Sito di stoccaggio del Gas: le semplici riflessioni di un "non scienziato"

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Lunedì, 21 Novembre 2011

 

Salute pubblica, inquinamento ambientale generale dell’aria dell’acqua del suolo e sottosuolo, infiltrazioni, inquinamento delle falde acquifere, dissesto geologico del sottosuolo, subsidenza, sismicità, rilascio incontrollato del gas, sicurezza dell’impianto (dal 2012 al 2052), sicurezza pubblica, ecc. sono aspetti che mi fanno riflettere, seriamente. Valuto le informazioni in mio possesso e mi rendo conto che questi rischi esistono in realtà, non sono solo ipotesi fantasiose. Mi chiedete se sono sicuro di ciò che dico? Ma perché, quale assoluta certezza vi propone il mondo scientifico? E se anche lo facesse, attraverso gli studi tecnici pagati dalle stesse società multinazionali attive in questi ambiti, come posso crederci dopo aver assistito inerme a immensi disastri naturali che hanno gravato e gravano (come attualmente marea nera in Brasile) sulle sorti del Pianeta e dei suoi abitanti?

Solo raggiungendo l’assoluta certezza saremo disposti a prendere posizione per il SI o per il NO? Stiamo pur certi allora che nel frattempo altri decideranno per noi, perché l’assoluta certezza non esiste, sia in un verso che nell’altro.

6 generatori in più in aggiunta alle centinaia di altre attività presenti sul territorio… come 6 palazzi in più in aggiunta alle migliaia già presenti sul territorio, le 6 auto in più rispetto alle migliaia già circolanti, quel bicchiere di vino in più dopo i tre litri che mi sono già bevuto (raccontava una barzelletta).

Il gas era già lì, da sempre… è vero, era al sicuro, a 3.500 metri sotto terra…ma noi volevamo quel gas, per cui abbiamo forato la superficie, una, due, tre, più volte e da quel momento in poi la condizione è cambiata. E’ certamente cambiata anche perché quel gas ora non c’è più, ma questo poco importa, anzi, dato che ci serve “il contenitore” ora vogliamo sostituire quel gas con un’altro, dato che per noi utilizzatori finali i gas sono tutti uguali.

Quel gas era lì perché prodotto da azioni e reazioni naturali endogene e esogene della Terra e dei suoi organismi viventi, ma ciò poco importa. Eppure il pianeta agisce in questo modo nel corso del tempo, non casualmente, ha i suoi motivi; generalmente il tempo, in questi ambiti, si misura in secoli, millenni, ere. Immagino, che nel frattempo, il Pianeta, che personalmente ho imparato a considerare un organismo vivente, con una coscienza, per cui una logica, cerchi e trovi un suo equilibrio. Noi, praticamente ovunque, svuotiamo quegli spazi che chiamiamo giacimenti, miniere, cave e abbiamo poi l’assurda presunzione di dire che, alla fine della storia, tutto è rimasto come prima, nulla è cambiato: mentre invece io ritengo che tutto sia cambiato e nulla è più come prima.

Proviamo a sostituire il sangue che è nel nostro corpo con quello di un’altra persona, anche se del nostro stesso gruppo sanguigno. Facciamolo una volta all’anno per anni e anni, sempre se ci riusciamo. Proviamo a sostituire il contenuto di una sola ghiandola del nostro corpo con altro liquido linfatico, anche se in qualche misura compatibile. Accadrà qualcosa, accade sempre qualcosa. Provate a bere un’acqua differente da quella che solitamente bevete e vi assicuro che il vostro corpo se ne accorgerà nel momento in cui la prima goccia vi bagnerà le labbra. Ciò accade perché le informazioni all’interno di un organismo vivente viaggiano alla velocità della luce…o forse anche di più! Pur essendo sempre più abituati anche alla completa sostituzione di parti o organi in un corpo umano, quando ciò risulta necessario non è proprio come cambiare il carburatore nel motore della nostra auto o la scheda grafica all’interno del nostro personal computer. Solo in quei casi se la marca e il modello sono gli stessi, un pezzo vale l’altro.

E’ per questi motivi che non posso non chiedermi come reagirà il sottosuolo del nostro territorio alle continue stimolazioni profonde che riceverà negli anni a venire, 40 per la precisione, e che si sommeranno a tutte le altre attività, naturali e non, delle quali, per ignoranza (ignorare=non conoscere), per parziale conoscenza, o addirittura per nostra volontà, non consideriamo a modo le interazioni.

Questa mattina in un programma televisivo, ai telespettatori veniva proposto il seguente quesito: sei disposto a modificare le tue abitudini e a fare qualche sacrificio per salvare il Pianeta? Forse non abbiamo ancora capito che non è il Pianeta a dover essere salvato, ma è la razza umana (insieme ad altre) a rischiare l’estinzione.

Immagino che taluni rideranno di alcuni miei pensieri, ma preferisco essere definito un visionario o essere deriso che sentirmi un codardo o un vile, perché se non li condividessi con voi sarebbe solo per paura del vostro giudizio. Valutate queste riflessioni come riterrete più opportuno, esse sono frutto della mia “ricerca personale” NON ACCADEMICA. (Riego Gambini)

Commenti dei lettori

Caro Riego,
ci mancherebbe che uno non si facesse le domande che fai tu. Tutte giustissime, altro che: mica risibili. Però, visto che ne fai una questione ideologico/filosofica, devi decidere: o continui a usare i computer (che sai bene da dove vengono e cosa consumano) o la smetti di dire che ogni volta che la scienza fa qualcosa compromette irrimediabilmente il mondo. Perchè sennò è troppo facile. Se invece vuoi discutere più seriamente, provando a coniugare l'utilizzo che fai della tecnologia con uno sviluppo sostenibile, invece sono disponibilissimo. Sennò fai come quello che possiede 30 appartamenti e ci lucra sopra, per poi essere contrario alla cementificazione. Un abbraccio, Daniele

Inviato da: Daniele Primavera - Lunedì 21 Novembre 2011 alle 15:34

"Non scienziato" non significa colui che deride o non rispetta la Scienza, ma colui che non dispone di un titolo accademico per attestarsi tale. Personalmente oltre ad essere letteralmente attratto dalle materie scientifiche, direi quasi magneticamente attratto vista la mia passione per tutto ciò che funziona attraverso una qualsiasi forma di energia (elettrica e non), ho un grande rispetto per la ricerca scientifica quando essa va alla cerca della verità, ma che sia anche cosciente che ciò che viene ritenuto valido da un punto di vista scientifico è direttamente ricollegabile alla misura e agli strumenti di misura disponibili. La teoria della relatività di Einstein è un esempio di ciò che sto affermando: ora che abbiamo osservato e misurato che la velocità della luce non è più una soglia limite invalicabile, molti testi "scientifici", scritti negli ultimi 100 anni, dovranno essere riscritti. Un caro saluto anche a te Riego

Inviato da: Riego Gambini - Lunedì 21 Novembre 2011 alle 16:00

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