Agli italiani piace la minerale, spendono 19,50 euro al mese

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Mercoledì, 21 Marzo 2012

 

ROMA - La spesa media mensile delle famiglie per l'acquisto di acqua minerale si attesta, nel 2010, a 19,50 euro senza evidenziare significative differenze territoriali. Tale spesa risulta di poco inferiore a quella sostenuta per il servizio di acqua potabile nelle abitazioni. I dati sono forniti dall'Istat che, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall'Onu e celebrata ogni 22 marzo, fornisce un quadro di sintesi sull'approvvigionamento di acqua a uso potabile e sui consumi di acqua delle famiglie.

La diffidenza nel bere acqua di rubinetto si manifesta ancora elevata nel Paese: nel 2011 il 30,0% delle famiglie ha al suo interno uno o più componenti che dichiarano di non fidarsi a berla. Tale fenomeno raggiunge i livelli più elevati in Sicilia (60,1%), Sardegna (53,4%) e Calabria (47,7%). Nel 2010 il 61,8% delle famiglie italiane ha acquistato acqua minerale, percentuale che risulta in leggero calo rispetto agli anni precedenti.

Il prelievo nazionale di acqua a uso potabile (dati 2008) ammonta a 9,11 miliardi di metri cubi di acqua, di cui l'85,6% proveniente da acque sotterranee, il 14,3% da acque superficiali e il restante 0,1% da acque marine o salmastre. I dati sui prelievi e la tipologia di fonte vengono diffusi per la prima volta per distretto idrografico, consentendo una lettura territoriale dello stato della risorsa idrica in Italia più pertinente, in quanto non riferita a delimitazioni amministrative, ma a limiti naturali (in base, cioè, a caratteristiche idrologiche e geomorfologiche).

In Italia, nel 2008, le regioni dispongono di un totale di 9,04 miliardi di metri cubi di acqua a uso potabile da destinare alle reti comunali di distribuzione. Tali volumi sono il risultato della fruibilità idrica propria del territorio, degli scambi interregionali e degli usi non civili. Il contributo extra regionale alla disponibilità interna della risorsa idrica per uso civile è generalmente diffuso, anche se non determinante, con le eccezioni di Puglia e Campania, che risultano particolarmente dipendenti dalle regioni limitrofe.

Nel 2008, il volume pro capite di acqua, corrispondente a 72,9 m3/anno per abitante (pari a 199,7 litri per abitante al giorno) è diminuito del 9,2% rispetto al 1999. La contrazione è imputabile sia alla variazione nel sistema di contabilizzazione, oggi più legato ai consumi reali direttamente misurati dai contatori, sia a una leggera riduzione dei consumi e, come conseguenza, degli sprechi idrici degli utenti finali. (repubblica.it)

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