Maltempo, il conto è salato: spesi ogni giorno 875mila euro

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Mercoledì, 9 Novembre 2011

 

ROMA - L'emergenza maltempo ci costa 875mila euro ogni giorno, eppure non si trovano le risorse per un piano di prevenzione programmato. E' questa la denuncia contenuta in un nuovo dossier di Legambiente sui danni che piogge, alluvioni e cattiva gestione del suolo provocano in Italia. La cifra si ottiene sommando solo gli eventi più recenti. ll bilancio delle emergenze dalla colata di acqua e fango che ha travolto nell'ottobre 2009 Giampilieri e Scaletta Zanclea 1 (Messina), agli ultimi eventi in Lunigiana 2 e nella provincia di La Spezia 3è infatti di circa 640 milioni di euro, ovvero 875mila euro spesi ogni giorno.

Al momento per l'area di Genova 4, ricorda l'associazione ambientalista, "si parla di oltre duecento milioni di danni e anche l'isola d'Elba ha chiesto lo stato di calamità. Intanto per il disastro nelle aree della Lunigiana e nella provincia di la Spezia del 28 ottobre scorso,

il governo ha stanziato 65 milioni di euro".

"Una somma - prosegue Legambiente - che si aggiunge alle centinaia di milioni di euro stanziati negli ultimi anni per fronteggiare i disastri causati da frane e alluvioni nel Paese".

In contrasto con questo continuo stanziamento di fondi per le emergenze c'è la totale assenza di risorse per mettere in pratica il piano straordinario di prevenzione programmato dal ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare negli ultimi anni. Un piano che prevede lo stanziamento di 2,5 miliardi di euro tra fondi statali e regionali, che ancora oggi tarda a partire per via dei tagli delle recenti manovre finanziarie che hanno azzerato anche il miliardo di euro messo a disposizione a fine 2009 per la difesa del suolo e la mitigazione del rischio idrogeologico. Una scelta in palese contrasto con le esigenze di sicurezza e di prevenzione di cui invece ha sempre più bisogno il nostro Paese.

Secondo Legambiente la stessa definizione di "emergenza" è in realtà fuorviante. I 300 millimetri d'acqua caduti in sole 13 ore sulla città di Genova, i 366 millimetri di pioggia in un giorno sul territorio della Lunigiana e i 500 millimetri a Brugnato in provincia di La Spezia sono "eventi estremi, certamente, ma non più eccezionali perché solo negli ultimi due anni si sono succedute ciclicamente piogge di eguale se non superiore intensità su tutto il territorio italiano", sottolinea il presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza.

"I cambiamenti climatici in atto - prosegue - ci obbligano infatti, a cambiare approccio e a non considerare più questi eventi come eccezionali ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare una grande campagna di Servizio volontario per la prevenzione del rischio idrogeologico. Tre mesi dedicati alle attività utili per prevenire e intervenire utilmente in caso di emergenza, per fare manutenzione leggera del reticolo idrografico, educare la popolazione su come deve comportarsi in questi casi, organizzare esercitazioni".

"Crediamo sia necessario - conclude Cogliati Dezza - lanciare un piano di prevenzione complessivo, che contempli le operazioni di messa in sicurezza delle zone a rischio, le delocalizzazioni degli edifici nelle aree golenali, la manutenzione del territorio ma anche e soprattutto la formazione dei cittadini. Una gestione sbagliata del territorio e la scarsa considerazione delle aree considerate ad elevato rischio idrogeologico, la mancanza di adeguati sistemi di allertamento e piani di emergenza per mettere in salvo la popolazione, insieme ad un territorio che non è più in grado di ricevere precipitazioni così intense, sono i fattori che hanno trasformato un violento temporale in tragedia". (repubblica.it)

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