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Il primo ministro russo Valdimir Putin qualche tempo fa aveva detto che per la Russia il global warming potrebbe essere un buon affare, non solo perché aprirebbe nuove vie commerciali marittime nell'artico e permetterebbe di trivellare le attualmente inaccessibili risorse petrolifere e gasiere, ma anche perché con un clima più caldo i russi risparmierebbero nell'acquisto di pellicce.
L'amicone di Berlusconi non aveva probabilmente pensato a tutte le altre complicazioni, compresa quella inaspettata che oggi tira fuori il suo stesso ministero per le situazioni di emergenza che in un comunicato sottolinea: «Il riscaldamento climatico minaccia di provocare il disgelo delle fosse artiche nelle quali sono inumati degli animali infettati con l'antrace».
Un portavoce del ministero russo ha spiegato all'agenzia Ria Novosti che «Le anomalie climatiche hanno un impatto sul permafrost ed aumentano il rischio di disgelo delle fosse artiche e di emissione dell'agente patogeno dell'antrace nell'ambiente».
Il carbonchio/antrace è una malattia infettiva acuta che colpisce soprattutto gli animali e in particolare i ruminanti, ma può essere trasmessa anche all'uomo per contatto con le bestie o i loro prodotti. Buste che si sospettava contenessero antrace scatenarono una vera e propria fobia negli Usa dopo gli attentati dell'11 settembre 2011 ed il suo batterio, il Bacullus antraci è uno dei più utilizzati (soprattutto dagli americani, ma anche dai russi e da qualche apprendista stregone dei Paesi in via di sviluppo) per realizzare armi biologiche con ceppi modificati.
La legge russa proibisce di seppellire gli animali e teoricamente il bestiame dovrebbe essere trattato da centri veterinari specializzati, ma gli animali colpiti da malattie infettive come il carbonchio/antrace, sono stati e vengono spesso seppelliti in massa in fosse scavate lontane dai centri abitati. Il global warming che piace tanto a Putin potrebbe risvegliare un incubo da quelle fosse ghiacciate. (greenreport.it)
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