San Benedetto del Tronto - Il battesimo del museo della civiltà marinara è avvenuto in un autentico bagno di folla. Erano centinaia, ieri mattina, le persone che non sono volute mancare all’apertura ufficiale del museo, inaugurato all’interno della struttura del mercato ittico all’ingrosso.
Studiosi, semplici cittadini, marittimi ed intere scolaresche hanno scoperto tutti i percorsi progettati all’interno del museo scoprendone la tecnologia fatta di componenti multimediali attraverso i quali i contenuti video, realizzati e adattati dallo staff della Lamantino Brothers, illustrano la storia della marineria.
“Pochi credevano a questo sogno che la città ha iniziato a cullare trent’anni fa - ha detto il sindaco Gaspari -. Ma oggi quella visione si realizza, per il fatto che le istituzioni coinvolte hanno remato nella stessa direzione e grazie allo sforzo di molte persone, a partire dal sindaco Natale Cappella e dal suo assessore alla Cultura Gino Troli”.
Lo stesso Troli, oggi presidente del comitato scientifico del museo, è intervenuto evocando l’abilità dei sambenedettesi, che andavano in mare con un tipo di paranza unico ed originale, difficile da governare per marinai meno esperti, e spiegando le difficoltà che si incontrano nel conservare la memoria del mondo della pesca: “A differenza che in campagna - ha spiegato – nelle case basse dei pescatori non c’era spazio per conservare vecchie attrezzature”.
Ma un contributo in tal senso è venuto da molti cittadini e addirittura dai creativi del Rof di Pesaro, che hanno ricostruito una paranza posizionata all’ingresso del Museo.
Presente anche l’assessore regionale alla pesca Sara Giannini. La Regione Marche, insieme alla Fondazione Carisap, ha infatti finanziato il museo: “Non è solo un museo sambenedettese – ha spiegato la Giannioni – ma di tutte le Marche. La scelta di posizionarlo qui è stata intelligentemente dettata dal fatto che ci troviamo nel centro la cui marineria è la più antica delle Marche”.
Entusiasta l’assessore alla cultura Margherita Sorge che ha definito l’inaugurazione “Un emozionante e importantissimo evento culturale, sociale e umano”. Secondo l’allestimento curato dalle architette Maffei e Nonnis, il Museo della Civiltà Marinara è organizzato per unità narrative: dal lavoro a terra di funai, retare, maestri d’ascia che costruivano le barche, alla vita in mare, al ritorno e commercializzazione del pescato: i luoghi, i mestieri, le attrezzature e molto altro. Soprattutto, come accennato, la realizzazione di questa esposizione permanente è stata possibile grazie alla donazione di reperti da parte di singoli cittadini, vecchi marinai e funai, associazioni. E per questo, inevitabilmente, la mostra crescerà ancora nel corso del tempo. (Emidio lattanzi - corriereadriatico.it)
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