Maremma: per la siccità i fiumi diventano salati

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Mercoledì, 29 Agosto 2012

 

GROSSETO - La sorpresa più grande sono state le meduse. Le hanno trovate a diversi chilometri a ovest dalla foce dell'Ombrone, il fiume principe della Maremma. E con loro c'erano triglie, orate e altri pesci di mare. Un segnale oscuro per l'ambiente di questo tratto in parte ancora incontaminato della provincia di Grosseto che custodisce quel gioiello naturale che è il Parco naturale dell'Uccellina, perché significa che l'acqua del grande fiume sta diventando salina a causa della siccità e del cambiamento climatico.

ALLARME - A lanciare l'allarme ambientalisti e guardiani del parco, che proprio in questi giorni hanno eseguito numerosi accertamenti. Neppure Beatrice qui è riuscita a portare un po' di sollievo. «La situazione è molto grave», conferma Fabio Cianchi, coordinatore delle oasi del Wwf della provincia. «In 22 anni di lavoro da sentinella ambientale mai avevo visto una situazione così grave».

ANIMALI A RISCHIO - E non c'è solo il sale marino dell'Ombrone a preoccupare ambientalisti e ricercatori universitari (la situazione viene monitorata da più atenei), ma anche la condizione di uccelli migratori rarissimi, dei mammiferi e di altri animali. La testuggine d'acqua, specie minacciata d'estinzione, è quasi scomparsa, folaghe, martin pescatore, germani reali soffrono terribilmente. Così come gli abitanti dei boschi, soprattutto quelli che vivono protetti nel parco, come la volpe.

SICCITÀ - La siccità ha poi ridotto paurosamente il livello del lago di Burano, rifugio essenziale per i migratori e le paludi, come la Diaccia Botrona, habitat indispensabile per la sopravvivenza di numerose specie. «Nel lago di Burano il nostro pluviometro ha registrato 165 millimetri di pioggia», spiega Cianchi, «quando nel torrido anno 2003 si era fermato a 400 e già allora le cose andarono male». Adesso la speranza è che il tempo cambi e torni a piovere. La Maremma e i suoi tesori naturalistici possono resistere in questi condizioni non più di un paio di mesi. (Marco Gasperetti - corriere.it)

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