Alluvioni, 7 mld per prevenire "Otto comuni su 10 a rischio"

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Domenica, 19 Febbraio 2012

 

ROMA - Lavori per sette miliardi di euro, per passare dall'emergenza alla prevenzione. Ecco quanto ci vorrebbe quest'anno per evitare frane e alluvioni in un Italia dove otto comuni su dieci e il 10% del territorio nazionale sono a rischio idrogeologico. A lanciare l'allarme l'Anbi, l'associazione nazionale dei consorzi di bonifica che segnala come l'anno scorso i fondi necessari erano ben inferiori (5,600) eppure poco o nulla è stato fatto per tagli alla spesa pubblica. "E questo dimostra come l'assenza di un piano straordinario di manutenzione del territorio aumenti le necessità finanziarie per evitare disastri", dice il presidente Massimo Gargano.

Ora però, a gennaio, il Cipe ha deliberato lavori per circa seicentomila miliardi di euro, opere che nel complesso dei 7 miliardi, secondo l'Anbi, potrebbero creare 45mila posti di lavoro per un anno oltre a cominciare a mettere in sicurezza un territorio troppo spesso lasciato a se stesso. Negli ultimi 80 anni infatti ci sono state 5.400 alluvioni e 11.000 frane, e ogni anno le emergenze costano due miliardi di euro. Un territorio troppo spesso lasciato nell'incuria e troppo cementificato: i dati ufficiali parlano di 244.000 ettari consumati, praticamente due volte la superficie di Roma, ogni anno, e di 668 ettari al giorno che spariscono ogni giorno. Come dire 936 campi di calcio.

Non solo si costruisce tanto, ma spesso in luoghi sbagliati, a rischio. Eppure basterebbe un po' di memoria topografica, dicono all'Anbi. "Troppo spesso quando si va a vedere

l'antico nome di una strada che si allaga scopriamo che si chiamava via Pantano, Acquette, via Melma o Stagni. I nomi hanno un senso, un motivo e lo dimostra Stagni, la zona di Ostia che finisce regolarmente sott'acqua". Eppure basterebbe poco per saperlo, andando a chiedere la mappa del rischio idrogeologico ai Consorzi di bonifica.

Ma forse qualcosa sta per cambiare. "All'indomani delle decisioni assunte dal governo che ha deciso di non firmare le garanzie per la candidatura di Roma alle olimpiadi del 2020 forse è il tempo che questo paese chiuda la fase dei progetti faraonici e del ponte sullo Stretto e che dedichi maggiore attenzione ad attività di manutenzione più minute e più di dettaglio, essenziali per la salvaguardia e la difesa del nostro patrimonio ambientale". Così Enrico Borghi, sindaco di Vogogna e delegato dell'associazione nazionale dei comuni alle politiche per la montagna durante il convegno dell'Anbi.

Le parole più pesanti sono però arrivate dal presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio: "I sindaci sono come bambini cui vengono legati mani e piedi e gli viene detto di nuotare. Nelle nostre casse abbiamo 11 mld di risorse che non possiamo spendere, il patto di stabilità ci impedisce di svolgere la nostra funzione amministrativa essenziale per lo sviluppo del paese. Lasciateci fare il mestiere per cui siamo stati eletti, proteggere i cittadini dai rischi ambientali e valorizzare il nostro patrimonio". (Caterina Pasolini - repubblica.it)

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