San Benedetto, sequestro di 48 tonnellate di pesce scaduto e mal conservato

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Sabato, 30 Marzo 2013

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sequestro di pesce davvero fuori di portata eccezionale a San Benedetto del Tronto: il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, in collaborazione con il reparto aeronavale del Corpo di Venezia, ha portato a termine l’Operazione “Igloo”, per un sequestro di complessive “48,3 tonnellate di prodotti ittici scaduti e mal conservati e verosimilmente pericolosi per la salute dei consumatori e potenzialmente destinati a ristoranti, centri commerciali, mense e altri luoghi di aggregazione” si legge nella nota stampa.

L’operazione ha sottoposto a controllo alcune società della riviera sambenedettese operanti nel settore della lavorazione e della commercializzazione di prodotti ittici surgelati e congelati, al fine di verificare il corretto adempimento e il pieno rispetto dei requisiti igienico-sanitari degli stabilimenti produttivi e di stoccaggio.

Il piano d’interventi è stato attuato, dunque, allo scopo di rafforzare la tutela del mercato soprattutto nei periodi in cui taluni generi alimentari trovano significativi incrementi delle vendite e nell’ottica di garantire al consumatore finale, anche in tali circostanze, prodotti sempre più sicuri e rispondenti ai requisiti di legge. In quest’ambito, la Compagnia di San Benedetto del Tronto ha esaminato la filiera ittica, controllando la sussistenza di tutti gli standard qualitativi applicati nei diversi cicli della lavorazione e della successiva commercializzazione, partendo, però, da un primario riscontro sulla qualità e conformità dei prodotti acquistati e detenuti dalle imprese.

Le indagini in tal modo avviate hanno portato le Fiamme Gialle, supportate da personale specializzato della locale Azienda Sanitaria, presso un’importante azienda dell’entroterra sambenedettese, operante nella lavorazione, preparazione e commercio di prodotti ittici surgelati e congelati.

L’intervento “a sorpresa” ha consentito di intercettare, presso i magazzini di tale azienda, una rilevante quantità di prodotti di origine animale surgelati e congelati, del peso di 5,8 tonnellate, non più idonei all’alimentazione umana in quanto non solo tenuti in cattivo stato di conservazione ma, addirittura, in buona parte, già scaduti da oltre 5 anni.

Nell’ambito della medesima attività, diverse pattuglie di militari avevano intanto promosso un altro controllo presso una limitrofa impresa specializzata nell’industria del freddo con deposito per conto terzi, spedizione e logistica di merci, anch’essa sospettata di consistenti frodi alimentari, rinvenendo all’interno dei propri magazzini frigo, nelle analoghe cattive condizioni di conservazione, un’ulteriore rilevante quantità di pesce surgelato scaduto. I più approfonditi controlli, eseguiti dagli stessi militari all’interno delle celle frigo – a una temperatura di ben -20°C – hanno consentito di accertare che buona parte dei prodotti ittici detenuti, quantificata in ben 42,5 tonnellate, era oramai scaduta da diverso tempo e in cattivo stato di conservazione.

I rappresentanti legali delle due società – la quarantenne M.M. e il trentaseienne R.M. – sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per le violazioni della normativa speciale in materia di conservazione degli alimenti destinati al consumo umano contemplate dalla Legge n. 283/62, poiché resisi responsabili di aver conservato prodotti ittici in genere alterati o in cattivo stato di conservazione e, quindi, non idonei al consumo umano per aver perso le originali caratteristiche organolettiche.

Il sequestro delle complessive 48,3 tonnellate di prodotti ittici in rassegna ha consentito di eliminare dal mercato un ingente quantitativo di alimenti scaduti e/o mal conservati verosimilmente pericolosi per la salute dei consumatori e potenzialmente destinati a ristoranti, centri commerciali, mense e altri luoghi di aggregazione della collettività.

Le indagini esperite e gli interventi eseguiti hanno evidenziato la capacità del Corpo di colpire, in maniera globale, le violazioni alle regole del mercato, in questo caso sotto il profilo sanitario e commerciale, facendo leva sulla trasversalità dell’azione di vigilanza e contrasto della Guardia di Finanza, che, nella circostanza, si è avvalsa dell’impiego contestuale dei reparti territoriali e di quelli specialistici del comparto aeronavale. (rivieraoggi.it)

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