Nuova invece
- anche in Criminal minds gli S.I. cercano alibi
sempre nuovi all'escalation delle proprie
efferatezze - la filosofia del 2 x 1: "Per ogni
albero abbattuto ce ne saranno due nuovi arbusti"
(sic). Che ha un'eco sinistra, e non solo per
l'italiano raccapricciante. Ricorda infatti, seppur
all'incontrario, l'infausta contabilità di certe
rappresaglie di non lontana e insepolta memoria....
Qua si ammazzano sanissimi e bellissimi pini mentre
la velina comunale, spudorata come d'abitudine,
strombazza a squarciagola che lo si fa per il bene
cittadino e che gli alberi sono un intralcio alla
civiltà, una minaccia alla sicurezza. Dunque li
seghiamo subito, perchè cessino di nuocere!
In una San Benedetto in cui assessori verdi (!) e
assessore al decoro urbano (!) se ne fregano di
decoro urbano e di verde (lasciando, per dirne solo
una, che le palme in zona pedonale siano garrotate
da griglie assassine, e sterminando alberi e verde a
ritmi da disboscamento amazzonico); con strade anche
centrali dissestatissime e non per colpa degli
alberi che non ci sono; con viabilità da terzo mondo
(senza offesa per il terzo mondo che ha le sue
ragioni), si spaccia il killeraggio dei pini come
tutela della sicurezza, miglioramento della
percorribilità e balle equipollenti. E si tagliano
impunemente decine di alberi per fare "un nuovo
marciapiede e un percorso ciclopedonale"!... E per
sostituirli forse - loro così belli e sani - con
"essenze arboree meno impattanti" (sic). Magari con
arancetti-bonsai, Grottammare docet.
In quale
paese civile questo avverrebbe senza che i
responsabili fossero cacciati a furor di popolo e
vigorose pedate nel didietro?...
VERGOGNA!
Vergogna sono queste amministrazioni; vergogna è
l'opposizione che non sa o non vuole opporsi;
vergogna sono i comitati di quartiere che per
qualche parcheggio in più e per una malintesa
"sicurezza" si vendono il verde e gli alberi come
fossero propri dimenticando che sono DI TUTTI;
vergogna è quella stampa-grancassa che non un fiato
nè un barlume di critica osa spendere al cospetto di
simili nefandezze.
Vi segassero a voi!
[licenza poetica] (Sara Di Giuseppe)
PS: infatti per
alcuni si tratta solo di una questione numerica: un
albero vale l'altro. Ne taglio uno qui e ne ripianto
un altro lì. Che quell'albero tagliato magari sia un
albero centenario, sembra contare poco; che abbia
una sua storia e una sua memoria, benché meno. In
fondo si tratta solo di semplici alberi, pini per
l'esattezza: pezzi di legno con tanti piccoli aghi,
sotto cui non devi parcheggiare l'autovettura
altrimenti te la ritrovi tutta sporca di resina e
bestemmi maledicendoli. Chissà magari un giorno
[come
espresso in licenza poetica]
qualcuno arriverà a pensare di poter segar via anche
un essere umano, rimpiazzandolo con un "nuovo" bebè,
questa volta però meno rompicoglioni dell'altro, che
da piccolo non piange, non si lamenta quando ha fame
o ha sete, e che quando sarà grande non si ribellerà
alle incomprensibili e innaturali condizioni di vita
alle quali verrà sottoposto, perché quella sarà una
creatura più ubbidiente, servizievole e rispettosa,
non più fatta a immagine e somiglianza di chi l'ha
generata, ma pensata, progettata e realizzata per
poterne esaudire i bisogni e le necessità.
Certo, a volte è necessario compiere un determinato
gesto, prendere decisioni difficili, spesso anche dolorose; ma
quando lo facciamo senza mostrare alcun
sentimento, alcuna emozione, quel gesto si trasforma
in un sopruso, in un'imposizione, generata dal senso di superiorità che
ormai ci pervade presuntuosamente.
Forse ad alcuni sembrerà ridicolo ma se prima di
tagliare avessimo espresso un semplice, elementare gesto
o pensiero di
riconoscenza, di riconoscimento nei riguardi di
quegli alberi, invece di maledirli per i "problemi"
che stanno generando, li avremmo perlomeno
ringraziati per averci fatto compagnia in questo
nostro tempo, perché in
fondo non dobbiamo dimenticare che qualcuno, anni
fa, spesso tanti anni fa, ha piantato dei giovani
arbusti, con
l'intento di adornare una piazza, un viale o un
giardino, perché riteneva che queste creature, nel
corso del tempo, avrebbero donato un duraturo "sprazzo di vita" a quegli spazi
che si stavano lentamente, ma inesorabilmente,
ricoprendo di asfalto e di cemento. (RG) |