Sotto esame le strutture nelle aree protette per un turismo compatibile

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Martedì, 15 Maggio 2012

 

Bologna - Ristoranti che propongono un'alimentazione sana e a km zero, campeggi certificati Iso, agriturismi e hotel costruiti secondo i principi dell'edilizia bioclimatica e arredati con mobili in materiali naturali o di riciclo, ostelli 'verdi': strutture diverse per target e offerta, che però hanno in comune l'impegno nell'offrire una vacanza dal minor impatto possibile sull'ambiente, dalla ristorazione alla ricezione fino agli spostamenti.

E' il risultato di Ecorutour (che sta per Turismo rurale ambientalmente compatibile in aree protette per uno sviluppo sostenibile a bassa emissione di gas a effetto serra), progetto cofinanziato al 50% dalla Commissione Europea - direzione Ambiente Unità Life + Environment Policy and Governance - che ha come obiettivo quello di costruire una maggiore consapevolezza di fruitori, operatori e gestori, diffondendo nel settore del turismo rurale la consapevolezza dell'effettiva emissione di Co2 imputabile ai servizi turistici offerti nelle aree protette.

Ecorutour ha condotto una doppia campagna di sensibilizzazione degli operatori, affinchè modifichino approcci e abitudini, e di informazione del turista. Per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, capofila del progetto, il primo passo è stato contattare le strutture all'interno del Parco del Delta del Po, insieme con Arpa, cercando di 'misurare' consumi e impatto ambientale delle strutture in tutte le fasi dell'impresa - ristorante o albergo. Ad ogni struttura è stato poi chiesto di realizzare due menù indicandone il 'prezzo' in termini di Co2.

Al termine di questo percorso, è stata individuata una struttura particolarmente virtuosa in termini di impatto ambientale, il Parco Vacanza Rivaverde che attraverso soluzioni tecnologiche moderne ha saputo ridurre consumi e risparmiato in termini economici e di impatto ambientale. La struttura diventerà meta di visite guidate di studenti e operatori affinchè imparino a gestire (e scegliere) una struttura turistica in maniera responsabile.

A partire dal suo menù. Si può scegliere tra quello di carne e quello di pesce. Prendendo il primo come esempio, si inizia con un antipasto di crostini di mora romagnola che 'costa' 1,4 kg di Co2, si prosegue con un primo di cappellacci al formaggio di fossa (o,5 kg di Co2), un secondo di carne di maiale cotta nel vino sangiovese (1,4) con scalogno (0,1) per concludere con dolce e vino da dessert (0,2). Per questo menu' il conto e' di 3,6 kg di Co2, abbastanza leggero in termini di impatto perché i prodotti sono rigorosamente a km zero. (adkronos.it)

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