GROTTAMMARE – Il Tesino tra i fiumi più inquinati delle Marche? Grottammare non ci sta, e dopo essere finito diverse volte della black list di Legambiente, lo scorso giugno ha avviato un trattamento sperimentale agli enzimi nella direzione di una rinaturalizzazione della foce del Tesino, che il sindaco Luigi Merli tiene a precisare «è un torrente e non un fiume. Questo fa sì che nei mesi caldi vada in sofferenza idrica e con la poca acqua presente i campioni raccolti a luglio hanno una concentrazione molto più alta di batteri. Quindi quella di Legambiente è una rilevazione del biiiip».
Ma nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattima, giovedì 29 settembre, presso la sala consiliare di Grottammare, c’è stato molto più tempo per le spiegazioni del progetto – portato a termine con successo grazie al lavoro del geologo Primo Falcioni e dello staff dell’ufficio Ambiente, diretto dalla dottoressa Sonia Capeci - che per le polemiche.
Passata l’estate sembra infatti che la sperimentazione abbia dato i primi risultati: oltre che visibili dall’aumento delle colonie di pesci, misurabili scientificamente. Anche se putroppo tanta sporcizia viene gettata dal ponte lungo il letto del torrente, facendo perdere al paesaggio naturale parte del suo fascino.
Un numero significativo è quello dell’abbattimento dell’escherichia coli, pari quasi all’80%, dal 1° giugno a metà luglio, durata della sperimentazione. «Ma anche una riduzione sensibile dell’inquinamento organico sia nell’acqua che nel sedimento – ha aggiunto Sante Ansferri, responsabile settore Acqua dell’Eurovix, ditta bresciana che ha fornito i prodotti innovativi utilizzati per ripulire la foce del torrente – così come i miglioramenti microbiologici dovuti agli enzimi che combattono coi patogeni, e una maggiore limpidezza delle acque dovute anche alla diminuzione delle alghe, che ora si decompongono anche più lentamente». Proprio la decomposizione favorisce infatti l’aumento dei cattivi odori.
«Dopo aver trattato in tre punti del torrente, tre volte alla settimana, le acque reflue con queste compresse solubili di bioattivatori enzimatico-batterici, – ha spiegato la Capeci – ora acquisteremo gli enzimi solo per utilizzarli nel tratto dell’ex discarica, di cui Falcioni è direttre tecnico responsabile, mentre alla foce del Tesino serviranno solo in casi di criticità».
Quali? Per esempio possibili sversamenti di “acque nere” in quelle “bianche”, com’era già accaduto ad agosto scorso, «ma per fortuna la barriera naturale di ghiaia ha funto da diga – ha sottolineato il geologo – bloccando possibili fughe in mare e poi il trattamento con gli enzimi ha riportato i valori alla normalità».
Ma il torrente è tenuto sempre sotto controllo dai monitoraggi dell’Arpam, effettuati più volte all’anno, anche vicino allo scarico del depuratore (che dista circa 900 metri dalla foce). Oltre a possibili “immissioni abusive”, in realtà vengono tenute sott’occhio anche le tubature del gas che vi passano e le nutrie. «Una coppia di quello strano incrocio tra un castoro e un topo vive infatti lì, assieme alla libellula azzurra, anatre, aironi e gabbiani – spiega Primo Falcioni – e oltre a rosicchiare fili elettrici possono scavare tunnel danneggiando gli argini del corso d’acqua». (Rossella Luciani - ilsegnale.it)
PS. sarebbe interessante conoscere l'esito delle analisi effettuate dall'ARPAM di cui si parla nell'articolo, visto che i risultati del monitoraggio relativo all'anno in corso non sono pubblicati sul sito dell'Ente, che in questo modo non rispetta l'obbigo di divulgazione delle informazioni. Meteorivierapicena ha fatto più volte esplicita richiesta sia presso gli uffici provinciali che quelli regionali, ma senza esito positivo. (Riego Gambini)
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