49,8. Tutto questo in un’ora. Per fare un raffronto,
durante la precedente “alluvione” registrata a San
Benedetto, quella del 1 marzo, erano caduti 47,20
mm, ma nell’arco di 24 ore. Martedì 5 luglio, i
quotidiani nazionali riportavano notizie (e
polemiche) analoghe a quelle avute a San Benedetto,
riguardanti però la città di Roma, dove si sono
registrati 40 mm di pioggia (dati della Protezione
Civile). Siamo abituati a lavorare con impegno e
continueremo a farlo, ma il caso degli allagamenti a
San Benedetto non è un unicum in Italia e tra le
località turistiche in particolare. Semmai, per chi
è disposto a ragionare, abbiamo un ulteriore fattore
negativo, legato alla presenza di colline a ridosso
del mare, che riversano sulla costa un ulteriore
quantitativo d’acqua, non sempre adeguatamente
irreggimentato.
Con questo non voglio dire che l’assessorato ai Lavori pubblici sia superfluo, e vorrei spiegarmi con un paio di esempi. Negli ultimi cinque anni non abbiamo mai smesso di lavorare sulla pratica dei sottoservizi di piazza Garibaldi, e il risultato, oltre agli “storici” lavori che partiranno a settembre, è il lasso di tempo estremamente lungo che è stato necessario per giungere al risultato. Ma siccome a San Benedetto c’è chi si leva in volo ogni volta che si verifica un problema, potremmo chiedere a lui perché non abbia portato la città avanti con il lavoro, nei quattro anni in cui è stato vicesindaco: oggi avremmo quell’opera già realizzata e funzionante.
Il secondo esempio riguarda un altro intervento atteso per decenni, quello in via Monte Conero in zona Ragnola. I lavori partiranno tra poche settimane, su bando della CIIP spa e progetto del Comune. Potrei fare altri esempi, sui lavori svolti tra via Toscana e via Asiago, in via Val Cuvia zona passaggio a livello a Porto d’Ascoli, o quelli in corso al Paese Alto.
Gli interventi sui sottosistemi hanno la peculiare caratteristica di essere molto costosi. Potremmo tradurre con questa frase, ogni volta che sentiamo parlare di “tagli ai trasferimenti dello Stato agli enti locali”. Noi abbiamo realizzato molti interventi sui sottosistemi e altri sono già in programma, uno dopo l’altro, senza interruzioni. È il nostro compito e quel che dobbiamo fare, noi e gli altri enti coinvolti nella tutela del territorio dal rischio idrogeologico. Ma temo che 50 mm di pioggia in un’ora resteranno una “bomba d’acqua” in ogni caso. Nessuno dubiti sull’impegno costante dell’Amministrazione comunale, sia nel reperimento dei fondi, sia nella progettazione ed esecuzione dei lavori, per la tutela delle persone, delle imprese, dei beni e del paesaggio”. (rivieraoggi.it)
PS: La città ha necessariamente bisogno di un sistema fognario adeguato. Adeguato alle necessità di una città che è cresciuta in modo
sproporzionato rispetto alle opere di modernizzazione e manutenzione dei servizi primari. Se continueremo a non considerare SERIAMENTE la nostra inadeguatezza, i costi delle emergenze supereranno di gran lunga quelli delle necessarie ristrutturazioni. Solo pochi giorni fa nel suo discorso d’insediamento il Sindaco raccontava di una città che necessariamente deve e vuole espandersi. Pur non condividendo minimamente questo principio che va contro, oltre al buon senso, anche ad alcuni leggi della fisica, ritengo che la città, prima d’espandere, se non adeguatamente strutturata, oggi corre il rischio d’implodere. Per quello che riguarda l’aspetto climatologico degli eventi vorrei tanto esprimere il mio parere senza correre il rischio di diventare oscuro, ma non riesco, alla luce di una miriadi d’osservazioni, a non sottolineare e ribadire che tanti, in un futuro che è già presente, saranno e sono i cambiamenti ai quali dovremo adattarci; altri saranno quelli invece, ai quali non riusciremo ad adattarci se continueremo a fare ciò che non dovremmo fare e non fare ciò che dovremmo fare… da subito (Riego Gambini)
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