Alle "stazioni del gas" non fermano treni

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Lunedì, 19 Dicembre 2011

 

Fortuna che i nostri coscienziosi e seri sindaci non transigono su sicurezza e salute. Per esempio nel caso dell'incombente megastoccaggio di gas: va benissimo tener la faccenda più segreta possibile ai sudditi e poi far finta di cadere dalle nuvole, ma doverosamente informare le Ferrovie quello sì, così quelle si organizzano. Infatti è dal 2006 - poco alla volta, quatti quatti (ma è facile, coi nostri sazi assessori ai trasporti che non s'accorgono delle soppressioni manco quando gli portano l'orario) - che Trenitalia taglia sistematicamente le fermate alle stazioni di San Benedetto e Grottammare. Ormai qua non fermano più treni passeggeri. Transitano solo, rumorosissimi e veloci. Come quelli lunghi merci carichi di algidi furgoni Ducato, dai rari rallentamenti in campagna, forse per far la pipì...

Le stazioni non servono più: quella di Grottammare da anni ha abolito la biglietteria, quella di San Benedetto poco ci manca. La piccolina di Porto d'Ascoli era già simbolica, le rimane il bel pino sul piazzale, che sta sulla lista nera di Canducci... Le chiamano "le stazioni del gas".

La stazione di San Benedetto è la più dura a morire, anche se ha gas in quantità. Di scarico, per ora: dei pullman paleozoici sempre in fila col motore acceso, delle stupide auto che cercano di passarli o di parcheggiare, dei cerei taxi che si spostano nervosamente di centimetri, dei calamitosi scooter-dal-parabrezza-opaco, specie terribile non in estinzione. Dentro, dalla parte dei binari, resiste ancora la puzza di treno. Ma ci sono più annunci che treni. Spostarsi dalla linea gialla.

Il copione da teatrino di questi giorni prevede sdegno su entrambi i fronti: rivogliamo le fermate, il treno serve ai pendolari e al turismo, bla-bla-bla... muovetevi politici del cazzo; non vogliamo la centrale di stoccaggio gas, ci rimette il turismo, lì vicino ci sono le case, poi l'inquinamento, poi i rischi... muovetevi politici del cazzo. Assemblee, riunioni, gazebo in piazza, petizioni, manifesti, articoli di stampa, veline, esternazioni di politici che però restano a piede libero, promesse, ecc. Dico "su entrambi i fronti" ma non è vero: dei treni soppressi, dopo il primo soprassalto, non frega più a nessuno. In compenso c'è (provvisoria) vivacità sul megastoccaggio.

Come andrà a finire?

I treni sono persi. Cioè rimetteranno qualche fermata per prenderci per culo e far gloriare i politici. Ma Trenitalia ha ragione, come pure i sindaci: far sostare treni passeggeri alle "stazioni del gas" è contro la sicurezza. Anzi, sopra 525 milioni di metricubi di gas i treni neanche dovrebbero passarci.

Il megastoccaggio di gas infatti si farà, dopo un'infinità di manfrine si capisce. Anzichè metterci a studiare per diventare tutti tecnici ed esperti, tanto quelli ci fottono lo stesso, sarebbe stato meglio puntare sul buon senso. Con durezza, ovvio. Perchè, come direbbe Vasco, tutto questo un senso non ce l'ha...

Oppure dovremmo essere come i NO TAV della Val di Susa: convinti, tenaci, imprevedibili, battaglieri, disposti a rischiare. Con i sindaci in testa alla protesta, non titubanti, non prudenti, non calcolatori, non paraculi. Infatti lì i sindaci li amano. E dopo, vincendo (!?), si poteva meglio difendere le stazioni, per non farle diventare appartamenti e negozi, come è facile che accada... (Pier Giorgio Camaioni)

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