Giganteschi pennacchi di metano, che si sprigionano dal fondo del Mar Glaciale Artico e affiorano sulla superficie su un’area vasta fino a mille metri di diametro: questi fenomeni, sempre più frequenti al di là del Circolo polare artico, al largo delle coste orientali della Siberia, e sempre più impressionanti per dimensioni e intensità, avvalorano purtroppo gli scenari più catastrofici del riscaldamento globale, quelli che considerano i ghiacci polari una potenziale bomba ecologica per le enormi quantità di metano che vi si trovano intrappolate dentro. A causa del global warming, che sta sciogliendo i ghiacci polari, rischia infatti di innescarsi un circolo vizioso in cui man mano che il permafrost si ritira vengono liberate quantità sempre più massicce di metano, un gas serra con un potenziale di riscaldamento globale circa 20 volte superiore dell’anidride carbonica, accelerando a sua volta il surriscaldamento globale.
Igor Semiletov, dell’International Arctic Research Centre dell'Università dell'Alaska Fairbanks, alla guida della spedizione che ha condotto la ricerca, ha raccontato in
un’intervista esclusiva all’Indipendent che quest’estate la nave su cui si trovava a bordo ha scandagliato 25 chilometri quadrati di fondale al largo della Siberia orientale: “Prima trovavamo strutture simili a torce del diametro di qualche decina di metri. Ma per la prima volta abbiamo trovato strutture continue e potenti di oltre un chilometro di diametro. Sono rimasto colpito dalle dimensioni e dalla densità dei pennacchi di gas. In un'area relativamente piccola ne abbiamo trovato oltre 100, ma in un'area più ampia ce ne devono essere a migliaia”. In una ricerca pubblicata nel 2010 Semiletov stimava che le emissioni di metano da questa regione ammontassero a otto milioni di tonnellate l'anno, ma alla luce dei nuovi studi i dati vanno rivisti in maniera sostanziale. Gli scienziati stimano infatti nell’ordine di centinaia di milioni di tonnellate la quantità di gas racchiusa sotto il permafrost artico, che si estende dalla terraferma al fondo del relativamente poco profondo mare della piattaforma artica della Siberia orientale. (f.n. - zeroemission.tv)
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