BELGRADO - In Europa non si attenua l'emergenza gelo e neve, con il numero delle vittime che si avvicina ormai a quota 450. L'est e i Balcani restano le regioni più colpite per numero di morti e per la quantità di località completamente isolate a causa dell'impraticabilità delle strade. Ucraina e Polonia restano i Paesi più duramente colpiti in termini di vittime, rispettivamente con 136 e 68 morti assiderati, ma è pesante la situazione anche in Romania (38 morti), Italia (26), Repubblica Ceca (24), Lituania (23), Bulgaria (16), Ungheria (13), Serbia (12) Lettonia (10), Bosnia (10). Per la Russia gli ultimi dati parlando di una settantina di vittime del gelo nel mese di gennaio. A perdere la vita sono soprattutto i senzatetto, emarginati e alcolizzati, persone costrette a passare la notte all'aperto o in rifugi di fortuna. In molti Paesi le autorità hanno allestito migliaia di tende riscaldate per offrire un pasto e bevande calde ai più bisognosi. Una situazione di particolare emergenza si registra in Bosnia-Erzegovina per le centinaia di villaggi tuttora isolati dal resto del mondo, soprattutto nelle zone montuose del Paese, mentre in Serbia sono circa 70 mila le persone tagliate fuori da ogni contatto esterno. Pesanti in tutti i Balcani i blackout elettrici e nell'erogazione del riscaldamento, e cresce l'emergenza per i grandi fiumi gelati non più navigabili, con conseguenti problemi alle centrali idroelettriche che sorgono nelle loro vicinanze. Il Danubio è gelato per 170 km in territorio della Serbia, dove si è deciso di far intervenire i rompighiaccio. Anche la Sava, che confluisce nel Danubio a Belgrado, è per buona parte gelata nel suo corso in Serbia. (ANSA)
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