|
|
|
Fulminazioni |
Come funzionano i rilevatori di fulmini? Come proteggersi dai fulmini? Un po' di scienza dei fulmini...
Da sempre il fulmine ha
rappresentato, nell'immaginazione dell'uomo, il divino, data la
sua imprevedibilità ed il suo effetto letale; tuttavia il
fulmine è un fenomeno fisico che solo di recente è stato oggetto
di studio scientifico. A causa dei numerosi danni che provoca è
tutt'ora al centro del dibattito tecnico e scientifico e molti
aspetti di questo fenomeno non sono ancora chiariti, nonostante
i numerosi esperimenti e i sistemi di rilevamento messi a punto
per captare o registrare le scariche atmosferiche. Si sono escogitati vari metodi per studiare il fenomeno del fulmine e molti esperimenti sono stati compiuti sia con fulmini naturali sia con fulmini ricreati in laboratorio o in atmosfera. Gli esperimenti in laboratorio permettono di riprodurre scariche simili al fulmine con parametri controllati per verificarne il comportamento. Gli esperimenti sui fulmini naturali invece si basano sull’utilizzo di torri alte o punte isolate, che sono particolarmente esposte ai fulmini, attrezzate con strumenti di misura, oppure sull’uso di linee elettriche aeree che fungono da antenna e che consentono di misurare in modo indiretto la presenza dei fulmini. Un ulteriore tipo di esperimento in atmosfera utilizza dei razzi lanciati verso le nubi che innescano la scarica di fulmine, guidandola a terra verso gli strumenti di misura. Un nuovo tipo di studio è iniziato con la creazione dei primi rilevatori di fulmine. Numerose valutazioni, soprattutto sulla densità dei fulmini al suolo e sulle diversità cerauniche tra le varie regioni della terra, sono state possibili grazie ai primi tipi di sensori, che consentivano di captare la presenza del fulmine entro un raggio di qualche decina di chilometri. I modelli più noti sono il CIGRE – 10KHZ e il CIGRE 500 Hz. Una nuova generazione di sensori è stata sviluppata in America negli anni '80, consentendo di misurare non solo la presenza del fulmine ma anche il punto di impatto e le caratteristiche elettriche. Tali sensori si basano sulla registrazione ad ampio spettro del campo elettromagnetico e su triangolazioni goniometriche, utilizzando le tecniche del Time of Arrival (Tempo di Arrivo) e del Detection Finder (Misura del Campo). Una terza tipologia di sensori si basa sull’ analisi interferometrica del campo prodotto dal fulmine; anche in questo caso è possibile misurare sia la posizione di impatto che le caratteristiche elettriche del fulmine. Un tipo differente di misura è possibile analizzando uno spettro in frequenza tipico dei fenomeni elettrici lontani e studiando quindi i fulmini che avvengono a grandi distanze. Questo tipo di misura non consente di dare dettagli significativi e di avere un’alta efficienza nel conteggio dei fulmini, ma permette di localizzare i temporali con grande anticipo, cioè quando questi sono ancora a grande distanza dall'area di interesse. Leader in questo settore è sicuramente il Centro di Bracknell in Gran Bretagna.
La recente tecnologia spaziale ha
permesso inoltre l'invio nello spazio di rilevatori satellitari. Il fulmine può creare molti problemi all’esercizio delle reti elettriche di alta media e bassa tensione, in quanto le linee aeree sono solitamente delle strutture alte ed isolate. Questo fa si che il fulmine possa facilmente decidere di colpire direttamente uno dei pali od uno dei conduttori, creando rotture meccaniche o rotture degli isolatori. D'altro canto, anche se non colpisce direttamente la linea, il fulmine crea una sovratensione indotta sui conduttori che, soprattutto in media tensione può dare scarica dell’isolamento o intervento delle protezioni con momentanei disservizi. D’altro canto tutti gli apparecchi elettronici risentono di eventuali sbalzi di tensione, e quindi sono facilmente danneggiabili se un fulmine cade nelle vicinanze, sia per induzione diretta che per sovratensione propagata. A rischio di impatto diretto sono anche tutte le torri televisive, i ripetitori e le antenne telefoniche, che devono quindi premunirsi in modo opportuno. I fulmini creano inoltre numerosi danni agli edifici, sia per impatto diretto che per induzione e di conseguenza la protezione degli edifici dal fulmine deve sempre essere effettuata, secondo la Normativa vigente. Infine corrono pericoli da fulmine anche i satelliti e le missioni spaziali in fase di lancio.
A quelli che possiamo definire
danni ad apparati e costruzioni si aggiungono i danni biologici
alle persone, che possono essere molto gravi o addirittura
letali. Per evitare questo genere di incidenti esistono delle
regole di comportamento da rispettare e diffondere. Per poter dare origine ad una differenza di potenziale è necessario che in due regioni diverse e relativamente vicine dell’atmosfera, o tra una regione dell’atmosfera e la crosta terrestre, si creino degli accumuli di cariche opposte. Il processo di formazione delle cariche in grado di generare tali accumuli è il meccanismo convettivo all’interno di un temporale o di una turbolenza atmosferica. Una volta create le aree con carica opposta, se la differenza di potenziale tra di esse è sufficiente a creare una scarica, come tra poli opposti di una batteria, avverrà il passaggio di corrente e il conseguente illuminamento del percorso di carica. La situazione propizia più classica per la produzione di fulmini è data dal temporale, costituito da nuvole dette cumulonembi. In realtà i fulmini possono verificarsi anche in altre condizioni atmosferiche, come le tempeste di sabbia, le bufere di neve o le nuvole di polvere vulcanica. Si sono infine verificati casi in cui avviene produzione di fulmini con cielo sereno, o con cielo coperto ma senza precipitazione in atto. Si possono avere vari tipi di scarica di fulmine. Ogni fulmine può quindi essere identificato fornendo la tipologia che gli compete, oltre ad alcuni parametri principali come l’intensità di corrente o la polarità di carica.
Ciascun tipo di fulmine attiene ad
un processo fisico di formazione con caratteristiche proprie. Le nubi temporalesche possono avere dimensioni diverse, da nubi di estensione verticale di qualche chilometro ai temporali giganti con nubi di estensione fino a 20 km. L’altezza media rispetto al suolo di una nuvola temporalesca è di circa 8-10 km, anche se queste misure sono molto legate alla zona geografica di formazione. In Italia si presentano tipicamente due tipi di temporali, quelli con fronti estesi provenienti dall’Europa occidentale e quelli localizzati, generati da convezione sul territorio.
All’interno di un temporale vi
sono correnti d'aria, dovute ai gradienti termici, e particelle
d’acqua e ghiaccio. Dall’interazione di questi elementi si ha la
formazione di cariche separate che si dispongono in regioni
opposte della nube. Le particelle cariche tenderanno a disporsi secondo uno schema bi o tri polare, con le cariche negative nella parte bassa della nube e quelle positive nella parte alta.
Il cumulonembo assume cosi
l’aspetto di un grosso dipolo, essendo le regioni cariche di
qualche km di diametro. Alcune sacche minori di cariche positive
si possono trovare nella zona inferiore della nube. Il maggior numero di scariche, con rapporto di 9 a 1, si sviluppa tra le nubi o all’interno della nube stessa. Queste scariche possono essere di entità molto diversa, a seconda che rappresentino piccoli cedimenti locali del dielettrico o scariche a grande distanza tra regioni di forte carica opposta. La caratteristica più immediata per i fulmini nube-suolo è la propagazione dalla nube verso terra (fulmine discendente) o dalla terra verso la nube (fulmine ascendente). La percentuale degli ascendenti è legata alla posizione geografica, ed alla presenza di punte sul territorio. Infine, se si considera il verso della corrente, i fulmini sono classificati in positivi e negativi.
I fulmini nube-suolo, per quanto
meno frequenti , sono i più pericolosi per le attività umane
nonché i meglio conosciuti; di questi sono state studiate in
laboratorio e con esperimenti all’aperto tutte le principali
caratteristiche. Ogni fulmine nube-suolo è in realtà formato da più componenti, che nell’insieme prendono il nome di fulmine. Il fulmine nel suo complesso ha una durata media di 0.2 sec., mentre le singole componenti hanno durata di decine di millisecondi e vengono chiamate colpi. Di solito per ogni fulmine ci sono due o tre colpi, intervallati da pause. Se si osserva ad occhio nudo un fulmine può capitare di vedere l’immagine intermittente; questo significa che si stanno percependo i vari colpi. Il fulmine inizia a propagarsi quando si crea un canale di carica ancora molto debole e leggermente visibile, che incomincia a svilupparsi verso terra. Questo canale procede per passi successivi, ciascuno dei quali è lungo circa 50 m, con pause di circa 50 msec. Questo canale è chiamato "stepped-leader". Quando lo stepped-leader tocca terra o incontra un canale analogo ascendente, il circuito nube-suolo viene chiuso e si ha passaggio di corrente. La corrente illumina il canale ionizzato fin qui rimasto oscuro generando così la classica striscia luminosa; questa fase è chiamata "return stroke" (colpo di ritorno). La velocità del colpo di ritorno è circa 1/3 della velocità della luce. Durante il passaggio di corrente si ha un brusco cambiamento di temperatura e di densità nel canale ionizzato lasciato dallo stepped-leader. Questo brusco cambiamento origina un’onda di pressione che si propaga e che viene percepita come tuono. Il canale di carica ionizzato ha un diametro di qualche centimetro, mentre la temperatura raggiunge i 30.000 K.
A questo punto il fulmine può
esaurirsi, oppure dell’altra carica può passare nel canale
preesistente, discendendo verso la terra in un secondo processo
oscuro, chiamato dart-leader, depositando altra carica lungo il
canale; di nuovo al raggiungimento della terra si avrà passaggio
di corrente con un secondo illuminamento, e così via per due o
più dart-leader. Solitamente questo processo è più veloce dello
stepped-leader e di solito non presenta rami secondari, come
invece capita spesso al primo colpo. Un fenomeno spesso concomitante alla discesa dello stepped-leader o alla presenza di una nube temporalesca, è la formazione di canali di carica ionizzata di segno opposto alla parte inferiore della nube, che si propagano verso essa o verso il canale discendente
partendo da terra (tipicamente da
punte o strutture isolate). Questi canali, chiamati "upward
leader" ( canali ascendenti), possono incontrare effettivamente
il canale discendente, aiutandolo così a chiudere il percorso, o
possono morire dopo poco senza aver originato il fulmine. Caso
estremo è quello in cui il canale ascendente è così forte che
riesce a raggiungere la nube prima di incontrare un canale
discendente. Questo da origine ad un fulmine ascendente.
La distribuzione di corrente per
fulmini negativi è nota da numerosi esperimenti, e il valor
medio di corrente è di 30 kA, con un intervallo che va dai 2 kA
ai 200 kA.
La perdita di conoscenza può
durare da qualche minuto a qualche ora e si possono avere
perdite di conoscenza anche successive.
La luce intensa del fulmine può
provocare danni alla vista e l’onda di pressione elevata può
creare danni all’udito. La corrente del fulmine dopo aver colpito il suo bersaglio si disperde nel terreno, quindi se si è in vicinanza della struttura colpita e si è a contatto col suolo si può venire in contatto con la corrente di dispersione e subire dei danni. Il fulmine può raggiungere anche l’interno degli edifici se questi sono collegati a strutture esterne (come l’antenna televisiva), percorrendo i cavi elettrici o altre strutture metalliche.
Un luogo chiuso, soprattutto se
metallico, come le automobili, o in cemento armato, come le
case, è una "gabbia" sicura, purché non ci siano possibilità di
condurre il fulmine dall’esterno all’interno (vedi punto
precedente). Tenendo ben presente questo, in caso di temporale si dovrà quindi: Spegnere il televisore, staccare la spina e l'antenna.
In automobile
In caso la macchina non sia
metallica essa non deve essere considerata in ogni caso sicura.
Quindi, prima di fare una gita,
informarsi sempre sulle condizioni meteorologiche. Quindi:
Nel parco
Se non si può trovare riparo,
restare accucciati in un area lontana da punte. Inoltre:
In barca
In una barca a vela sarebbe necessario che tutte le strutture metalliche fossero ben connesse fra loro e con il bulbo, mediante cavi elettrici, in modo che il fulmine abbia sempre un percorso verso l’acqua.
|
![]() |