Il futuro sconosciuto dei profughi nucleari di Fukushima

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Venerdì, 6 Maggio 2011

 

Il primo ministro giapponese Naoto Kan ha detto che gli abitanti che vivevano nei dintorni della centrale nucleare di Fukushima Daiichi «Saranno informati all'inizio dell'anno prossimo se possono o no rientrare nelle loro case».

Ieri Kan ha visitato il centro di evacuazione di Kazo, vicino Tokyo, dove sono stati sfollati i residenti di Futaba, una città situata nella zona di esclusione di 20 km intorno alla centrale dove è proibito l'accesso. Il premier ha detto al sindaco di Futaba, Katsutaka Idogawa, di comprendere le sofferenze che continuano a subire i suoi concittadini, «La situazione a Fukushima Daiichi dovrebbe essere in una certa misura gestibile all'inizio dell'anno prossimo, se il piano di azione della Tepco funzionerà come previsto».

La Tokyo Elecytric Power Company ad aprile ha detto di sperare di arrivare ad una diminuzione stabile delle radiazioni nella centrale entro 3 mesi, poi ci vorranno da 6 a 9 mesi perchè i tecnici siano in grado di controllare le emissioni di radioattività e di assicurare il raffreddamento di tutti i reattori danneggiati.

Intanto il Giappone fa i conti con una durissima crisi delle esportazioni e i più sospettosi sembrano proprio i vicini nuclearisti di Tokyo. Il ministre delle finanze, Yoshihiko Noda, ha chiesto a Cina e Corea del sud di togliere le loro restrizioni sulle importazioni di prodotti agricoli giapponesi. Noda ha presentato la richiesta durante un incontro con il vice-ministro cinese delle finanze, Li Yong, ed il ministro delle strategie e delle finanze sudcoreano, Yoon Jeung-hyun, avvenuto ad Hanoi, la capitale del Vietnam, a margine del meeting dei ministri delle finanze dei Paesi dell'Asean.

Secondo Noda «Dopo l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, il Giappone esporta solo prodotti la cui sicurezza è stata confermata da dei test rigorosi di radioattività». Il ministro giapponese ha detto ai giornalisti che a suo avviso «La mia richiesta è stata compresa. Il rappresentante cinese ha approvato ed il mio omologo sudcoreano mi ha assicurato che Seoul non imporrà alcuna restrizione eccessiva contro i prodotti dell'Arcipelago».

Noda, durante l'incontro con Li e Yoon, ha anche esposto ai due ministri dei Paesi rivali (ed ex nemici del Giappone) le difficili prospettive economiche dell'Impero del Sol Levante, riconoscendo che «La corrente elettrica è insufficiente in alcune aree e le forniture restano deboli in alcune industrie, soprattutto nel settore automobilistico. Tuttavia, dopo un leggero affaticamento, l'economia nazionale dovrebbe ripartire quando i progetti di ricostruzione saranno al culmine».

Intanto il governo Usa ha offerto al Giappone piena e più stretta cooperazione per affrontare le catastrofi naturali «Suscettibili di destabilizzare la regione Asia-Pacifico». Il dipartimento della difesa Usa ha detto che la collaborazione in atto tra l'esercito americano e le Forze di autodifesa giapponesi nelle aree colpite dal terremoto/tsunami dell'11 marzo «Illustra l'importanza dell'alleanza nippo-americana nel mondo.

Gli Stati uniti e il Giappone dovrebbero collaborare per poter svolgere un ruolo centrale in caso di sinistri nella regione Asia-Pacifico». Per giugno è già programmato un incontro tra i ministri degli esteri e della difesa dei due Paesi per discutere delle nuove strategie dei sicurezza, compresi i soccorsi.

La parolina non detta, ma che fa da sfondo a tutto questo, è una: nucleare. (greenreport.it)

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