Una nuova luce nel Grande Carro: così è nata la stella più brillante

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Lunedì, 29 Agosto 2011

 

MILANO - È la più luminosa stella supernova di questo tipo apparsa negli ultimi trent'anni e promette di essere un astro da record per il prossimo futuro. Nella prima settimana di settembre diventerà così luminosa che basterà un buon binocolo per poterla scrutare puntandolo verso la celebre costellazione dell'Orsa Maggiore. Proprio qui, e poco al di sopra della stella Alkaid, nella galassia Pinwheel, il 23 agosto l'occhio del telescopio «Samuel Oschin» dell'Osservatorio di Monte Palomar scopriva un grande disastro cosmico mentre stava accadendo a 21 milioni di anni luce dalla Terra. Una nana bianca, una stella con una massa analoga al nostro Sole, scoppiava diventando sempre più brillante spargendo nel cosmo la sua materia: era la supernova «PTF11kly».

Tutto avveniva senza che, inizialmente, gli astronomi se ne accorgessero. Il telescopio è infatti robotizzato e programmato per compiere una ricognizione del cielo, la Palomar Transient Factory Survey. Ciò che vede viene automaticamente trasmesso ai supercomputer del National Energy Research Scientif Computing Center distante 640 chilometri il quale, altrettanto automaticamente, elabora e segnala agli scienziati le stranezze che incontra. Così il 23 agosto scattava l'allarme perché la notte procedente, nella stessa zona scandagliata, non appariva nulla e il giorno successivo il bagliore diventava ancora più intenso.

Subito entravano in azione altri grandi telescopi terrestri come il Lick Observatory in California e il Keck alle Hawaii i quali, analizzando la luce, arrivano alla conclusione di essere testimoni di un importante evento celeste. «Era lo scoppio davvero molto raro di una supernova molto particolare - commenta Mark Sullivan della Oxford University e del team impegnato nelle osservazioni -. Appartiene ad una famiglia utilizzata per misurare l'espansione dell'Universo».

Una nana bianca si forma quando una stella grande come il nostro Sole collassa alla fine della sua esistenza riducendo drammaticamente il volume rimpicciolendosi come la Terra. Però la sua densità diventa altissima e un centimetro cubo di materia ha la massa di una tonnellata, vale a dire milioni di volte più grande di quella dell'acqua.

In questo caso - spiegano gli astronomi - la materia rimasta era troppa e ciò avrebbe innescato l'esplosione. Naturalmente l'accaduto risale a 21 milioni di anni fa perché tanto ha impiegato la luce ad arrivarci. «Cogliere un evento simile nelle sue prime ore è straordinario perché riusciamo a scorgere ancora pezzi di materia prima dell'esplosione - sottolinea Andrew Howell dell'Università di California a Santa Barbara -. Ho studiato tante supernovae ma non ho mai incontrato niente di simile. Quindi indagandola riusciremo a trovare spiegazioni finora impossibili».

Tanta eccitazione non è solo legata alla spettacolarità. Le supernovae sono soggetti estremamente interessanti nell'evoluzione dell'universo perché è da queste immani catastrofi generate dalla morte delle stelle che si producono gli elementi più pesanti da cui si generano poi i pianeti e la stessa vita. Anche noi siamo il frutto delle supernovae.

Ecco perché il fenomeno, ora alle sue prime battute, sarà continuamente seguito nei prossimi anni con grandi aspettative sfruttando il vantaggio della relativa distanza essendo la supernova più vicina di questo tipo scoperta negli ultimi decenni. Data l'eccezionalità la Nasa sta pure attivando il suo osservatorio più potente, il telescopio spaziale Hubble in orbita terrestre. (Giovanni Caprara - corriere.it)

PS. un evento accaduto 21 milioni di anni luce fa... e al polso abbiamo orologi che misurano le ore, i minuti, i secondi. A volte anche i decimi e i centesimi di secondo (RG)

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