Global warming al lavoro: brucia addirittura il nord della Siberia

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Lunedì, 5 Agosto 2013

 

In Russia l’estate del 2012 è stata quella con i più gravi incendi boschivi dell’ultimo decennio, peraltro funestato da enormi roghi che sono arrivati a lambire impianti nucleari, e il 2013 sembra non solo confermare il trend, ma addirittura rafforzarlo dopo una insolita ondata di caldo che a luglio ha portato a un aumento degli incendi nella Siberia settentrionale.

L’Earth Observatory della Nasa spiega che il persistere di un blocco di alta pressione nell’Artico russo (un blocco atmosferico, o blocking high) ha contribuito ad un caldo eccezionale che a Norlisk, dove i massimi a luglio erano di 16 gradi centigradi, ha raggiunto i 32° C. «I blocking highs sono così chiamati perché bloccano la corrente a getto che muove i “rain-bearing weather systems” lungo il loro normale percorso da ovest a est, questo porta a modelli climatici “bloccati”, con lunghi periodi di aria stabile e caldo eccezionale». La mappa qui sopra mostra dei terreni superficiali anomalie di temperatura per 20-27 luglio, 2013.

La mappa dell’Earth Observatory della Nasa che pubblichiamo mostra le temperature anomale ella superficie del suolo tra il 20 ed il 27 luglio 2013, misurazioni fatte dal Moderate resolution imaging spectroradiometer (ModisS) del satellite Terra della Nasa. la foto scattata dal satellite Modis mostrano invece gli incendi nei Circondari autonomi dei Kanty Mansiy e dei Yamalo Nenez le line ed i punti rossi sono gli hot spots dove Modis, insieme agli incendi, ha rilevato temperature superficiali anormalmente calde.

Gli incendi stanno devastando un’area nella quale fino ad ora erano abbastanza rari: in Siberia la maggior parte delle incendi estivi si verifica a sud del 57° di latitudine nord, lungo il confine meridionale della taiga. Gli incendi del luglio appena passato sono molto a nord, visto che infuria nei boschi vicino ai 65° di latitudine nord. Le alte temperature stanno giocando un fortissimo ruolo nell’innesco e nella propagazione degli incendi nella Siberia settentrionale, il legname più caldo brucia più facilmente di quello freddo perché è necessaria meno energia è necessaria per aumentare la temperatura fino al punto di accensione. Con l’impennata delle temperature nel nord della Russia è anche più facile che continuino a bruciare gli incendi già in atto, continuamente rialimentati da scintille o da fulmini.

La Nasa sottolinea che «L’ondata di caldo di questa estate, come tutti gli eventi meteorologici estremi, ha avuto la sua causa diretta in un complesso insieme di condizioni atmosferiche che si producono a breve tempo. Tuttavia, il tempo meteorologico si verifica nel più ampio contesto del clima, e c’è un alto livello di accordo tra gli scienziati che il global warming abbia reso più probabile che si verificheranno ondate di calore e incendi di questa portata».

Anche se al presidente russo Vladimir Putin la cosa sembra interessare poco, visto che vede nel global warming l’occasione per liberare dai ghiacci il Mar Glaciale Artico per trivellare petrolio e gas e far passare cargo carichi di merci, se a livello globale le temperature sono in aumento, in Russia questo aumento dalla metà degli anni ’70 è stato più rapido: circa 0,51 ° C per decennio rispetto ai circa 0,17 ° A livello globale, secondo uno studio da Anatoly Shvidenko, dell’International institute for applied systems analysis, le cose non sembrano destinate a migliorare: entro la fine del secolo i ricercatori russi e statunitensi si aspettano un raddoppio del numero degli incendi boschivi nelle foreste della taiga della Russia, così come un aumento della virulenza degli incendi. (greenreport.it)

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