Tutela del pesce azzurro nel Canale di Sicilia: «Pescare meno, e con meno pescherecci»

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Martedì, 30 Aprile 2013

 

La popolazione delle acciughe nel Canale di Sicilia è ormai al limite del collasso: secondo i dati 2012 della Commissione generale della pesca nel Mediterraneo (Cgpm) della Fao, negli ultimi tre anni in media si sono pescate circa 5.160 tonnellate di acciughe, quasi il doppio del massimo sostenibile (2.359 tonnellate). Lo stesso vale anche per le popolazioni di sardine, che sono ai minimi storici.

Greenpeace informa che secondo le Organizzazioni dei produttori di pesca della Sicilia Occidentale, la principale minaccia alla stabilità degli stock di pesce azzurro del Canale di Sicilia è la pesca delle "volanti a coppia", ovvero la "pesca sperimentale" con gli attrezzi che utilizzano reti a strascico semi pelagiche. «Stamattina dalla nostra "Arctic Sunrise" sono partiti due gommoni per protestare contro un sistema di pesca che sta svuotando il mare: quello delle "volanti" che pescano in coppia utilizzando reti a strascico semipelagiche per catturare acciughe e sardine- ha informato Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace- Dai gommoni gli attivisti hanno aperto lo striscione "Questa pesca svuota il mare", mentre un altro si è tuffato in acqua con una grande boa e il messaggio "Esperimento pericoloso". Questi pescherecci, infatti, stanno distruggendo le risorse ittiche grazie a una "licenza sperimentale" che viene rinnovata ogni sei mesi dal ministero delle Politiche Agricole».

Le acque del canale di Sicilia sono sempre state pescose. Grazie alle correnti dello "Stretto" che incontrano i bassifondi del Banco Avventura, tra la Sicilia e la Tunisia, si creano vortici che portano in superficie le acque di profondità. Queste acque sono ricche di nutrienti e assieme alla luce del sole innescano la crescita del fitoplancton, cibo adatto per acciughe e sardine. Ma la situazione attuale è quella sintetizzata nelle conclusioni del Cgpm: «dato che lo stock è in questo momento sovrasfruttato, lo sforzo di pesca deve essere ridotto tramite un piano di gestione pluriennale fino a quando non ci saranno le prove di un recupero dello stock. Devono essere definite notevoli riduzioni delle catture assieme a riduzioni dello sforzo di pesca...».

Quindi Greenpeace ha elaborato un rapporto che analizza il problema e chiede con urgenza un piano di gestione capace di ridurre lo sforzo di pesca e le catture per scongiurare la perdita di una risorsa vitale per le comunità costiere siciliane come il pesce azzurro.

«C'è poco da fare, bisogna pescare meno, e con meno pescherecci- ha continuato Giannì- Un'ottima idea intanto ci sembra quella di non rinnovare le decennali "licenze di pesca sperimentale" che il ministero delle Politiche agricole assegna, a una decina di pescherecci a strascico, per usare la volante. Cos'abbia di sperimentale questa pesca dopo decenni non lo sa nessuno. Anche il settore conserviero di Sciacca (in crisi per molti motivi) non dev'essere contento di importare dall'Atlantico le acciughe che una volta venivano dal mare di casa. E' ovvio che una misura di questo tipo, che si può applicare da subito visto che le "licenze sperimentali" sono rinnovate ogni sei mesi, è solo il primo passo del "piano pluriennale" richiesto dal Cgpm. Un piano che a tutti dovrà richiedere misura e responsabilità. Pescare il pesce azzurro in inverno, con le volanti o con qualunque altro sistema, quando le catture sono spesso sotto taglia, è semplicemente insensato e deve essere vietato» ha concluso il direttore delle Campagne di Greenpeace. Ora al neo ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo spetterà il compito di difendere i pesci e i pescatori che svolgono il loro lavoro onestamente». (greenreport.it)

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