La rinascita della canapa coltivazione ecosostenibile

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Mercoledì, 6 Luglio 2011

FERRARA - "I campi di canapa me li ricordo da bambino: per me erano il parco giochi. E per l'Italia una bella voce di export: 100 mila ettari coltivati che davano tessuti, carta, corde, vele, mangime. Poi è arrivata la plastica e questo settore agricolo è finito fuori mercato. Ma ora che si cominciano a rifare i conti calcolando l'impatto ambientale della produzione, il quadro della convenienza cambia. Si scopre che c'è più che mai bisogno di una pianta che cresce con poca acqua, aiuta il terreno a recuperare fertilità e contiene sostanze con potenzialità terapeutiche che stiamo appena iniziando a conoscere". A parlare è Gianpaolo Grassi, il ricercatore che a Rovigo coordina le attività del Cra (Consiglio per la ricerca e

sperimentazione in agricoltura), un ente pubblico che si è da poco staccato dal ministero delle Politiche agricole: da molti anni studia le proprietà della canapa ed è disposto a scommettere sulla sua rinascita. Una scommessa di cui i lettori ci hanno chiesto di occuparci con il quinto sondaggio "scegli la tua inchiesta".

La canapa ha avuto infatti un passato glorioso e un declino improvviso. E' stata la prima pianta da fibra a essere coltivata, agli albori dell'agricoltura, perché la crescita è rapidissima e una volta tagliata è

come un supermercato, offre di tutto: si usa per fare carta, stoffe, olio, farina, cosmetici e medicinali. La canapa è stata utilizzata per stampare la prima Bibbia di Gutenberg, per scrivere la dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti, per tessere le vele delle navi dei fenici e delle caravelle di Cristoforo Colombo. E tra la metà dell'Ottocento e la metà del Novecento ha conosciuto in Italia la sua stagione d'oro.

Poi, dopo il colpo di freno determinato dalla concorrenza delle materie plastiche, nel 1977 è arrivato lo stop: la coltivazione è stata proibita dalla legge Cossiga che ha accomunato nel divieto di coltivazione due piante cugine ma con caratteristiche molto diverse: la canapa indica (quella utilizzata per uso ricreativo dalla generazione del '68) e la canapa sativa (usata per usi produttivi). Così, per vent'anni, il monopolio del settore è stato lasciato alla Cina e ai Paesi dell'Est. Ma nel dicembre 1997 una circolare del ministero delle Politiche agricole ha autorizzato una deroga per la coltivazione sperimentale su mille ettari (successivamente ampliata).

Ora la coltivazione della canapa potrebbe essere rilanciata se verrà approvata la legge proposta dal senatore Francesco Ferrante, responsabile del Pd per le politiche sui cambiamenti climatici. "E' ora di adeguarsi a una scelta che l'Unione europea ha fatto nel 1972 inserendo nella politica agricola comune gli aiuti alla canapa sativa", spiega Ferrante. "In Francia oltre 9 mila ettari di questa pianta alimentano i settori della bioedilizia e della carta. Si coltiva anche in Germania, Finlandia, Romania, Olanda, Gran Bretagna e in Canada nel giro di otto anni si è passati da 2.400 a 21 mila ettari. Nei prossimi anni, con il ciclo idrico sempre più sbilanciato dal caos climatico, diventeranno sempre più utili le virtù ambientali della canapa che può essere utilizzata in moltissimi settori".

"Oggi la novità sta proprio nella grande differenziazione degli usi proposti", aggiunge Arturo Malagoli, presidente di Raggio Verde. "Da una parte c'è una tradizione antichissima che non si è mai interrotta: per secoli le stoffe fatte in canapa sono state usate e riusate finché non diventavano stracci e a quel punto gli stracci venivano riciclati trasformandoli nella carta di cui sono fatte tante cinquecentine e tanti volumi antichi. Dall'altra ci sono usi che riprendono abitudini che si erano perse: ad esempio i prodotti di cosmesi che aiutano a prevenire la disidratazione della pelle e proteggono da un eccesso di raggi solari. In questa partita, che può produrre occupazione e fatturati importanti rivitalizzando un intero settore agricolo, l'Italia può tornare ad assumere un ruolo di leadership mondiale".

Una scommessa condivisa anche da Massimo Gasparini che, dopo aver sperimentato in famiglia, con una figlia celiaca, i problemi affrontati quotidianamente da oltre 110 mila italiani intolleranti al glutine, ha fondato Zmg nutraceutica per fornire sia biscotti, torte e pizze ricavati dalla farina di canapa priva di glutine che integratori alimentari con un concentrato di olio ricco di acidi grassi omega 3 e omega 6 particolarmente utile per la riduzione del colesterolo e per la prevenzione di problemi cardiaci.

"Sulle proprietà positive degli alimenti derivati dalla canapa c'è ormai un largo consenso scientifico", ricorda la nutrizionista Elisabetta Bernardi. "L'elenco dei benefici è lungo: va dalla riduzione dei trigliceridi alla prevenzione dell'acne giovanile, dalla qualità delle proteine contenute nei semi, simile a quella della soia e dunque molto utile per i vegetariani, alla protezione contro gli eritemi solari". (repubblica.it)

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