Riprendiamoci le sabbie nere!

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Martedì, 6 Novembre 2012

 

[Grottammare, spiaggia a sud di Tesi’: in un boccone il mare s’è mangiato le sabbie nere]

“Ottomila lire, vive vive!” gridava […] e levava in alto gli occhiali nuovi, come per chiedere una spiegazione a Dio “ e ora sono anche sbagliati!”
(Anna Maria Ortese, Il mare non bagna Napoli - 1994)

Scavando voragini, la mareggiata del 31 ottobre se l’è portata via tutta tutta, la sabbiaccia nera costata appena due milioni di dobloni. E come il ladro gentiluomo che dopo la rapina lascia un biglietto di ringraziamento, il mare ha lasciato, per ringraziare, quintali e quintali di sassi, tutti quelli che c’erano prima e pure di più. Magari avrà pensato di farci un favore, perché le sabbie erano nere, erano schifide, erano “incompatibili”.

Ma che ne sa, il mare, di quanto ci sono costate! Io perciò dico d’andare a riprendercele. La mareggiata è recente, tanta strada sott’acqua quelle sabbie non possono averla fatta: se ci attrezziamo a dovere e siamo rapidi, ce la facciamo.

Il piano è di facile realizzazione. Si prende un chiattone spara-sabbia di quelli usati per il ripascimento con sabbie nere (a imitazione dell'ippopotamo che spara cacca centrifugandola in aria); qualche opportuna modifica ed eccolo pronto ad alzar le vele (si fa per dire). A bordo facciamo salire tutti quelli che contano, a occhio un centinaio di persone il chiattone le carica. Dunque: politici, funzionari, ingegneri ed esperti della Regione, assessori e consiglieri regionali-provinciali-comunali, sindaci e truppa di complemento, insomma tutti quelli che le sabbie nere le vollero, le votarono, le sostennero, le difesero, non le pagarono (perché le pagammo noi tutti), si arrampicarono sui vetri per difendere l’indifendibile, dissero se sono nere “ci spargiamo su un po’ della nostra sabbia dorata” e sarà come il cacio sui maccheroni… La strampalata ciurma sarà ovviamente coordinata, per stellette acquisite sul campo, da Capitan Vincenzo dalle Sabbie Nere, cui va il principale merito (lo dicono anche i Carabinieri) dell’audace impresa del ripascimento.

I Nostri, muniti di pinne maschera e boccaglio - libera scelta il modello del costume - con secchiello e paletta si caleranno a gruppi per riportare in superficie tutta la sabbia che possono. All’ultimo respiro. Come quando da giovani andavano a prendere cozze e cannelli. Non è difficile, le sabbie nere sono ancora nei paraggi e si riconoscono dal colore scuro. Quasi a costo zero l’operazione (se si escludono i secchielli, le palette, l’attrezzatura personale e il costumino, a carico dei Nostri); anche priva di rischi, al massimo lo scombicchierato equipaggio potrà sembrare quello di una carretta del mare in viaggio della speranza e la Capitaneria confondersi e speronarli.

Dalla riva si farà il tifo e il popolo applaudirà quelli che recuperano più sabbia. I conti saranno infine pareggiati: le sabbie che tanto costarono e appassionarono torneranno tra noi, col loro elegante nero ad abbellire la riviera dei Principi. E al mare avremo dato la lezione che si merita. (Sara Di Giuseppe)

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