Tante volte greenreport si è speso su un tema centrale per la sostenibilità ambientale e sociale e per il rilancio dell'economia (ecologica) del nostro Paese. Stiamo parlando della "manutenzione", cappello sotto il quale si nascondono esigenze, prospettive e posti di lavoro in quantità, e che per questo necessiterebbe davvero di essere tenuta molto più in considerazione. Qualche riflessione in tal senso anche l'attuale ministro Corrado Clini le ha fatte a seguito delle disastrose alluvioni che hanno colpito l'Italia, ma ora sembrano già poco più che lettera morta. Tuttavia arrivano dei segnali che di diritto e di rovescio confermano questa nostra convinzione che non sembra più essere solo una fissazione degli ambientalisti.
Sotto il cappello "manutenzione" si possono e si devono ascrivere sia le parole del presidente dei geometri e geometri laureati italiani Fausto Savoldi; sia la proposta della regione Campania di cui parla oggi il Sole24Ore ma già evidenziata da campaniac'entro on line oltre un mese fa.
In un'intervista di Italia Oggi del 29 febbraio Savoldi sostiene che «il geometra del futuro demolirà quanto costruito negli anni 70-80, si dedicherà all'ambiente, alla sostenibilità dell'abitare e al recupero del nostro patrimonio storico ed ambientale (...). Analizzerà sistemi di certificazione ambientale e della qualità utilizzando protocolli internazionali sia relativi alla valutazione dei beni, sia riguardanti la certificazione».
Si tratta di una svolta, non più solo di segnali. Tardiva magari, non ancora certamente strutturata. Che avrà come sempre uno sviluppo non lineare. Ma la prospettiva non è più quella del costruire il costruibile sempre e comunque purché si lavori e purché si possa crescere (vedi i dati sconvolgenti sulle case fantasma scoperte in questi giorni, un milione sparse per l'Italia). E' semplicemente la crisi che ha prodotto questo? Allora viva la crisi, perché le condizioni pre-crisi tanto non torneranno.
Come del resto è sempre la crisi che ha spinto - davanti all'emorragia di posti di lavoro e di chiusure di fabbriche - il governatore della Campania, Stefano Caldoro all'idea di «una grande "officina" campana. Un polo per la manutenzione di auto, aerei, treni e navi, che raggruppi e capitalizzi il know how di strutture come quella ad hoc creata dalla Ntv a Nola e dall'Atitech a Napoli» e che ha già presentato, ricevendo il plauso, al ministro Corrado Passera. L'idea - spiega campaniac'entro - mira a raggruppare le strutture già esistenti, perché «c'è un problema di dimensioni. La concorrenza è spietata anche nel campo della manutenzione - ha sottolineato. Si tende a spostarsi nei Paesi in cui il costo del lavoro è più basso». Ma la Campania potrà sfruttare le sue maestranze, «che sono molto capaci», vere e proprie eccellenze.
Al di là della bontà del progetto in sé, che non ci pare male per quanto ne sappiamo, è l'idea di fondo che convince. Almeno in questa fase - new normal verrebbe da dire - in cui l'economia ristagna e le materie prime scarseggiano o sono piuttosto care, la manutenzione è una strada sensata. E fa ancor più piacere che certe iniziative arrivino dal tanto vituperato sud. E la strada è sensata per la meccanica e lo è per il territorio. Pensiamo ai problemi sismici di questo Paese; alle bonifiche; al dissesto idrogeologico agli acquedotti e ai depuratori. Alla necessità di trovare soluzioni alla mobilità, che è anche questa manutenzione dell'esistente e pure trasformazione delle città a misura di pedone, tram e bici e non più solo di auto. Ricostruire, riqualificare, bonificare. Che significa industria, manifatturiero e soprattutto lavoro per l'uomo e per l'ambiente . (Alessandro Farulli - Greenreport.it)
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