Acqua rossa alla Sentina: d’ora in poi chi sbaglia paga

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Lunedì, 10 Ottobre 2011

 

SAN BENEDETTO – L’acqua rossa ha le ore contate alla Sentina. Dopo l’allarme lanciato dai residenti e i controlli della Polizia Municipale il comitato della Riserva Naturale ha deciso attivare un monitoraggio del canale consortile dalla foce all’origine sita nel territorio del comune di Monteprandone.

La goccia (sporca a quanto pare) che ha fatto traboccare il vaso risale allo scorso 1° ottobre quando i vigili urbani avevano effettuato, allertati da alcuni cittadini, dei prelievi sul condotto che si trova all’inizio della Riserva e inviato i campioni all’Arpam per cercare di capire come mai l’acqua fosse diventata rossa. Secondo il consigliere comunale Andrea Marinucci l’insolita colorazione e i cattivi odori derivavano dagli scarichi provenienti da un’azienda produttrice di fagioli che avrebbe versato dei liquami nel condotto.

Il comitato presieduto da Pietro D’Angelo, preso atto dell’inquinamento dovuto ad acque colorate, fortemente maleodoranti e cariche di sostanze organiche e ammoniaca e dell’ordinanza sindacale di giugno che impone il divieto di balneabilità delle acque prospicienti la foce del canale, ha preso le dovute contromisure. Nella riunione dello scorso venerdì 7 ottobre i componenti della Riserva in collaborazione con l’assessorato all’Ambiente e con il consigliere con delega all’Ambiente del Comune (lo stesso Marinucci), hanno deliberato di istituire un controllo costante con la supervisione della Polizia Municipale del Servizio Tutela Ambientale del Comune.

L’obiettivo è stanare i trasgressori e rilevare l’origine e la qualità di tutte le acque che si immettono nel canale consortile denunciando alla Magistratura eventuali scarichi abusivi. Ma non è tutto. Il Comitato di Indirizzo della Riserva, attenendosi all’antico motto “chi sbaglia paga” , ha dato mandato al presidente Pietro D’Angelo, una volta acquisiti tutti i risultati sulla qualità delle acque del fosso parallelo al canale consortile da parte dell’Arpam di Ascoli Piceno ed identificati gli autori di tali scarichi inquinanti, da parte della Polizia Municipale, di formulare formale denuncia penale ai suddetti autori, con richiesta di rimborso per danno ambientale procurato.

Altra questione tuttora irrisolta secondo il comitato è che il Ciip ottemperi agli impegni già presi da moltissimo tempo per isolare tutte le acque nere o comunque non compatibili con le acque non meteoriche che confluiscono nello stesso fosso. Come ancora aperta è la questione riguardo l’erosione (ilsegnale.it)

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