimiche attivate dalla luce del
sole, che trasformano alcuni degli inquinanti primari (inquinanti
emessi dall’ attività umana , come CO,CO2, SO2, NO2, idrocarburi,
particelle solide) in inquinanti secondari come O3 aldeidi
,perossidi, PAN . Sono questi inquinanti che costituiscono lo somg
fotochimico. In queste reazioni sono implicate una una grande
varietà di idrocarburi e fra di esse le piú importanti sono
quelle che riguardano l’intervento degli idrocarburi nel ciclo
fotolitico dell’NO2. In questo ciclo infatti vengono prodotti
due dei piú nocivi inquinanti secondari l’ozono e il PAN che
essendo molto simile agli altri e prodotti in maggiore quantità
sono assunti come traccianti .
I tipici
episodi di inquinamento da smog fotochimico si verificano nella
stagione calda e soleggiata :Inoltre le misure di ossidanti
evidenziano un ciclo giornaliero con valori massimi attorno a
mezzogiorno e prossimi allo zero durante la notte; questi valori
estremi sono da collegarsi all’attività urbana e all’irradiazione
solare variabile nell’arco delle 24 ore.
L’ effetto
di questo inquinamento sull’atmosfera è la riduzione della
visibilità dovuta a aerosol formato per polimerizzazione di
molecole prodotte in reazioni primarie di formazione dello smog
(sostanze organiche essenzialmente aldeidi). Sulle persone può
provocare irritazione agli occhi e alla gola e menomazione delle
funzioni respiratorie.
Nelle piante la
presenza di ozono e di acetil nitrati blocca la fotosintesi nelle
foglie.
La gomma e le
fibre tessili sono materiali soggetti ad alterazione
chimica per esposizione a quantità molto piccole di ozono. I
danni sono rilevanti nella fabbricazione dei pneumatici e
per impedire l’attacco dell’ozono con conseguente fessurazione,
si usano particolare additivi antiozonanti. L’attacco
dell’ozono riguarda anche le fibre tessili, in relazione a fattori
come luce e umidità che sembrano elementi necessari perché abbia
luogo un apprezzabile alterazione della resistenza delle fibre. Gli
effetti dannosi sono risentiti in modo via via più intenso
nell’ordine da: cotone , acetato, nailon, poliestere. |
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