MILANO – Piuttosto di niente, meglio piuttosto. Gli Stati Uniti la scorsa settimana hanno annunciato un’iniziativa di sei nazioni per tagliare le emissioni di tre importanti fattori del riscaldamento globale: metano, nerofumo (black carbon) e idrofluorocarburi (Hfc). Oltre agli Usa partecipano Canada, Messico, Svezia, Ghana e Bangladesh. Washington e Ottawa finanzieranno un fondo iniziale con 15 milioni di dollari a testa.
EFFETTO SERRA - Secondo gli studiosi i tre componenti sono responsabili del 30-40% dell’effetto serra. Gli Hfc, che hanno sostituito i Cfc (messi al bando dal protocollo di Montreal) negli impianti di refrigerazione perché distruggono lo strato di ozono, si sono dimostrati altrettanto nocivi per quanto riguarda il potenziale di gas serra. Un trattato globale per la messa al bando anche degli Hfc risulta difficile a causa dell’opposizione di India e Cina, che sono i tra i principali produttori. Tra i gas a effetto serra il metano è da 25 a 70 volte più potente della CO2 (dipende dal numero di anni che resta nell’atmosfera).
SCELTA - La scelta degli Usa di attivarsi su questi tre composti e non sull'anidride crbonica dipende anche dal fatto che per ridurre la CO2 occorre un trattato mondiale sotto l’egida dell’Onu e tutti i tentativi finora fatti in questa direzione sono sostanzialmente falliti, l’ultimo a Durban nello scorso dicembre. L’obiettivo americano è aumentare il numero dei partecipanti a questa iniziativa oltre ai sei iniziali, in particolare con l’adesione di Paesi del Terzo mondo che sono emettitori di notevoli quantità di nerofumo a causa della pratica degli incendi dei campi dopo il raccolto e l’utilizzo di stufe e cucine arcaiche. Non a caso oltre agli Usa partecipano da una parte Canada e Svezia (finanziatori), e Messico, Ghana e Bangladesh (beneficiari) dall’altro. Per il metano i campi di applicazione sono la riduzione delle perdite dei gasdotti, nelle discariche e nei depuratori delle acque urbane. (corriere.it)
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