MILANO - Phobos-Grunt cadrà sulla Terra in una data compresa tra il 6 e il 19 gennaio prossimo. Lo ha reso noto l'agenzia spaziale russa Roskosmos. La sonda diretta a Marte era stata lanciata lo scorso 9 novembre, ma per un'avaria non era riuscita a lasciare l'orbita del nostro pianeta. Nella fase di rientro il carburante tossico verrà distrutto da calore prodotto al contatto con l'atmosfera, ma alcune decine di frammenti dal peso complessivo di 200 chili raggiungeranno la superficie: l'area interessata potrà essere identificata solo pochi giorni prima dell'impatto. Secondo Roskosmos il satellite artificiale cadrà «in una zona compresa tra 51,4 gradi di latitudine nord e 51,4 gradi di latitudine sud». La sonda di 13,5 tonnellate, ha spiegato l'agenzia, contiene una piccola quantità di cobalto-157, un isotopo radioattivo, ma secondo i russi non sussistono rischi di contaminazione radioattiva.
PHOBOS - La sonda avrebbe dovuto raggiungere Phobos, uno dei due satelliti di Marte, per raccogliere campioni del suolo e riportarle sulla Terra. Un problema le ha impedito di lasciare la Terra, dove ha continuato a orbitare a un'altezza di circa 250 km. Il lancio di Phobos-Grunt (La voce di Phobos) era avvenuto in perfetto orario lo scorso 8 novembre dalla base di Baykonour, in Kazakistan. Tutto era andato bene fino al distacco della sonda dal razzo, poi doveva entrare in funzione due volte lo stadio superiore Fregat - che aveva già fatto precipitare un satellite in Siberia lo scorso ottobre - per collocare Phobos-Grunt in direzione di Marte, ma qualcosa non ha funzionato. La missione è costata 163 milioni di dollari e gli scienziati russi ci lavoravano dal 1992.
ACCUSE GLI USA - A fine novembre, però, il tenente generale Nikolay Rodoniov, che comandava il sistema di allerta russo nella rete di difesa dagli attacchi dei missili balistici, ha accusato la stazione radio statunitense Gakona in Alaska di aver sabotato la sonda, stazione dove è in corso il programma di ricerca Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) dedicato allo studio della ionosfera e ai suoi influssi sulle telecomunicazioni ma che alcuni ritengono una copertura per un centro supersegreto dove si sperimenta la guerra elettronica ed elettromagnetica. (corriere.it)
|