ROMA - E' andata meglio del previsto, ma c'è poco di cui rallegrarsi. Con un risparmio di 47.711 GWh/anno l'Italia ha centrato e superato di oltre 10.000 GWh/anno gli obiettivi fissati al 2010 dal Piano d'Azione italiano per l'Efficienza Energetica. A fare il bilancio dei risultati di un decennio di politiche e interventi per ridurre i consumi energetici del Paese è il Rapporto Annuale sull'Efficienza Energetica presentato questa mattina a Roma dall'Unità Tecnica Efficienza Energetica dell'Enea.
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Tre questioni aperte. Numeri che parlano di un successo che non soddisfa appieno, per almeno tre motivi. Il primo è che il potenziale di miglioramento dell'efficienza italiana era stato probabilmente sottostimato (come accaduto del resto con lo sviluppo delle rinnovabili) e i risultati sono stati decisamente inferiori a quelli del resto d'Europa. Il secondo è rappresentato dalla disomogeneità nei diversi settori. Se il residenziale e l'industria hanno chiuso il 2010 in attivo (forte nel primo caso, piuttosto ridotto nel secondo), i trasporti non sono invece riusciti a centrare il loro obiettivo (2972 GWh risparmiati anziché 3490). Infine, un'altra macchia è il fatto che se gli obiettivi alla fine sono stati centrati, il merito è solo
in parte di azioni mirate, mentre un grosso aiuto nella contrazione dei consumi è arrivato dalla crisi del 2008-2009. Un aspetto quest'ultimo che dal Raee emerge in maniera evidente.
I meriti dei cittadini. Il commissario dell'Enea Giovanni Lelli cerca di sottolineare gli aspetti positivi. "Questo rapporto - dice - evidenzia come il nostro Paese abbia saputo impegnarsi in questi ultimi anni per migliorare la propria efficienza energetica, attuando una riconversione del sistema produttivo e dei servizi energetici attraverso l'adozione di tecnologie più innovative. Ha contribuito a questo miglioramento anche una maggiore consapevolezza dei cittadini che hanno saputo cogliere le opportunità offerte dallo Stato con gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare migliorando il proprio benessere abitativo. L'efficienza energetica è ormai diventata uno dei capisaldi su cui si basa la nostra strategia energetica per ridurre sia la domanda che la dipendenza negli approvvigionamenti ed ha permesso all'Italia di raggiungere ottimi risultati".
I consumi complessivi. "L'andamento del consumo nei settori di uso finale - spiega l'Enea - mostra un aumento del consumo totale pari al 6,6% nel periodo 2001-2005 e una diminuzione del 6,2% nel quinquennio 2006-2010, con un tasso di riduzione medio annuo pari a circa l'1,25%. Tale riduzione, collegata alla forte contrazione dei consumi del settore industriale, oltre che ad una leggera diminuzione nel settore trasporti, che complessivamente hanno più che compensato l'aumento dei consumi verificatosi nel settore civile (residenziale e terziario), è da imputarsi alla crisi economica e agli effetti delle misure di promozione e incentivazione dell'efficienza energetica".
I dati dal 1990 al 2010. "L'Italia - ricorda ancora il Raee - è tradizionalmente uno dei Paesi a più elevata efficienza energetica tra quelli industrializzati: il consumo finale di energia per abitante pari a 2,4 tonnellate equivalenti di petrolio/capita è, infatti, uno dei più bassi tra quelli dei Paesi a simile sviluppo industriale (2,7 tep/capita media Ue). Questo indicatore, tra il 1990 e il 2005, pur con un andamento altalenante, ha registrato una variazione trascurabile, mentre nel periodo 2006-2009 ha mostrato un continuo trend decrescente che ha fatto segnare una marcata riduzione (6%) a seguito della forte diminuzione della domanda di energia primaria (-8,8%), superiore alla contrazione del Pil (-3,0%). I dati del 2010 fanno registrare un'inversione di tendenza, con un aumento dell'energia primaria maggiore di quello del Pil e conseguente aumento dell'intensità primaria (+1,4%)".
Il settore industriale. La botta inflitta all'industria dalla crisi, come attesta il rapporto, è stata davvero micidiale: "Nel 2009, il consumo energetico dell'industria è stato pari a 30,0 Mtep, con una riduzione del 19,9% rispetto al 2008. L'andamento nel corso degli anni evidenzia un incremento tra il 1990-2005 del 12,6%, e una riduzione del 27,0% nel periodo 2005-2009. La drammatica diminuzione dei consumi dopo il 2007 è da ascriversi alla recente crisi economica e finanziaria internazionale, che continua a far sentire i suoi effetti, dopo la ripresa dei consumi avvenuta nel 2010". Entrando nei dettagli sui risultati del settore industriale, il rapporto precisa che "il tasso medio annuo di riduzione del consumo per unità di valore aggiunto nel periodo 1990-2009 è stato alquanto ridotto (0,7%) e i miglioramenti di efficienza più rilevanti si sono registrati nei due sottosettori "energy intensive" della chimica e metallurgia".
Il settore residenziale. Quanto al residenziale, "il consumo di energia per abitazione mostra una riduzione del 2,6% del valore 2009 rispetto al 2000; questo valore è notevolmente al disotto della corrispondente variazione per la UE27 (-11,7%) e delle riduzioni ottenute da Germania, Francia e Regno Unito. In Italia, il consumo elettrico per abitazione nel periodo considerato, ha registrato una modesta riduzione (-1,8%), collegata all'acquisto e all'utilizzo da parte dei consumatori di apparecchi elettrici più efficienti, mentre il consumo termico per abitazione è leggermente aumentato, al contrario di quanto verificatosi per la maggior parte dei paesi europei".
Il settore dei trasporti. Ma ancora più modeste sono state le performance dei trasporti. "Nel 2009 - certifica l'Enea - la domanda finale d'energia nel settore dei trasporti è stata di 42,5 Mtep, con una riduzione del 4,7% rispetto al 2008. I consumi dei trasporti sono aumentati progressivamente fino al 2007, e hanno segnato solo nel 2008 e nel 2009 un'inversione di tendenza a causa della crisi economica, che ha prodotto una riduzione dei consumi sia del trasporto passeggeri sia del trasporto merci. Dei consumi complessivi, circa i 2/3 sono dovuti al trasporto passeggeri, la restante parte al trasporto merci, e sono entrambi dominati dalla modalità stradale: 89% dei consumi del trasporto passeggeri, addirittura il 93% di quello merci. Rispetto ad una media europea pari al 73%, in Italia l'86% delle merci è trasportato su gomma, da una flotta di veicoli con un'età media superiore a quella dei principali paesi europei e utilizzata con livelli di carico inferiori".
Gli altri fanno meglio. Ancora una volta il paragone con i nostri vicini è impietoso. "Nel periodo 1999-2009 - sottolinea il rapporto - l'Italia, che ha ridotto la propria intensità energetica nel settore trasporti di meno della metà rispetto alla Francia, presenta una quota del segmento autovetture, in passeggeri-chilometro, pressoché costante e un modesto aumento nell'impiego del trasporto ferroviario e del trasporto pubblico".
La banalità del bene. E' evidente quindi che malgrado l'obiettivo del Piano d'Azione italiano per l'Efficienza Energetica sia stato superato, c'è ben poco da festeggiare. A rendere ancora più forte il rammarico sono poi le valutazioni su come si è arrivati a centrare i risultati. Particolarmente indicativo è il settore residenziale, quello che alla fine emerge comunque con la pagella migliore. Quasi tutto il risparmio ottenuto (5.878 GWh/anno su 6.068) sono stati ottenuti infatti con il più banale e il più economico degli interventi: la diffusione degli erogatori per doccia a basso flusso e i rompigetto aerati per rubinetti. (Valerio Gualerzi -repubblica.it)
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