Il fulmine su San Pietro: «Ma quale bufala? Fortuna e costanza»

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Mercoledì, 13 Febbraio 2013

 

È troppo bello, troppo simbolico: nel giorno in cui il Papa annuncia le sue dimissioni dal Soglio vaticano, nel corso di un temporale un fulmine colpisce la cupola di San Pietro. L'ira divina? Può darsi, ma per qualcuno c'è uno «zampino» più terreno (leggi Photoshop) oppure si tratta di un semplice effetto di prospettiva. L'immagine ha subito scatenato accese discussioni e polemiche su web e social network, tra accuse e immediate imitazioni, tipo un fulmine che centra la Madonnina del Duomo di Milano.

IL FOTOGRAFO - Alessandro Di Meo, il fotoreporter dell'Ansa autore dello scatto, spiega: «Stava arrivando un temporale. Ho visto il primo fulmine e mi sono spostato sotto il colonnato. Mentre pulivo la lente dalla pioggia», prosegue Di Meo nel suo racconto, «un primo fulmine ha colpito la cupola. Ho provato ancora diverse volte finché un fulmine ha colpito la cupola proprio mentre scattavo». Di Meo rivela anche i dati tecnici dello scatto, dopo 40 minuti di appostamento: la macchina fotografica era appoggiata su una transenna e non sul cavalletto. Tempo di esposizione 8 secondi, diaframma 9 e 50 Iso di sensibilità, impostazione manuale. «Montavo un obiettivo grandangolare che mi permetteva di includere tutta la basilica nell'inquadratura».

 


Il fulmine su San Pietro (dalla Bbc)

 

POLEMICHE - «Capisco che possa sembrare incredibile», dice Di Meo. «Ma foto di fulmini se ne sono sempre fatte, questa volta è il fulmine giusto, nel posto giusto e al momento giusto. Io ci sono riuscito per caparbietà, e, perché no, anche con un pizzico di fortuna». Di Meo ha confermato la sua versione a Corriere.it, aggiungendo che, al momento dello scatto avvenuto alle 17.56, il fulmine ha dato l'impressione «visiva» di colpire la croce posta sopra la cupola e che la gente che si era rifugiata sotto il colonnato per proteggersi dal temporale ha fatto un balzo per il tuono seguente al lampo caduto a una così ridotta distanza.

I DATI - Stefano Dietrich, responsabile nazionale della rete europea di rilevazione dei fulmini Linet, dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Roma, espone a Corriere.it i dati che sono stati raccolti dagli stumenti. «Alle 17,54 di lunedì 11 febbraio sono stati registrati due fulmini intervallati da 75 millesimi di secondo e a una distanza di circa 3 chilometri l'uno dall'altro. L'interpretazione è che siano stati due rami dello stesso fulmine e, dato il margine di incertezza, non si può escludere che uno dei rami abbia centrato proprio la cupola di San Pietro. Escludo nel modo più assoluto», conclude Dietrich, «che si sia trattato solo di un effetto della prospettiva». La leggera discrepanza oraria può dipendere da una non corretta taratura dell'orologio interno della macchina fotografica. Quindi, Di Meo bravo... e fortunato. (Paolo Virtuani - corriere.it)

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