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ROMA - Mettere in sicurezza Genova, in particolare mitigare "l'elevatissimo rischio" a cui è sottoposta un'estesa area della città che conta almeno 100.000 abitanti, quella intorno al Bisagno. Soltanto 24 ore fa (in audizione in commissione Ambiente al Senato) il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ne aveva parlato come di un'operazione che ha già ricevuto gli stanziamenti, 36 milioni per 'salvare' una città che comunque - dicono i meteorologi - é colpita da aree di bassa pressione.
Ma alla luce degli eventi di oggi, assicurano alcuni membri dello staff ministeriale, è evidente che sono "mancati i tempi tecnici" di applicazione, anche perché la Liguria è una delle poche regioni in cui il Piano antidissesto è andato avanti. C'era soltanto bisogno di mettere in pratica gli interventi previsti che, in base all'accordo di programma tra ministero dell'Ambiente e regione Liguria, valgono 36 milioni di euro, 31 per quota ministeriale (di cui 17 già trasferiti al commissario preposto alle opere) e 5 dalla regione Liguria (che aveva avanzato la richiesta). Nelle aree colpite dall'alluvione che hanno colpito lo Spezzino in Liguria il ministero dell'Ambiente aveva già finanziato interventi per un importo totale di 11,8 milioni di euro e la regione per circa 37 milioni. Per quanto riguarda la Toscana, la parte alta, l'accordo di programma è pari a 119 milioni di cui 60 dal ministero (29 su bilancio interno e 30 su risorse Fas).
Nello specifico per le aree colpite sono stati previsti 11 interventi di riduzione del rischio idrogeologico per 4,55 milioni di euro. Inoltre il ministero - ha raccontato Prestigiacomo - "ha già versato 18 milioni, interamente impegnati per la realizzazione di interventi immediatamente canteriabili". Sempre in quelle aree, ha poi concluso - "il ministero aveva finanziato interventi per 18,7 milioni, e la regione Toscana per circa 15 milioni solo negli ultimi 5 anni".
LIGURIA FRAGILE, A RISCHIO 85% COMUNI - Il territorio della Liguria è "troppo fragile" ed esposto a frane e alluvioni, con "l'85% dei comuni a rischio idrogeologico", in cui sono presenti abitazioni nelle aree 'rosse'. Senza considerare che in Liguria il 90% della popolazione risiede nella fascia costiera (pari al 5% del territorio) e che urbanizzazione e antropizzazione hanno contribuito "ad accrescere i pericoli a cui sono esposti i cittadini e i beni della comunità". E' questo un allarme che Legambiente e la Protezione civile hanno lanciato di recente, con il rapporto "Ecosistema rischio 2011". Secondo il dossier sono presenti abitazioni nelle aree golenali, in prossimità di alvei e nelle zone a rischio di frane; nel 46% delle amministrazioni sono presenti interi quartieri in aree a rischio. Nel 56% dei comuni sono stati edificati in zone soggette al pericolo fabbricati industriali, nel 31% strutture sensibili, e nel 39% strutture ricettive turistiche e commerciali. L'85% delle amministrazioni si è dotato di un Piano d'emergenza da mettere in atto in caso di calamità, anche se solo nel 49% dei casi sono stati aggiornati negli ultimi due anni. Nell'80% dei comuni sono stati realizzati interventi di messa in sicurezza, opere che comunque sono rivolte soprattutto alla costruzione o all'ampliamento di nuove arginature per il 43% dei casi; soltanto in 3 casi si è provveduto al ripristino e alla rinaturalizzazione e solo nel 13% sono stati riaperti tratti tombinati o intubati dei corsi d'acqua. I comuni a rischio idrogeologico in Liguria sono 188, 30 per le frane, 68 per le alluvioni, e 90 per tutte e due gli eventi. Questa la mappa, tra cui spicca il 100% del rischio per la provincia di La Spezia, suddivisa per provincia, esposizione a frane, alluvioni, sia frane che alluvioni, e il numero totale: Località frane alluvioni frane/alluvioni totale % rischio - Genova: 8; 18; 32; 58; 87% - Imperia: 11; 19; 12; 42; 69% - La Spezia: 0; 2; 30; 32; 100% - Savona: 11; 29; 16; 56; 81%.(ANSA)
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