San Benedetto del Tronto | Come è possibile che l'assessore alle politiche del mare del comune di San Benedetto Settimio Capriotti in un lungo articolo in cui elenca le idee per il futuro dell'economia della nostra costa non dedichi una sola parola al Parco Marino ?
Così come del Parco Marino non si rinviene neanche l'ombra in altri documenti sul mare e sulla pesca portati all'ordine del Civico Consesso sambenedettese da Amministratori e Consiglieri. Che affossare il progetto del Parco Marino fosse l'obiettivo del centrodestra lo si sapeva, tant'è che la Giunta Provinciale guidata da Celani ha deliberato in tal senso, ma che anche dall'Amministrazione di San Benedetto ci fosse una resa, sorprende tutti.
Infatti solo alcuni mesi fa il sindaco Gaspari elencando gli obiettivi della sua Amministrazione, fra gli altri, indicava proprio l'istituzione del Parco Marino.
Mentre le Organizzazioni sindacali continuano giustamente ad indicare il Parco marino del Piceno, integrato con la Riserva naturale della Sentina, una delle poche progettualità innovative per lo sviluppo futuro del territorio; mentre l'UNICAM continua a organizzare master universitari in materia per i nostri laureati.
Con questo atteggiamento si rischia di vanificare un percorso portato avanti dagli Enti locali della fascia costiera, coordinati dalla Provincia di Ascoli Piceno, che sin dall'inizio degli anni '90, profondendo notevole impegno e risorse finanziarie, hanno intrapreso un complesso e partecipato percorso amministrativo volto all'istituzione di un'innovativa area marina protetta, concepita in modo tale da conciliare le esigenze di conservazione e salvaguardia delle risorse marine con la loro necessaria fruizione.
Nel suo intervento l'assessore Capriotti dice che negli ultimi anni il pescato è diminuito del 40% per cui sono allo studio nuovi sistemi di pesca da adottare, ma il pescato è diminuito perché abbiamo sistemi di pesca obsoleti oppure perché a causa dello sfruttamento indiscriminato la fauna ittica non riesce a riprodursi? Dice anche che l'Adriatico deve diventare un grande laboratorio di maricoltura, solo in questo modo se ne potrà tutelare l'ambiente; una soluzione poco edificante l'idea del nostro mare trasformato in grandi allevamenti intensivi, altro che tutela dell'ambiente.
Il Parco Marino ha già le risposte giuste a questi problemi, la salvaguardia della biodiversità e della catena biologica garantiscono il giusto equilibrio per la riproduzione delle specie ittiche, una pesca compatibile potrà continuare a fornire sostentamento, opportunità di sviluppo e benessere per il futuro, alle popolazioni del Piceno, così come ha fatto per tante generazioni.
Ma il Parco Marino, contrariamente da maxivarianti o nuove infrastrutture stradali, offrirà molteplici nuove e durature opportunità di sviluppo socio economico anche nel settore turistico, priorità di accesso a sempre crescenti linee di finanziamento nazionali e comunitarie volte alla ricerca e alla conversione ecologica delle attività economiche e produttive, determinando nuove e qualificate opportunità occupazionali.
Per tutto questo penso che sia importante riprendere con determinazione il percorso per l'istituzione del Parco Marino, in concerto con tutti comuni costieri del Piceno, in particolare con quello di Grottammare, da dove anni fa partì l'idea dell'area marina protetta. (Gabriele Illuminati - ilquotidiano.it)
|