Da scogliere della discordia a ecosistemi naturali

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Giovedì, 17 Novembre 2011

 

San Benendetto del Tronto - In seguito allo sviluppo turistico della nostra città negli anni '60, si è visto l'avanzare di strutture ed infrastrutture sulla costa. Proprio da qui è nato il problema dell'erosione delle spiaggie. Come soluzione fu adottata la costruzione di barriere frangifrutti. Ed è proprio qui che si svolge l'indagine del Mamasa Club, il quale ha rilevato che da anni, nelle parti sommerse delle scogliere si sono creati veri e proprio ecosistemi naturali!

In pochi oggi sanno che proprio tra le barriere avviene la fase riproduttiva di gran parte degli organismi marini, in virtù della loro particolare conformazione, esse rappresentano un sito ideale per gli accoppiamenti e la deposizione delle uova, oltre che fungere da riparo sicuro. L'associazione Mamasa Club attraverso questi studi, vuole divulgare un progetto per favorire la conoscenza degli ecosistemi dei litorali marini locali, in quanto una crescita sostenibile è possibile ove vi sia la presa di coscenza anche dei propri patrimoni naturali, spesso poco tutelati.

"Questo progetto è molto interessante - afferma l'assessore all'ambiente Paolo Canducci -, fino ad oggi si è sempre cercato di accontentare gli operatori turistici a discapito di queste barriere ed è bene per il futuro tenerle meglio in considerazione per quello che sono, perchè oltre a difendere la spiaggia, esse a quanto pare hanno un ruolo fondamentale per la vita marina, oltre che per la qualità delle nostre acque, senza contare che questi studi saranno molto utili per il Parco Marino del Piceno".

Ci parla poi meglio degli studi effettuati Roberto Casali, il responsabile tecnico del progetto presentato dal Mamasa Club: "Questi risultati provengono da oltre 5 anni di studi approfonditi, effettuati su 3 scogliere antistanti l'Hotel Excelsior. Le scogliere sono state scelte in base alla loro età, perchè esse necessitano di una decina di anni prima di entrare a far parte dell'habitat naturale. Secondo i nostri studi le barriere hanno dimostrato di essere un ottimo riparo, anche a contrasto della pesca illecita, che tanto nuoce alla nostra fauna ittica.

I nostri metodi di pesca sono invasivi e sconvolgono buona parte del fondale, per questo le scogliere (nelle quali vicinanze non si può pescare) sono diventate a poco a poco un rifugio fondamentale ed una zona tranquilla di riproduzione. Ci piacerebbe per il futuro, poter mettere sotto controllo un paio di scogliere rendendole però zona protetta, cosi da evitare le solite intromissioni invasive da parte dell'uomo".

Viene poi spezzata una lancia in favore della tanto discussa qualità delle acque del nostro mare. Il fatto che l'acqua sia torbida non implica che la sua qualità sia pessima, anzi tutt'altro in questi anni si sono registrati continui miglioramenti. Fenomeni come la mucillaggine e l'acqua torbida sono NATURALI. Inoltre è stata verifica anche una grande presenza di sostanze nutrienti nelle acque, le quali hanno favorito la vita a molte specie come ad esempio: Il Pesce Ago, il Cavalluccio Marino e il Pomodoro di Mare. Quest'ultimo dà un ulteriore prova della qualità delle acque, perchè come è ben noto questa specie, non sopravvive in acque inquinate.

Questo progetto è stato approvato anche dall'UNESCO ed inserito nella "Settimana di educazione allo sviluppo sostenibile" e si pone l'obiettivo di arrivare in tutte le scuole, a partire dall'istituto sambenedettese Sacconi, dove già è partito.

Una sintesi di tutti gli studi effettuati e del progetto saranno a breve inseriti nel sito del comune www.comunesbt.it/ ed è inoltre previsto per l'anno scolastico 2012/2013 l'inserimento nelle iniziative Ecoschool. Infine un ringraziamento doveroso va ai membri del Mamasa Club i quali hanno effettuato questi studi gratuitamente e senza l'aiuto di nessuno, amministrazione comunale compresa. (Emanuele Ciucani - ilquotidiano.it)

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