Il mio saluto al Comitato cittadino "PRG a crescita zero"

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Lunedì, 21 Febbraio 2011

 

A seguito delle ultime evoluzioni che riguardano il panorama politico Comunale che vedono i fondatori del Comitato cittadino “PRG a crescita zero”, il Sig. Giorgio Mancini e il Sig. Luca Spadoni, parte integrante di un accordo del quale ora tutti i cittadini conoscono i contenuti, ritengo necessario affermare pubblicamente l’intenzione di voler interrompere il rapporto di cooperazione con il sopracitato Comitato, che mi ha visto insieme, fianco a fianco con altri volenterosi, nella raccolta di firme referendaria relativa alla delibera Comunale n.113 del 23/12/2009, ai più conosciuta come “Megavariante”.

Pur avendo personalmente più volte affermato che il Comitato cittadino "PRG a crescita zero" non era e non doveva diventare uno strumento in mano di questo o quel partito, ma bensì un'espressione di principi etici, culturali e sociali di un gruppo di liberi cittadini, scelgo di uscire da questo Comitato, invece di chiedere ai componenti dello stesso l'allontanamento del Sig. Mancini e del Sig. Spadoni, dato che la maggioranza dei suoi componenti attivi sono militanti o semplici simpatizzanti del movimento politico che ha firmato questo accordo, per cui presumo ne condividano i fondamentali presupposti visto che, all'interno del Comitato, non hanno finora espresso pareri contrastanti.

La mia decisione è determinata comunque dal fatto che non ritengo questa nuova condizione in sintonia e coerente con i principi che mi spinsero ad accogliere, con grande entusiasmo, l’invito ad aderire MOLTO attivamente alle iniziative del Comitato, dal quale, ora, con estremo rammarico e amarezza, decido di prendere le distanze.
Ciò non implica in alcun modo che l’impegno preso con i tanti concittadini, con i quali ho dialogato e discusso anche animatamente negli ultimi mesi, non verrà da me mantenuto. Io credo ancora fermamente in quelle parole pronunciate e in quei principi, per cui ritengo che questa decisione forse mi renderà più libero di agire in modo semplice, trasparente e a tutti comprensibile, proprio come da qualche anno cerco di fare coerentemente e con umiltà attraverso le iniziative di Meteorivierapicena.

Per quel che mi riguarda non avrei mai potuto stipulare accordi di alcun genere proprio con coloro che nel tempo non hanno minimamente modificato la loro posizione nei riguardi dell’operato del Comitato cittadino "PRG a crescita zero", coloro che hanno sempre cercato in tutti i modi di ostacolarlo non condividendone i principi fondamentali e che oltretutto, attualmente, non sono nemmeno intenzionati ad accogliere la richiesta di indizione in tempi brevi del Referendum (parlammo del 13 marzo 2011, termine ormai logicamente improponibile) di cui hanno anche ingiustamente modificato il quesito referendario originario. Referendum consultivo per il quale più di 4373 concittadini hanno consegnato alla nostra città, con fiducia e anche un pizzico di nuova speranza, le loro firme.

In fede
Riego Gambini

Commenti dei lettori

Nel leggere il saluto, che definirei il commiato, di Riego Gambini al Comitato sono sorte in me alcune riflessioni. Non entro in merito alla situazione specifica, perché è una realtà locale e non essendo io di San Benedetto del Tronto, potrei fare solo un'analisi parziale.
Ho letto i commenti su "Rivieraoggi", che hanno dato vita a una sorta di dibattito, ma non mi sento in diritto di intervenire, poiché vivo in un'altra "polis", in un'altra città. Eh sì: dovremmo rammentare che politica ha come prefisso "polis"-città; e l'arte e la scienza del buon governo dovrebbe essere la politica. A dire il vero, da essa, che sia espressione della destra, della sinistra o del centro, da tempo non mi attendo risposta, poiché temo che vi siano delle distorsioni e degli errori che non possano essere corretti da un programma politico, né tantomeno da un esponente di un partito.
Sinceramente, da cittadina, credo che un cambiamento radicale possa giungere dalla Cultura e quindi da una consapevolezza autentica di deteminati aspetti e tra questi non possiamo trascurare l'importanza vitale del territorio o meglio della terra. E ciò riguarda ogni cittadino di qualunque città, poiché è tempo di responsabilità e di consapevolezza.
Soltanto una cultura che si avvicini all'uomo, all'ambiente e al pianeta col rispetto necessari per preservarli potrà a mio avviso dare avvio a un'inversione di tendenza che conduca a una riflessione istituzionale, proprio perché voluta fortemente da cittadini consapevoli e responsabili.
Il territorio è un patrimonio che dobbiamo imparare a proteggere e da tempo non lo rammentiamo anche se la tutela del paesaggio compare nell'art.9 della Costituzione Italiana. Al di là del patrimonio artistico che purtroppo tuteliamo solo parzialmente, vi è un altro patrimonio da proteggere: la terra sulla quale non soltanto vengono edificati appartamenti che vengono parzialmente abitati (e comunque consumano suolo), ma quella medesima terra da cui traiamo il nutrimento per la sussistenza. Terra significa acqua e...
Da troppo tempo, l'eredità culturale dell'Italia - e non mi riferisco solo ai beni culturali - è degradata a mero valore economico, a una risorsa che abbiamo la presunzione di sfruttare secondo le nostre necessità. Ma come lessi tempo addietro credo che non vi sia nulla che dia la misura dello stato di salute di una società quanto il rapporto che essa riesce ad avere coi propri momumenti e col proprio paesaggio. Riappropriamoci della nostra coscienza civile e diamo ad essa voce, perché credo che tutti profondamente sentiamo tra delusione e malcontento, la voglia di un reale cambiamento.
Anna Teresa

Inviato da: Anna Teresa - Lunedì 21 Febbraio 2011 alle 20:44

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