L'ARPA rileva valori di metano nell'aria superiori al normale. Si indaga sulle cause

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Mercoledì, 30 Novembre 2011

 

La mattina del 22 Novembre non è stato solo il rumore della pioggia a far svegliare glia bitanti di Milazzo (Messina), ma anche un ben più fastidioso odore di gas. Per le strade si respirava un'area nauseabonda e il tanfo era avvertibile nettamente dalla periferia al Tono. Il pensiero di molti è andato subito alla raffineria e, in effetti, alle 9.58 è arrivato dall’industria un fax, ricevuto dal Comune, che riportava le testuali parole: “Questa mattina a seguito delle variazioni della rete elettrica dovute alle eccezionali condizioni meteorologiche si è avuta la fermata degli impianti secondo le procedure di sicurezza senza alcun danno a persone. Non si registrano impatti con l'esterno e sono in corso le attività per il ripristino delle normali condizioni", nessun riferimento, insomma, alla puzza di gas. In seguito, su richiesta del comune, l'Arpa ha rilevato che alle ore 10 la centralina di via Carrubbaro registrava un valore di idrocarburi non metanici pari a 646,7 mg, mentre la soglia dovrebbe essere di 500 mg (anche se non espressamente normata), mentre si rilevava un valore di CH4 (metano) pari a 2958,5 mg, a fronte di un limite massimo di 1000. Il comune interrogava l'Enigas per un controllo ulteriore, ma questi hanno fatto sapere all'assessore all’ambiente Capone che i loro apparecchi non avevano rilevato nulla.

In allarme anche molte associazioni cittadine e la Legambiente che non hanno dubbi sul fatto che la responsabilità degli odori molesti sia da addebitare alle industrie. “Le Autorità competenti, ed eventualmente anche la Magistratura – dichiarano i vertici di Legambiente del Tirreno - dovrebbero procedere al controllo e all’eventuale chiusura delle industrie inquinanti” (siciliano.it)

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