Il boato del terremoto del Giappone

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Mercoledì, 7 Marzo 2012

 

MILANO - Un boato spaventoso, di quelli che mettono paura dentro. Il terremoto Tohoku-Oki di 9 gradi della scala Richter che quasi un anno fa (11 marzo 2011) devastò il Giappone provocando circa 20 mila morti (il 90% causati dallo tsunami) è stato reso udibile. Il sisma, in un territorio disseminato di apparati scientifici sofisticati, è stato il più studiato e analizzato della storia della geologia. Dalla gran massa di dati, ricercatori guidati da Zhigang Peng dell'Istituto di tecnologia della Georgia, hanno ricavato un audio del «rumore» delle onde sismiche.

FREQUENZE - L'orecchio umano (da giovane) riesce a sentire i rumori compresi in una gamma di frequenze tra 20 e 20 mila Hertz (20Hz-20kHz), zona al limite massimo delle frequenze delle onde sismiche registrate dai sismografi. Peng non ha fatto altro che accelerare di cento volte la velocità, in modo da portare le frequenze a livelli udibili. In questo modo i segnali ricevuti in circa un'ora vengono riprodotti in un intervallo di pochi secondi. Il risultato sarà pubblicato nel numero di marzo-aprile della rivista specializzata Seismological Research Letters.

BOATO - Il primo audio si riferisce alle onde sismiche che hanno investito la costa nell'area compresa tra la centrale nucleare di Fukushima e Tokyo. Il primo boato è la scossa principale di 9 gradi Richter (il quarto terremoto più forte degli ultimi 100 anni), i rumori successivi le scosse di assestamento dovute agli spostamenti di decine di metri della faglia dove si è verificata la rottura, tra le quali due di 7,7 e 7,5 gradi avvenute circa 30 e 42 minuti dopo il sisma iniziale. Le scosse di assestamento avvengono tutt'ora e proseguiranno per anni.

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