SAN BENEDETTO – Inizieranno a giorni i
lavori che trasformeranno lo storico e terroso
campetto della chiesa di San Filippo Neri, in un
grande parcheggio interrato (con un’80ina di box
auto) sovrastato da un nuovo rettangolo di calcio e
due campi da tennis.
Ieri, intanto gli altrettanto storici pini che
facevano da cornice alle linee del campo sono stati
abbattuti. Trenta, vecchi di trent’anni. A farcelo
sapere due lettori, che a loro modo hanno
stigmatizzato questo episodio. L’una, più
strappalacrime, l’altra più sarcastica.
Iniziamo da quella di Simona, residente in zona
Ascolani, intitolata I Verdi Amici che non ci sono
più
…ancora mi domando, con rabbia, se anche stavolta
non si poteva fare diversamente. Evito di
affacciarmi dal balcone perché mi, ci piange il
cuore, con rabbia. Non capisco perché tra tanta
schifezza di cemento da abbattere, si abbattano
invece le piante… lo scrivo con rabbia. Lo chiedo
con rabbia. Sapendo che nessuno darà mai una
risposta dignitosa e sensata a questo sfregio. Non
mi vergogno di apparire ai più come ridicola ed
esagerata quando con il cuore triste confesso ad
alta voce, con rabbia, che ieri mi hanno
ghigliottinato degli Amici. Amici che in 36 anni
hanno visto un visetto, che cambiava fattezze nel
tempo, che spuntava con il naso fuori per vedere la
pioggia cadere, o la neve o il sole albeggiare, o
semplicemente per raccogliere i pensieri o per
liberarli nell’aria per chi poi li avesse voluti
ascoltare… quel visetto dapprima spuntava con le
manine, sopra una sedia scalata con fatica, poi
senza sedia ma con una sigaretta accesa…e loro, i
miei Verdi Amici erano sempre là, tra me e il mare,
tra me e l’orizzonte del cielo…dei punti verdi fermi
nel tempo, silenziosi, maestosi da sempre, e sempre,
anche quando il vento incattivito sembrava volesse
piegarli al suo volere fino a spezzarli. Loro sì, si
piegavano e come… lottavano coraggiosi e senza
tregua fino alla fine… ed hanno sempre vinto loro.
Fino a ieri…
L’altra a firma di PGC (alias Pier Giorgio Camaioni)
intona così Per fare un BOX ci vuole un PINO
Sergio Endrigo non l’avrebbe mai immaginato che a
San Benedetto per fare i BOX ci vogliono i pini. Sì,
in via D’annunzio i pini “figliano” ancora box-auto!
Qualcuno penserà che è la chiesa vicina che fa i
miracoli, quando invece sono aborti. Ma è valida
anche la prima ipotesi.
Un paio di mesi fa, tempo di elezioni, erano stati
semplici box-di-superficie, all’aperto; adesso, poco
più in là, sono box-di-profondità, cioè interrati.
Circa settanta – ottanta, pronti fra un anno.
“Comodi, Sicuri, Sorvegliati”, “Per la tua auto non
c’è BOX migliore”. Box di classe, progetto
FARESdesign. Commercializzati dalla Premiata Ditta
Troiani. Il costo non lo so, nè m’interessa.
In entrambi i casi c’erano di mezzo i pini, una
quindicina per parte. Medio-grandi, belli, sani,
ombrosi. E’ bastato segarli, in quattro e quattrotto.
Facilissimo ottenere le autorizzazioni: in Comune ci
sono i “Verdi”, e la Forestale, se una pianta chissà
perchè non è “protetta” [alcuni pini sono
"protetti", altri no] figurati se dice bah o muove
muscolo…
I precedenti parcheggi su ex area verde di due mesi
fa produssero pure un assessore PD, questi chissà:
il parroco diventerà cardinale?
Stamattina (ieri per chi legge -ndr) hanno iniziato
i rumorosi lavori di segatura dei pini pure prima
dell’orario consentito, ma figurati se qualcuno
fiata. A tutti va bene così, massimo qualche
soffocata imprecazione di fastidio dai balconi
prospicienti, che diventa goffo saluto o gesto
scacciamosche appena guardi su e smaneggi con la
telecamera del telefonino. Indifferenza. Incultura.
Ognuno si fa i ca*** propri. (ilsegnale.it) |