La Cassazione: una pianta di marijuana sul terrazzo non costituisce reato

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Mercoledì, 29 Giugno 2011

 

ROMA - Secondo la Corte di Cassazione tenere una piantina di marijuana sul terrazzo di casa non costituisce reato, perchè nonostante le rigide norme sugli stupefacenti (la coltivazione di una sostanza stupefacente deve essere sempre punita), il fatto non ha alcuna portata offensiva. Con la sentenza 25674 i supremi giudici hanno così respinto il ricorso del procuratore generale della Corte di Appello di Catanzaro contro l'assoluzione di un 23enne sorpreso con una piantina di marijuana sul balcone della sua abitazione a Scalea (Cosenza).

La Cassazione per sdoganare dalla soglia di rilevanza penale il possesso della piantina di canapa indiana, fa riferimento a un principio giuridico che «sebbene timidamente ha già fatto capolino nella giurisprudenza di merito e di legittimità e che tira in ballo la necessità che il possesso limitato di piante o principi droganti sia in grado di procurare danni. In pratica occorre sposare la linea di giudizio che individua nella problematica dell'offensività la leva destinata in futuro ad innovare tutto il sistema penale.

Quando la modestia dell'attività posta in essere emerge da circostanze oggettive di fatto, come la coltivazione di una piantina in un piccolo vaso sul terrazzo di casa con un principio attivo di mg 16, il comportamento dell'imputato deve essere ritenuto del tutto inoffensivo e non punibile anche in presenza di specifiche norme di segno contrario. In conclusione non solo non è punibile alcun comportamento non previsto dalla legge come reato, ma non è punibile nemmeno il reato che non procura danni a nessuno: in altre parole nullum crimen sine lege ma anche nullum crimen sine iniuria.

I radicali: «La sentenza della Cassazione introduce un elemento di buon senso e un principio liberale: non c'è reato se non c'è vittima - commenta Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani - L'autocoltivazione andrebbe promossa, perché garantisce al consumatore la qualità del prodotto, lo libera dal mercato criminale e riduce i profitti delle mafie. La legge Fini-Giovanardi deve essere superata innanzitutto perché è una legge stupida e criminogena, tanto che sono 28 mila le persone detenute per averla violata. In attesa che sia possibile al popolo italiano conoscere gli enormi costi sociali del proibizionismo e dibattere le sue alternative, chiediamo che venga calendarizzata la proposta di legge radicale, prima firmataria Rita Bernardini, per legalizzare l'autocoltivazione della marijuana».

Giorgia Meloni: «Il via libera della Cassazione alla coltivazione di marijuana sul terrazzo di casa è scandaloso. Lo stato si regge su leggi uguali per tutti, anche per chi è chiamato a farle rispettare -dichiara il ministro della Gioventù - La motivazione della sentenza ha poi qualcosa di agghiacciante, quando prevede che il fatto è non punibile anche in presenza di specifiche norme di senso contrariò, perché inoffensivo. Questo rischia di stabilire un precedente gravissimo: ovvero che un reato non sia più tale, nonostante la legge, quando considerato inoffensivo. Se i magistrati vogliono farsi legislatori smettano la toga e si facciano eleggere in Parlamento». (ilmessaggero.it)

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