BIDONville? No, grazie.

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Giovedì, 29 Settembre 2011

 

Senza nessun voto contrario - tra reciproche regalìe "di legge" - il Cons. Com. di Grottammare del 26 settembre 2011 autorizza, velocemente, il Privato a demolire i 3 (tre) BIDONI ex-IP e a costruire al loro posto 21 (ventuno) piani d'appartamenti [7x3] e 3 (tre) di negozi comm. [1x3]

"Non ho niente da dire ma lo devo dire" (diceva Marchesi), non si pensi che faccio il convitato di pietra. Soprattutto dopo aver degustato il video dei lavori del Consiglio: , specie quando Turdus Merula Furens sbrocca. In quel momento - e anche dopo - come previsto, niente pubblico in sala, neanche i "vigliacchi" che a porte spalancate (caso mai si realizzasse il miracolo della partecipazione...) s'erano pacificamente "introdotti" per depositare fotocopie di "BIDONI D'APPARTAMENTI"- a firma PGC, sottoscritte dal Comitato Pubblico La Formica - sui banchi dei consiglieri. Due vigliacchi arriveranno però, puntuali, alla discussione del punto 5.

Nel film l'attore urla, gesticola, sbraita, l'immagine spesso salta, l'audio zoppicante lo fa somigliare a un piazzista al mercato. Ma è tutto fedele. Stessa agitazione all'avvio del punto in discussione, il 5. Il piazzista espone con enfasi la sua merce - dopotutto una ventina di consiglieri devono ascoltarlo - e pare addirittura convincente: il Privatus Rapax fra 40 giorni potrebbe legalmente ottenere di costruire di più, vantaggiosamente e come gli pare, e senza scucire il milione di euro al Comune; ergo accontentiamolo ora, votiamo e togliamo una volta per tutte queste brutture (i BIDONI). Quindi giù amenità sull'autore del pezzo incriminato. Va capito: "somaro" era anche per lui, come anche l'invito a "sparire per sempre"... Andiamo avanti.

Dopo il garrulo intervento della vispa consigliera d'opposizione-che-non-s'oppone ma scambia strilli e sorrisi col sindaco indispettito, dopo i prudenti sussurri di un altro consigliere teoricamente d'opposizione (che tra l'altro deve sempre parlare per due, anche per la consigliera che non c'è mai), dopo le sdegnate considerazioni di altri due sconosciuti consiglieri, potevano 3 assessori (Commercio, Urbanistica e Cultura) tacere di fronte all'oltraggio di uno scritto temerario e "senza eleganza", che addirittura difendeva i BIDONI ? Certo che no! Sapete, son tutti esperti d'urbanistica-architettura-arte, di recupero di manufatti industriali, ristrutturazione e riuso di edifici dismessi; gente che conosce Lipsia e la Ruhr come le proprie tasche, che senza ironia - non gli è data - ci informa che Grottammare, 15.000 ab. non è la Ruhr, 6,3 milioni di ab. [e chi mai ha detto che lo è?]; gente che io-lo-dico-da-sempre e, la-consigliera-d'opposizione-che-non-s'oppone, tira in ballo pure la figlia innocente per sentenziare che quei BIDONI sono "brutti" e "zozzi", e quindi ben vengano 3 torri di appartamenti. (...)

Ma fatevene una ragione: parlate solo perchè c'è stata l'intrusione beffarda di un impiccione, che "invece di lavorare" (già, è un fortunato sfaccendato pensionato, come-si-permette) e ammirare cortigianamente voi specchiati politici che con sacrificio disinteresse e fatica vi occupate del bene collettivo e quindi anche del di lui benessere, per iscritto vi contesta (da 5 anni) con argomenti cui non sapete rispondere, infatti mai avete risposto (altro che "io sono sempre pronto al dialogo" del Turdus Furens!).

E che adesso vi dice "somari", e vi invita (un eufemismo, lo confesso) ad andare a casa, sciò, go home, lasciare il campo, cambiare mestiere, "sparire per sempre". Se non avessi scritto queste cose un po' durette, lasciando per una volta da parte l'ironia perchè non sempre ne son capace, probabilmente non avreste fiatato nè vi sareste agitati prima dell'uso. Avreste votato e basta: cinque minuti e via i BIDONI. No? [Tranquilli, i quieti giornali non hanno riferito niente, tutto si è svolto inter nos!]

Allora spiego a tutti, in termini semplici e semplificati, anche ai "docenti prestati alla politica" che:

  • chi non è in grado di "analizzare e comprendere un testo semplice" (abilità richiesta già in 1° superiore) sta messo proprio male;

  • l'epiteto di "somaro" non è un insulto - semmai lo è per il mite animale accostato ingiustamente agli umani - ma una constatazione (soggettiva, si capisce). Potevo dire ciuchi, usare altri 2-3 sinonimi e non avreste strillato come aquile. Ma si può parlare con voi di recupero urbano inteso in senso civile e competente se voi - non conoscendo altro

  • distruggete pervicacemente e sistematicamente ciò che non vi "piace" (ma che può essere prezioso!), inzeppando ogni spazio con case-negozi-appartamenti e orrendume vario? Non riuscite a vedere che l'area ex-IP sta diventando mostruosa e invivibile peggio del quartiere Ascolani? Chiamiamo un arbitro esterno e neutrale per farcelo spiegare? Non vi basta ciò che Philippe Daverio disse di S.Benedetto?

  • Il mio "Sparite per sempre", l'avrebbe capito chiunque che è inteso in senso politico. Go home, insomma, e per sempre. Chiunque, meno voi assessori e consiglieri. Io che ci posso fare?

Pioveranno querele, tediose come le piogge d'autunno: sono qua, da pensionato non avrò da annoiarmi. Voi piuttosto, dopo aver studiato le differenze di peso e di utilizzo di zappa vanga e bidente [lectio magistralis incorporata nel pistolotto di Turdus Merula furens], sforzatevi di recuperare il sorrisetto di sufficienza che vi è connaturato, invece di farvi partire l'embolo. (Pier Giorgio Camaioni)

PS. Il sistema utilizzato è sempre lo stesso e sembra funzionare alla perfezione: portare un oggetto al degrado per poi giustificarne la necessaria "trasformazione". Funziona pure con ogni tipo di rifiuto e non solo a Napoli. La pietra dello scandalo che attraverso la sua esasperante presenza, in modo subdolo, giorno dopo giorno, attua la sua metamorfosi.
Anche durante il Consiglio comunale di San Benedetto del Tonto (non è un errore di battitura) è avvenuta la stessa cosa con l'Hotel Miami: una struttura fatta degradare volontariamente che ora viene completamente sostituita. E' il ranocchio che si trasforma in Principe.
Per non parlare del piano casa: stamberghe fatiscenti, capanne di poche decine di m2 che si trasformano in palazzine a due piani. Queste storie non sono storie che appartengono ad un passato recente, perché coloro che le hanno abilmente pianificate sanno che devono avere pazienza, tempo e anche un potere economico perché devono potersi permettere di aspettare. Aspettare presuppone un'aspettativa, un fine ultimo che, come possiamo vedere, viene sempre raggiunto, perché gli uomini, attraverso il tempo che sbiadisce la memoria e stempera gli animi, ha trasformato quell'aspettativa in "soluzione al problema" facendoci anche dimenticare che ciò che oggi è considerata soluzione, in verità, tempo addietro, era la rappresentazione del problema. (RG)

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