Lo studente sedicenne che risolve l'enigma matematico di Newton

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Mercoledì, 30 Maggio 2012

MILANO - «Ci sono persone ingenue che si conoscono e fanno un abile uso della loro ingenuità» recita un noto aforisma di François de La Rochefoucauld. A questa schiera di individui appartiene certamente il giovane Shouryya Ray che grazie alla sua «ingenuità da scolaretto» è riuscito a risolvere un quesito matematico posto per la prima volta dal grande Isaac Newton e che per circa 350 anni ha scervellato gli studiosi.

PROBLEMI - Il sedicenne, di origine indiana, ma che vive da quattro anni a Dresda, è riuscito a calcolare esattamente la

traiettoria di un proiettile sottoposto a forza di gravità e alla resistenza dell'aria. Poi come se non bastasse, ha risolto anche un secondo problema riuscendo a stimare precisamente il tipo d’impatto e di rimbalzo che segue quando un determinato corpo sbatte contro un muro. I due problemi di fisica meccanica e le loro soluzioni potrebbero apportare grandi benefici alla scienza balistica e per questo il giovane Ray è stato celebrato sui quotidiani internazionali come un giovane genio. Da parte sua il sedicenne ha confessato che è stata la sua ingenuità a portarlo verso la soluzione dei problemi: «Quando i miei professori mi hanno detto che questi quesiti non avevano soluzioni, ho pensato tra me e me: Bene, non c'è nulla di male nel provare. Alla fine questa ingenuità da scolaretto mi ha aiutato».

A SCUOLA - La passione per «l'intrinseca bellezza» della matematica gli è stata trasmessa da suo padre Subhashis che è un ingegnere e che sin da quando era piccolo ha stimolato la mente di Shouryya con calcoli aritmetici. A sei anni il giovane genio era già in grado di risolvere complicate equazioni. Nonostante sia arrivato in Germania senza conoscere una parola di tedesco, in pochi mesi il ragazzo è riuscito a imparare la lingua e adesso parla perfettamente con i suoi amici teutonici. La sua incredibile intelligenza è stata subito notata a scuola e per questo gli insegnanti hanno deciso di inserirlo in una classe dove la maggior parte degli alunni ha almeno due anni più di lui. Ormai neppure il padre riesce a stargli dietro: «Per risolvere i due problemi non ha mai discusso con me - dichiara il genitore - I calcoli matematici che ha usato sono oltre la mia portata». A chi lo esalta per le sue doti scolastiche, Shouryya risponde: «In realtà ci sono cose in cui potrei migliorare a scuola - dichiara il sedicenne - Una di queste è il gioco del calcio». (Francesco Tortora - corriere.it)

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