Contaminato il sito di Bussi (Pescara), diossina presente nei terreni

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Lunedì, 29 Aprile 2013

 

Pescara - Un disastro ambientale di enorme entita', con terreni e falde contaminate da decine di sostanze con valori migliaia di volte oltre i limiti di legge e l'accertata presenza di diossina. E' l'allarmante quadro fornito dal Wwf che diffonde i dati dei monitoraggi sulla contaminazione del sito di Bussi, in provincia di Pescara, relativi a una parte consistente del Sito Nazionale per le Bonifiche di Bussi, una delle 37 aree piu' inquinate d'Italia secondo il ministero dell'Ambiente, perimetrato con Decreto nel 2008 a seguito dei sequestri operati dal Corpo Forestale dello Stato nell'area nel 2007.

Il quadro di contaminazione nell'area industriale e' sconfortante. Su 43 parametri presi in considerazione (singole sostanze o gruppi di sostanze, tutte tossiche e/o cancerogene) per 35 sono stati riscontrati superamenti delle 'concentrazioni soglia di contaminazione' (o dei limiti indicati dall'Ispra) per la falda superficiale e 23 per la falda profonda. La stragrande maggioranza dei piezometri della rete di monitoraggio all'interno dell'area industriale evidenzia superamenti dei limiti.

Alcune sostanze mostrano superamenti di enorme entita': il cloroformio 453.333 volte i limiti nella falda superficiale e 46.607 volte nella falda profonda; il tricloroetilene 193.333 volte nella falda superficiale e 156 nella profonda; il mercurio 2.100 volte nella falda superficiale; il diclorometano 1.073.333 volte in falda superficiale e 3.267 volte nella falda profonda; il tetracloruro di carbonio 666.667 volte nella falda superficiale e 3733 volte nella falda profonda. I monitoraggi ambientali sono quelli realizzati dalla societa' Environ per conto dell'attuale proprietaria del sito industriale, la Solvay Spa.

Sulla base del Testo Unico dell'Ambiente (D.lgs.152/2006), anche il proprietario non responsabile della contaminazione di un sito e' obbligato a realizzare un Piano di Caratterizzazione e a mettere in atto la cosiddetta 'Messa in sicurezza d'emergenza' affinche' i contaminanti non fuoriescano dal sito, con un adeguato piano di monitoraggio. La societa' Solvay e' stata riconosciuta parte civile nel procedimento penale in corso, che lo scorso 18 aprile ha visto il rinvio a giudizio in Corte di Assise, per reati gravissimi come avvelenamento delle acque e disastro ambientale, di 19 persone riconducibili alla precedente proprietaria del sito, la Montedison.

L'Ispra, per conto dell'Avvocatura dello Stato, ha stimato un danno ambientale di 8,5 miliardi di euro e una contaminazione di circa 2 milioni di mc di terreni, oltre a quella relativa all'acqua di falda. La Solvay ha realizzato due sistemi di messa in sicurezza d'emergenza, uno per la falda superficiale e uno per la falda profonda, nonche' alcuni interventi relativi a piccole aree di rimozione di hot-spot di contaminazione di terreni. I dati dei monitoraggi realizzati dal privato, validati dall'Arta, Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente (l'agenzia e' presente ai campionamenti e realizza ''contro-analisi'' sul 10% dei campioni) costituiscono il riferimento per tutte le azioni di bonifica del sito e, sono, quindi, pubblici.

I dati presentati oggi a Pescara nel corso della conferenza del Wwf, si riferiscono esclusivamente all'attuale area di proprieta' Solvay e ad alcuni pozzi/piezometri posti a valle dell'area industriale nella Valle del Pescara alla confluenza tra il fiume Tirino e il Pescara. Da questi dati emerge che il sistema di trattamento e' in grado di ridurre drasticamente il livello della contaminazione ma che tra il 2007 e il 2012, 9 parametri sono risultati comunque superare la 'concentrazione soglia di contaminazione' per la falda superficiale e 3 per la falda profonda (il monocloroetilene ha avuto picchi di 106 volte il limite di legge per la falda superficiale e 264 volte per la falda profonda); inoltre alcune sostanze continuano a fuoriuscire dal sito nonostante il trattamento.

La situazione peggiora verso valle nei pozzi/piezometri che monitorano la falda nell'area della confluenza del fiume Tirino con il Fiume Pescara. Nel biennio 2011-2012 per la falda superficiale 11 parametri sono risultati essere oltre i limiti di legge, mentre per la falda profonda sono stati 12 i parametri non conformi. Tra questi, sostanze estremamente tossiche e/o cancerogene come il benzene (33 volte i limiti nella falda superficiale) il monocloroetilene (132 volte nella falda superficiale e 112 volte nella profonda), l'esacloroetano (16 volte nella falda superficiale e 152 volte nella falda profonda).

Nel 2011 la Environ per conto della Solvay ha ricercato, nei campioni di suolo all'interno del sito industriale, diossine e furani. Su 29 campioni ben 9 sono risultati avere valori superiori ai limiti di legge per le aree industriali. Il campione piu' contaminato presentava un valore di 23,7 volte il limite di legge per le aree industriali (237 volte se si considerassero i limiti per le aree a verde/residenziale).

''La situazione di compromissione dell'ambiente a Bussi e' veramente drammatica, uno dei posti peggiori in Italia e in Europa. Servono immediati provvedimenti, sia per rendere completamente efficaci gli interventi di messa in sicurezza di emergenza in tutte le aree, sia quelle industriali che quelle circostanti, per evitare la diffusione verso valle degli inquinanti - dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del Wwf Abruzzo - In alcune zone gli interventi di messa in sicurezza di emergenza devono iniziare, quando la legge prevede che siano attuati entro le 24 ore dalla scoperta della contaminazione. Altre aree all'interno del perimetro devono addirittura essere caratterizzate, a 5 anni dall'istituzione del Sito Nazionale per le Bonifiche".

L'obiettivo e' quello di riportare un'area posta tra il Parco Nazionale della Majella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ad una qualita' ambientale elevata, in considerazione dell'enorme importanza dell'area sotto il profilo idrogeologico, in quanto in questo sito scorre quasi tutta l'acqua della regione.

Il Wwf chiede anche che gli enti assicurino la costante informazione sui risultati dei monitoraggi, come previsto dalle norme europee, ma "il Ministero dell'Ambiente e' in questo senso inadempiente, cosi' come il Commissario delegato, l'achitetto Adriano Goio", aggiunge De Sanctis denunciando l'assenza di dati sulla situazione della discarica Tremonti e delle aree contermini.

Infine, "e' grave che la Val Pescara non sia stata ricompresa nello studio epidemiologico Sentieri realizzato dall'Istituto Superiore di Sanita', che ha coinvolto gran parte dei siti nazionali di bonifica con risultati estremamente allarmanti sugli effetti degli inquinanti che si ritrovano in queste aree sulla salute delle comunita'. La situazione di Bussi deve essere considerata prioritaria da tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte''. (Adnkronos.it)

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