San Benedetto del Tronto - È in vigore dal 31 gennaio e durerà fino alla fine di marzo, ma in pochi lo conosco o lo rispettano. E anche chi dovrebbe vigilare sulla sua applicazione sembra impegnarsi al minimo. Dovrebbe servire per ridurre l’inquinamento da polveri sottili, anche se tanti cittadini esprimono dei dubbi sulla sua reale utilità.
Parliamo del divieto di circolazione che impedisce il transito di alcuni mezzi particolarmente inquinanti lungo un tratto della Statale 16, precisamente fra il ponte sull’Albula e via Voltattorni. A tal proposito abbiamo sentito le opinioni di alcuni sambenedettesi. Partiamo con Luciano Cameli che ha un’edicola tra via della Liberazione e via Bianchi, nel cuore dell’area soggetta al divieto.
“Da quando è entrato in vigore - dice Cameli - tante persone, soprattutto anziani, si fermano da me per chiedere informazioni. Molti vedono i cartelli e di primo acchito pensano che le limitazioni valgano anche per le auto a benzina. Rispondo che il divieto vale solo per i vecchi diesel”.
Riguardo ai controlli, Cameli afferma di averne visti davvero pochi: “Finora soltanto una volta mi è capitato di vedere una pattuglia dei vigili urbani fermare alcune auto”. Poi, rispetto all’effettiva efficacia del provvedimento, l’edicolante è pessimista: “Per me è una semplice moda. Oggi si sono inventati questo, domani troveranno qualche altra cosa. Ma intanto i problemi di traffico e di smog restano uguali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda troviamo Teresa Paolini della rivendita di tabacchi situata sempre in via della Liberazione, poco lontano da via Santa Lucia: “Da me però nessuno si è mai fermato per chiedere informazioni”, precisa la signora Paolini che dichiara di essere a conoscenza del divieto imposto dal Comune, ma di non condividerne lo spirito: “Perché provvedimenti del genere non risolvono un bel niente. Non eliminano né l’inquinamento né il traffico, ma li spostano dalla Nazionale verso altre strade della città”.
Proprio davanti al negozio di tabacchi incontriamo il signor Giancarlo che ci rivela di guidare un’auto non a norma: “Ho una vecchia diesel, ma al momento non posso proprio permettermi di comprare un nuovo modello. Comunque la uso solo per dei brevi spostamenti e non tutti i giorni. Al limite potrei anche evitare di passare lungo la Statale, ma allungherei di molto il mio tragitto, finendo anche per inquinare di più. Sinceramente non riesco a capire le ragioni di queste nuove imposizioni che creano solo ulteriori disagi alla gente”.
Insomma, secondo le impressioni dei più, se l’obiettivo del municipio era quello di combattere lo smog, la misura adottata è troppo debole.
“Ma perché - afferma un abitante della zona - è stato deciso di non far circolare certe categorie di veicoli proprio dal ponte sull’Albula a via Voltattorni? Nel tratto di Statale 16 interessato dal divieto, in piazza Kolbe, c’è la centralina che rileva il tasso d’inquinamento dell’aria. A questo punto basta fare due più due. E poco importa se, al momento dell’entrata in vigore del divieto, dal Comune parlavano di una contromisura indispensabile per poter abbassare la quota di Pm10. Per assurdo, il resto della città potrebbe anche affogare nello smog, ma se la qualità dell’aria intorno alla centralina rimarrà nei parametri previsti dalle norme, non facendo registrare sforamenti, l’amministrazione potrà dichiarare la sua vittoria contro l’inquinamento. Ma questo, purtroppo, sarà soltanto un successo virtuale”. (Marco Braccetti -corriereadriatico.it)
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