Sette miliardi di persone, sette miliardi di azioni

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Venerdì, 15 Luglio 2011

 

Le Nazioni Unite hanno avviato un apposito sito internet relativo al raggiungimento dei 7 miliardi di abitanti che, come ho già ricordato nelle pagine di questa rubrica, dovrebbe aver logo il 31 ottobre prossimo.

Il sito è www.7billioactions.org e mira a ricordare a tutti cosa significa il raggiungimento di questo numero in un mondo che versa in gravi difficoltà ambientali, economiche e sociali e dove, purtroppo, regna una profonda insostenibilità ecologica e sociale che non può continuare ad essere perseguita indefinitamente.

"7 miliardi di azioni" nasce come una sorta di movimento globale fatto di tante realtà provenienti dal mondo dei media da quello imprenditoriale, a quello delle organizzazioni non governative e della società civile, alle università, ecc. mirato a darsi da fare perché, ciascuno, agisca e faccia la propria parte come contributo alla soluzione dei problemi che incombono sulle nostre società.

Come ricorda il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon (Nella foto) il raggiungimento di 7 miliardi di abitanti deve costituire anche l'opportunità per celebrare la nostra comune umanità e la nostra diversità e, al contempo, ricordare a tutti la nostra comune responsabilità nel prendersi cura degli altri e del nostro pianeta. Quindi tutti sono chiamati a raccolta, dalla campagna ONU, a fare la differenza unendosi attraverso i social network ed il lavoro comune per il cambiamento. Tutti possiamo essere attori del cambiamento.

La campagna prevede impegni ed azioni su sette punti chiave: la povertà e l'ineguaglianza (è fondamentale ridurre la povertà e l'ineguaglianza e, nel contempo, ridurre la crescita della popolazione umana), l'empowerment femminile (dei 7 miliardi di abitanti, un miliardo è analfabeta ed il 66% di questo miliardo è costituito da donne), i giovani e il loro futuro, la salute riproduttiva ed i diritti, l'ambiente (Healthy Planet, Healthy People, non vi è benessere delle società umane se la salute dei sistemi naturali viene indebolita o eliminata), la vecchiaia (una sfida senza precedenti per l'umanità, abbassamento della fertilità e allungamento della vita), l'urbanizzazione (i prossimi due miliardi di persone saranno concentrati nelle citàà che già oggi registrano più della metà della popolazione mondiale, un'altra sfida senza precedenti).

Sette miliardi di abitanti costituiscono il doppio del numero di esseri umani che vivevano sulla Terra appena 50 anni fa. Io che ho 58 anni ho vissuto nell'arco della mia vita il raddoppio della popolazione mondiale. Più esseri umani si aggiungono alla comunità umana sul pianeta più diventa urgente e indifferibile trovare soluzioni agli incombenti problemi legati allo sfruttamento delle risorse, ai nostri crescenti impatti sui sistemi naturali, all'autentico sconvolgimento che abbiamo provocato nelle complesse sfere del sistema Terra, allo stato complessivo della salute fisica e psichica delle nostre società ecc.

I dati che sono contenuti nell'ultimo "World Population Prospects: The 2010 Revision" delle Nazioni Unite(vedasi il sito http://esa.un.org/unpd/wpp/index.htm) sono molto interessanti ed abbiamo avuto modo di trattarli già nelle pagine di questa rubrica. Il "World Population Prospects" è il più autorevole rapporto mondiale sullo stato della popolazione nel mondo e sulla sua evoluzione e viene realizzato dalle Nazioni Unite ogni due anni. Normalmente, per quanto riguarda gli scenari futuri, il rapporto individua tre varianti principali per la crescita della popolazione, definite alta, media e bassa. La variante media è quella che viene ritenuta maggiormente attendibile.

Nella nuova Revisione 2010 la variante media indica una popolazione mondiale al 2050, di 9 miliardi e 310 milioni di persone (rispetto alla precedente Revisione , quella del 2008, che ne prevedeva 9 miliardi e 150 milioni). Buona parte di tale differenza scaturisce da un numero più alto di nascite previsto nella Revisione 2010, precisamente di 147 milioni in più nel periodo 2010-2050 ed un numero inferiore di decessi, 22 milioni in meno rispetto alla Revisione 2008, nello stesso periodo.

Il nuovo rapporto ricorda che l'attuale popolazione umana, dovrebbe raggiungere, entro il 2100 la cifra di 10.1 miliardi, toccando appunto, come abbiamo visto, nel 2050, la cifra di 9.3 miliardi di abitanti. La maggior parte dell'incremento che si verificherà riguarderà i paesi ad alta fertilità, che comprendono 39 paesi africani, nove asiatici, sei in Oceania e quattro in America Latina.

E' bene ricordare le tappe percorse dalla crescita della nostra popolazione sulla Terra, con la previsione relativa ai miliardi che saranno poi raggiunti successivamente nel futuro:

¦- il primo miliardo è stato raggiunto nei primi anni dell'Ottocento,
¦- il secondo nei primi decenni del Novecento,
¦- il terzo miliardo è stato raggiunto il 25 ottobre del 1959,
¦- il quarto il 27 giugno del 1974,
¦- il quinto il 21 gennaio del 1987,
¦- il sesto il 5 dicembre del 1998,
¦- il settimo dovremmo raggiungerlo il 31 ottobre 2011,
¦- l'ottavo il 15 giugno del 2025,
¦- il nono il 18 febbraio del 2043
¦- e il decimo, il 18 giugno del 2083.

Dalle ricostruzioni sin qui fatte che hanno portato a delle stime relative alla popolazione umana presente nel passato, sembra che alla fine dell'ultimo periodo di glaciazione, intorno ai 10.000 anni prima di Cristo, la popolazione umana fosse stimabile intorno ai 5 milioni, 6.500 anni prima di Cristo, intorno ai 7.5 milioni, 5.000 anni prima di Cristo intorno ai 12.5 milioni, 3.000 anni prima di Cristo quando si sono sviluppati in Egitto i geroglifici, si aggirava intorno ai14 milioni di abitanti, 1.000 anni prima di Cristo, nella cosiddetta era del ferro, la popolazione mondiale si ritiene fosse di 50 milioni di abitanti, 400 anni prima di Cristo, quando apparve il primo calendario solare dei Maya, 162 milioni e l'anno della nascita di Cristo sui 285 milioni di abitanti.

La crescita della popolazione che ha subito una straordinaria accelerazione negli ultimi due secoli, si incrocia inevitabilmente con i nostri modelli di uso e consumo delle risorse e di crescente produzione di scarti e rifiuti e costituisce il crescente peso che esercitiamo sui sistemi naturali del pianeta. Ogni giorno che passa non facciamo altro che indebolire la capacità che i sistemi naturali hanno di "supportarci" e la loro capacità di metabolizzare gli "scarti" della nostra attività.

Il quadro che si presenta oggi davanti ai nostri occhi nell'anno in cui raggiungeremo i 7 miliardi è particolarmente preoccupante e le Nazioni Unite riassumono i dati essenziali, dietro ai quali ci sono individui, ciascuno con la propria vita, la propria storia: ogni giorno almeno un miliardo di persone è denutrito, due miliardi vivono con meno di un dollaro al giorno, un miliardo non ha accesso ad acqua pulita, più di 1.000 donne muoiono durante la gravidanza o il parto.

Sette miliardi di azioni. Tutti possiamo e dobbiamo essere attori del cambiamento. Tutti possiamo contribuire ad essere parte della soluzione dei problemi. (Gianfranco Bologna - greenreport.it)

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