ROMA - Ci siamo riempiti di debiti quando sembrava che non ci fosse limite ai prestiti e ora, proprio mentre i bisogni crescono, il rubinetto del credito si chiude. Non vale solo per l'economia, vale anche per l'acqua. Negli ultimi 50 anni l'agricoltura si è sviluppata mungendo acqua in quantità crescenti: i terreni coltivati sono cresciuti solo del 12 per cento, ma la produzione è quasi triplicata proprio grazie a un aumento delle superfici irrigate (e a nuove tecnologie).
Ormai le piogge non bastano più: il 20 per cento del cibo che serve alla nostra sopravvivenza dipende da una razione extra di acqua. Riusciremo a garantire questo apporto idrico anche in futuro? Anche ai 9 miliardi di persone che popoleranno la Terra tra qualche decennio? Anche con consumi pro capite che continuano a crescere?
Per rispondere a questi interrogativi dal 12 al 16 marzo si riunirà a Marsiglia il sesto Forum mondiale per l'acqua. Un appuntamento a cui parteciperanno 150 paesi e che sarà aperto da un documento denso di numeri allarmanti. Già oggi l'agricoltura richiede, a livello globale, il 70 per cento di tutta l'acqua che utilizziamo, una percentuale che sale fino all'85 % per cento nei paesi poveri.
Per sfamare una persona per un giorno servono tra i 2 mila e i 5 mila litri di acqua, a secondo del tipo di dieta scelta. Il consumo di carne, ad esempio, aggrava notevolmente il bilancio idrico. Si calcola che l'80% del mais aggiuntivo che dovrà essere prodotto entro il 2050 servirà
a nutrire il bestiame. Maggiore impiego di acqua e maggiore impatto chimico nei campi uguale aumento dell'impatto ambientale. Secondo le stime presentate a Marsiglia, un quarto delle terre del pianeta sono già degradate e alcuni grandi fiumi non riescono ad arrivare al mare durante una buona parte dell'anno.
Questo equilibrio già così precario è destinato a subire forti spinte destabilizzanti a causa del cambiamento climatico e della richiesta crescente di cibo. Nei prossimi 25 - 30 anni bisognerà ottenere un aumento della produzione di cereali compreso tra il 75 e il 100 %. Come raggiungere l'obiettivo mentre il suolo agricolo tende a diminuire per effetto dell'espansione delle aree urbane, della desertificazione e della salinizzazione dei terreni?
"Il tema centrale dell'appuntamento di Marsiglia è proprio questo, l'acqua e la sicurezza alimentare, perché la sicurezza del cibo è sempre più legata alla disponibilità di acqua", spiega Pasquale Steduto, responsabile Fao per la questione idrica. "Per uscire dal tunnel in cui siamo finiti bisogna tagliare gli sprechi. Quindi migliorare le tecnologie di uso dell'acqua. E abbattere lo spreco del cibo: ne buttiamo tra il 30 e il 50 per cento. Buttando, assieme al cibo, l'enorme quantità di acqua che è servita per produrlo".
Da questo punto di vista l'Unione europea, con la campagna contro gli sprechi lanciata da uno spin-off italiano dell'università di Bologna, Last Minute Market, ha indicato una direzione di marcia che ora potrebbe allargarsi su scala globale. L'appello che verrà dal Forum di Marsiglia è agganciare la battaglia per la difesa dell'acqua a quella per la razionalizzazione del ciclo alimentare: abbattere gli sprechi e adottare stili dietetici più sani e sostenibili. (Antonio Cianciullo - republica.it)
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