Rifiuti diventano stato, Unesco riconosce 'Garbage Patch'

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Domenica, 14 Aprile 2013

 

PARIGI - "Qualche anno fa fui colpita dalla notizia di un'isola fatta di rifiuti plastici, grande quanto il Texas e profonda trenta metri": su proposta dell'artista italiana Maria Cristina Finucci, la terra ha, simbolicamente, un nuovo stato, il Garbage Patch State, cioé lo stato delle immondizie.

In occasione di una cerimonia nella sede parigina dell'Unesco, presieduta dalla sua direttrice generale, Irina Bokova, e da Maurizio Serra, ambasciatore della delegazione dell'Italia presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione la Scienza e la Cultura, questa immensa 'isola' di plastica ha ottenuto il riconoscimento istituzionale di stato federale. Il Garbage Patch State, pur non comparendo su nessuna carta geografica e non avendo confini definiti, ha ormai una capitale, Garbandia, una sua costituzione, un governo e una bandiera nazionale (azzurra, come il mare, con vortici rossi come quelli che sul Pacifico - ma anche nel mare dei Sargassi nell'Atlantico e nell'Oceano Indiano - hanno convogliato e riunito in cinque isole tonnellate di rifiuti portati dai fiumi o scaricati dalle navi).

A dare una forma al nuovo Stato ci ha pensato Maria Cristina Finucci: per l'occasione l'artista ha realizzato, in collaborazione con l'Università' veneziana Cà Foscari e con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, 'Wasteland' ('terra desolatà, in riferimento al celebre poema di Thomas Steams Eliot), un'installazione formata da migliaia di tappi di plastica colorati racchiusi in sacchetti trasparenti a simboleggiare quest'enorme continente di rifiuti fluttuante che inquina il nostro mare.

L'opera sarà esposta durante il perido della Biennale di Venezia, dal 29 maggio al 24 novembre, all'Università Ca Foscari, eletta sede del padiglione del Garbage Patch State. A settembre seguirà un'altra performance della Finucci al Museo MAXXI di Roma promossa dal MAXXI educational e dall'Università La Sapienza. In programma c'é anche una missione nell'Atlantico. Da oggi è aperto anche un sito internet (www.the garbagepatchstate.org), un profilo facebook e presto sarà organizzato un flash mob.

"Questa iniziativa vuole sensibilizzare l'opinione pubblica a tutela dell'ambiente, patrimonio comune - spiega l'artista -. Il cosiddetto 'garbage patch' è uno dei più gravi fenomeni di inquinamento creato dalla plastica dispersa e trascinata in mare dalle correnti in un unico luogo. Un fenomeno che sta assumendo le dimensioni di un vero e proprio continente in continua crescita". E aggiunge: "Il riconoscimento dello stato come entità concreta, anche se fittizia, darà corpo a un problema che, seppure diffuso su scala planetaria, non assume ancora agli occhi dell'opinione pubblica una consistenza tangibile".

"Ognuno di noi è responsabile di questa realtà - conclude - in sessant'anni siamo riusciti a modificare la geografia del pianeta. Questo stato d'immondizie non può più restare nascosto. Non buttate la plastica in mare. Non fate aumentare questo stato perché anche se non si vede, o ha un bell'aspetto colorato, è nostro nemico. E' pericolosissimo per l'ambiente e per l'uomo". "La negligenza e la cecità - osserva anche la Bokova - mettono in pericolo la natura, i pesci e l'ecosistema marino. L'iniziativa della Finucci ci mette di fronte alla nostra responsabilità verso un pianeta che ci accoglie e nutre e verso le generazioni future". (ANSA)

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