Treviso. Boati sul Fadalto, il capo della Protezione civile: «Cittadini, preparatevi»

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Mercoledì, 23 Febbraio 2011

 

TREVISO - «Aiutati che il ciel t’aiuta». Lo dice il nuovo capo della Protezione civile nazionale e nel salone di Palazzo Balbi, dove la giunta di Luca Zaia è schierata contro la parete, più di qualcuno alza gli occhi al cielo. Appunto. Nessuno si aspettava ampie rassicurazioni sui boati del Fadalto, ma le parole di Franco Gabrielli, che è il successore di Guido Bertolaso, rischiano di preoccupare, e non poco, chi sta lì dove la terra "fa rumore".

È successo anche ieri mattina: dopo quindici giorni di silenzio, alle 8.29 in Val Lapisina la terra si è fatta sentire, una scossa di magnitudo inferiore a uno, ma sufficiente ad alzare la guardia. Tanto più che adesso è proprio Gabrielli a dire che questi fenomeni non vanno sottovalutati e tantomeno considerati alla stregua di fatti folkloristici. «Sono cose serie», dice il capo della Protezione civile. Che consiglia a chi abita da quelle parti di munirsi, come avviene in California, di un kit di sopravvivenza: una pila, acqua quanto basta, la batteria del cellulare carica.

Gabrielli arriva in Veneto per conoscere il governatore Luca Zaia. Un tour di prammatica, iniziato in Puglia, ma qui associato a un riconoscimento: la consegna della medaglia di benemerenza per l’aiuto prestato dal Veneto in occasione del terremoto d’Abruzzo. È anche l’occasione per fare il punto sull’alluvione (con le donazioni dei privati arrivate ormai a 5 milioni grazie ai 750mila euro offerti ieri da Veneto Banca). Solo che quando Gabrielli arriva a Venezia, i sismografi hanno già registrato la scossa sui monti. E Gabrielli, dopo aver parlato con Zaia, con il vicecommissario per l’alluvione Mariano Carraro e con il capo della Protezione civile veneta Roberto Tonellato, dice ai cronisti che i boati «non vanno sottovalutati».

Ma gli esperti minimizzano, no? Gabrielli non li risparmia: «Inviterei gli studiosi a essere un po’ più cauti. L’esperienza dell’Aquila ha dimostrato che la materia è complicata». E allora che si fa? «Il sistema di Protezione civile regionale è allertato, sono stati potenziati tutti i sistemi di controllo». Dunque si può stare tranquilli? Assolutamente no, dice Gabrielli. «Ai cittadini non dico "state tranquilli", ma "preparatevi". Primo: serve una verifica delle abitazioni, lo stesso cittadino deve farlo. Secondo: bisogna seguire alcune elementari norme precauzionali. Avere con sé una pila, acqua, la batteria del cellulare carica. Non è allarmismo, ci sono paesi, come la California, che convivono con la possibilità di terremoti e si attrezzano». Giusto per demolire anche i più ottimisti, snocciola i dati: «La nostra bella Italia è un paese a rischio sismico, 800 Comuni sono in zona 1, 2000 in zona 2». E in zona 2, rimarca, ci sono i Comuni veneti dei boati del Fadalto. «E pure l’Aquila». Appunto. In 40 anni ci sono stati in Italia 800 sciami sismici che non hanno portato a niente. Eccetto L’Aquila.

Il nuovo capo della Protezione civile nazionale, a sentire i boati sul Fadalto, non ci va. «Sarebbe superfluo, anche per evitare di fare passerelle». Il monito forse rassicura, forse no: «Le istituzioni si devono attrezzare e il Veneto lo sta facendo». E i cittadini devono fare la propria parte. Appunto: «Aiutati che il ciel t’aiuta». (Alda Vanzan Corriereadriatico.it)

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