Il fine non giustifica mai i mezzi. Per la disubbidienza civile non-violenta

Aggiorna la pagina

 

Mercoledì, 28 Dicembre 2011

 

Di fronte alle numerose sfide con le quali si confronta il nostro mondo, molte persone diventano militanti di una causa, sia per la protezione dell'ambiente che per la giustizia sociale, per le libertà politiche o i diritti delle persone, qui ed altrove.

Le sfide sono talmente enormi che la maggioranza dei militanti ha una sensazione di urgenza che può perfino portarne alcuni a commettere atti di violenza. Se possiamo perfettamente comprendere le frustrazioni e le domande legittime, dobbiamo però chiaramente denunciare l'utilizzo della violenza per combattere la violenza. Infatti dobbiamo condannare ogni violenza.

Violenze e deliri sicuritari
Gli atti di violenza da parte di alcuni militanti a volte portano una copertura mediatica, ma questa violenza distoglie un po' di più l'attenzione dai problemi di fondo come la lotta ai cambiamenti climatici e la lotta alle ineguaglianze sociali che contribuiscono alla crisi ecologica, minacciando alla fine tutta l'umanità.

Il delirio sicuritario e macho messo in atto da numerosi governi, grazie a budget faraonici dati alle forze di polizia, contribuisce a nutrire una cultura della violenza. Non occorre una tesi di dottorato in tecnica poliziesca per capire che quando si dà carta bianca, così come numerosi "giocattoli" alla polizia, ci sono forti possibilità che questo finisca in violenza, senza parlare della violazione dei diritti della persona e delle libertà. Se necessario, la polizia può anche provocare per generare violenza... e così giustificare la sua esistenza.

Ci scordiamo troppo rapidamente delle altre violenze che hanno luogo ogni giorno e che dobbiamo ugualmente denunciare. Gli ecosistemi del pianeta sono sempre più minacciati. La biodiversità crolla dappertutto sul pianeta, aggredita dalle attività umane nel nome del cosiddetto progresso economico.

Sempre più specie scompaiono. Ogni giorno, le sementi geneticamente modificate (Ogm) della Monsanto aiutate dagli erbicidi e pesticidi che le accompagnano, contaminano e uccidono la biodiversità. Ogni giorno nell'Alberta delle compagnie petrolifere radono al suolo le foreste, sversano prodotti tossici in immensi laghi ed aumentano le emissioni di gas serra per estrarre le sabbie bituminose.

Nel 2010, durante 2 mesi, la marea nera della Bp ha inquinato il Golfo del Messico. Ogni volta che il governo del Québec o persone influenti aprono la porta allo sfruttamento del petrolio o del gas di scisti in Québec, contribuiscono ugualmente all'attacco violento contro l'ambiente. Ogni volta che il governo del Québec ed Hydro Québec insistono nel voler spendere almeno 2,3 miliardi di dollari nella centrale nucleare di Gentilly2, soffocano le alternative ecologiche e rinnovabili come il solare. Anche tutto questo è violenza... Lo dimentichiamo troppo spesso.



Non-violenza e pacifismo
La non-violenza ed il pacifismo attivo sono le sole risposte a questa violenza generalizzata. Dalla sua fondazione nel 1971, Greenpeace ha scelto la non-violenza e il pacifismo come il solo mezzo legittimo di lotta. Praticare la non-violenza è ben più difficile che lanciare delle pietre alla polizia e dopo sparire in una folla pacifica.

Quando i militanti non-violenti agiscono, prendono dei rischi, mettendosi in prima linea ed assumendosi tutte le conseguenze. E' la convinzione profonda della non-violenza che motiva i militanti. Il pacifismo e le tecniche della non-violenza non vogliono dire che le azioni di Greenpeace sono necessariamente legali o senza confronto, al contrario! L'obiettivo è precisamente quello di denunciare dei crimini ambientali e proporre delle soluzioni, ma sempre senza violenza.

In alcune cerchie di militanti no-global domina la dottrina della "diversità delle tattiche". Dietro questo concetto (d'altronde travestito en passant da pluralismo liberale e liberal!) si nasconde infatti un tentativo di far accettare la violenza di alcuni dalla stragrande maggioranza che non la pratica. Se vogliamo restare fedeli ai nostri valori della non-violenza, dobbiamo respingere fermamente questa poltiglia indigesta della "diversità delle tattiche" e dirlo pubblicamente.

Nella stessa maniera in cui non combattiamo la stupidità con la stupidità (ma non l'intelligenza!), non dobbiamo combattere la violenza con la violenza, ma con il pacifismo e la determinazione.

Il fine non giustifica i mezzi. Al contrario, la scelta dei mezzi impiegati rivela la direzione nella quale vogliamo andare. La non-violenza deve essere il solo modo perché è anche il nostro obiettivo finale. (Eric Darier, direttore di Greenpeace Canada - greenreport.it)

PS: meteorivierapicena condivide pienamente il contenuto di questo articolo. (RG)

Commenti dei lettori

Al momento non ci sono commenti dei lettori per questo articolo

Inserisci un tuo commento a quest'articolo

Nome:

 

Email:

(non verrà visualizzata)

Messaggio:

 

 

Vi ricordiamo che i commenti inviati verranno prima controllati dall'amministratore di METEORIVIERAPICENA

Visione ottimizzata 1024x768 pixel

Imposta come tua

"Pagina iniziale"

di Internet Explorer

Webmaster

Disclaimer

by meteorivierapicena.net