Inquinamento: 30 mila attacchi d'asma tra gli adolescenti ogni anno

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Mercoledì, 20 Aprile 2011

Cresce l'inquinamento dell'aria – causato principalmente da veicoli, industrie, centrali elettriche, inceneritori e cementifici – e, in modo direttamente proporzionale, aumentano le malattie polmonari e non, come infarti e ictus. A lanciare l'allarme sono gli pneumologi ed esperti di tutela ambientale che si sono riuniti a Scanno (L'Aquila) per un Congresso sul tema.

“Studi internazionali – ha spiegato Mauro Mocci, dell'Associazione medici dell'ambiente - evidenziano che con l'alzarsi del livello di inquinamento crescono le malattie polmonari e non (infarti, ictus). Sono aumentati i casi di tumori al polmone correlati

all'esposizione cronica di inquinanti atmosferici. Uno studio svolto nelle otto maggiori città italiane, ha evidenziato che l'inquinamento dell'aria è responsabile di 30.000 attacchi di asma l'anno nei ragazzi sotto i 15 anni. Esiste – aggiunge l'esperto - anche una correlazione inquinamento/ polmonite: il numero dei ricoveri di bambini affetti da polmonite, nell'area metropolitana di Roma, aumenta in rapporto all'innalzamento dei livelli di inquinamento atmosferico”.

E di smog si muore. Mocci ha infatti illustrato quanto emerso dallo studio MISA2 (Metanalisi italiana degli studi sugli effetti a breve termine dell'inquinamento atmosferico) che ha esaminato (dal 1996 al 2002) gli effetti a breve termine dell'inquinamento atmosferico su nove milioni di abitanti: 900 decessi in più da polveri, fumo, microgocce di sostanze liquide in sospensione nell'atmosfera sotto forma di particelle microscopiche (PM10); 2000 decessi in più da diossido di azoto (NO2) e 1900 decessi in più da monossido di carbonio (CO).

Mocci ha fatto poi riferimento allo studio EpiAir (Inquinamento atmosferico e salute) del Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie che ha messo in risalto che tra gli effetti a lungo termine, concentrazioni medie di particelle fini (Pm10 e Pm2,5) sono state associate ad aumento della mortalità e declino della funzione polmonare.

Come ha spiegato Mocci, “l'aria che respiriamo, i cibi che mangiamo, l'acqua che beviamo, possono essere contaminati da sostanze inquinanti provenienti da varie fonti”. Dunque, aggiunge l'esperto, “a fronte della diminuzione che si è registrata negli ultimi decenni delle concentrazioni di alcuni inquinanti antropici come il monossido di carbonio, il biossido di zolfo, il benzene e il piombo, permangono invece elevati i livelli di ossido di azoto, ozono, diossine, i metalli pesanti, prodotti chimici persistenti e polveri fini ed ultrafini”.

“Netta riduzione dell'utilizzo dei combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) e dei suoi derivati (incenerimento di plastiche), maggiore sviluppo delle energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, termodinamico, idrico, idrogeno...) aumento dei mezzi di trasporto meno inquinanti (metropolitane, tram, auto e bus elettrici, tutti alimentati da fonti rinnovabili), è la strada da percorrere”, ha concluso Mocci. (informasalus.it)

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